Canicattini Bagni, Amenta dopo la conferenza Regione-Autonomie Locali: “intervenga lo Stato per evitare la morte dei comuni”

Un incontro che il vice presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta ha definito “devastante” per i Comuni siciliani quello di ieri a Palermo in Conferenza Regione-Autonomie Locali, sulla ripartizione dei fondi destinati agli Enti Locali, alle Città Metropolitane e alle ex Province, oggi Liberi Consorzi.

All’incontro con i dirigenti della Regione, per AnciSicilia erano presenti il presidente e il segretario generale dell’Associazione, Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, i vice presidenti Luca Cannata, sindaco di Avola, e Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, il sindaco di Gioiosa Marea, Edoardo Spinella, e il sindaco di Prizzi, Luigi Vallone.

Nell’incontro, sospeso in quanto l’AnciSicilia ha chiesto fosse presenta la parte politica (il presidente Crocetta e gli assessori Baccei e Lantieri erano assenti), la Regione, smentendo se stessa e la Legge di Stabilità 2016, ad Agosto inoltrato, quando da tre mesi i Comuni avrebbero già dovuto approvare quei bilanci che non hanno potuto redigere proprio per l’incertezza e l’impossibilità di conoscer gli importi dei trasferimenti regionali, facendo un’ulteriore inversione di marcia, ha proposto ulteriori tagli ai fondi già decisi, decretando, di fatto, il dissesto finanziario dei Comuni, delle nascenti Città Metropolitane e delle ex Province.

Allo stato attuale sono 300 Comuni che non hanno deliberato il rendiconto di gestione finanziaria 2015 (dati al 16 giugno); 350 quelli che entro il 30 Aprile non hanno approvato il bilancio di previsione 2016 (dati sempre al 16 giugno); le tre città metropolitane e le sei ex Province, oggi Liberi Consorzi, non hanno approvato il bilancio di previsione entro il 30 Luglio. Molti Enti, ad oggi, hanno già avviato le procedure per la dichiarazione di dissesto, altri lo hanno già dichiarato, predisponendo le procedure di riequilibrio.

Un incontro veramente devastante quello di giovedì con la Regione – dichiara il vice presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni – dove non si è parlato della ripartizione dei fondi così come stabilito dall’art.7 della legge di Stabilità regionale per l’anno 2016, la n. 3/2016, ma degli ulteriore tagli che unilateralmente, ad otto mesi dall’inizio dell’anno, ha deciso, mentre noi al contrario aspettavamo, dopo l’invio dei famosi 500 milioni da parte dello Stato per il riequilibrio della finanziaria regionale.”

Così, quindi, i 115 milioni e i 30 milioni destinati rispettivamente alle spese di investimento dei Comuni e delle ex Province ed utilizzabili espressamente anche al pagamento delle rate di mutuo, non sarebbero utilizzabili per tale finalità, mentre gli ulteriori 50 milioni destinati al pagamento delle quote capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi per il finanziamento di spese di investimento, non dovrebbero essere allo stato attuale disponibili e pare non si abbia certezza su quando lo saranno.

Per non parlare – prosegue Amenta – delle risorse relative al Fondo perequativo, pari a 340 milioni di euro, e quelle destinate al pagamento del personale precario, 182 milioni circa, subiranno un’ulteriore e improvvisa decurtazione del 9 per cento. Si capisce allora come i Comuni ancora oggi, ad Agosto, non siano messi nelle condizioni di poter approntare e gestire i bilanci. Una difficoltà ed una criticità che dipende, come si vede, strutturalmente dalle risorse della Regione come più volte denunciato da AnciSicilia e dalla Corte dei Conti.”

Una condizione secondo Amenta che condiziona fortemente e direttamente la soluzione di altri problemi di Comuni e Province, come l’avvio e la prosecuzione delle procedure di rinnovo contrattuale o stabilizzazione per i lavoratori precari, e la definizione, attraverso l’indizione delle elezioni di 2° livello, del nuovo quadro di governance nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitane, “che vorrebbero consegnare ai sindaci già in dissesto finanziario, falliti, con tutto ciò che ne consegue, ad iniziare dal pagamento degli stipendi. Nell’ex Provincia di Siracusa i dipendenti da tre mesi non percepiscono gli stipendi. E la Regione e l’Ars hanno invece il tempo di “giocare” con la nuova legge elettorale per le prossime amministrative, quando tutti i territori dell’isola stanno collassando, come dimostra l’impossibilità di riscossione di tasse e tributi che vengono così a mancare dalle casse dei Comuni. Siamo già alla morte annunciata, impossibilitati a erogare servizi ai cittadini, alle fasce più bisognose e a garantire un futuro ai lavoratori precari. Lo vado dicendo da mesi – conclude Paolo Amenta –, necessità un tavolo ed un forte intervento del Governo nazionale, vista l’impossibilità di avere interlocutori seri alla Regione”.

Per questo AnciSicilia ha scritto al presidente Renzi, al sottosegretario Claudio De Vincenti, oltre che ancora una volta al presidente Crocetta, per Illustrare come il quadro dei rapporti finanziari tra la Regione ed i Comuni risulta ancora oggi incerto e radicalmente mutato rispetto a quanto originariamente previsto dalla Legge di Stabilità regionale per il 2016, costringendo gli Enti Locali ad un’ulteriore decurtazione del 9 per cento delle risorse che però, ad oggi, non sono erogate neanche in parte.

Tale stato di cose, unitamente alle gravi difficoltà sul fronte della riscossione dei tributi locali, determina da parte dei Comuni, come più volte segnalato dalla Corte dei Conti, un ricorso anomalo alle anticipazioni di tesoreria che, negli ultimi anni, si sono di fatto trasformate in vero e proprio strumento di finanziamento strutturale.

Al Governo nazionale, in conclusione, vogliamo rappresentare come tutto ciò aggravi un quadro istituzionale già pesantemente condizionato dalla lunga fase di stallo nel processo di riordino dell’Ente intermedio e nel processo di associazionismo e fusione di Comuni, dalla condizione dei lavoratori precari e dal sistema integrato di gestione delle acque e dei rifiuti che, come è noto, in Sicilia è lontanissimo da un assetto improntato all’efficacia e all’efficienza del servizio e ad un contenimento dei costi per il cittadino. Se neanche dal Governo nazionale – conclude Amenta – avremo le risposte sperare non resta che chiamare alla mobilitazione i cittadini che più di tutti pagheranno, in termini di servizi mancanti, i tagli che la Regione vorrebbe fare a danno degli Enti Locali“.


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