È stata inaugurata ieri la scultura “L’albero della pace” dell’architetto ed artista canicattinese Turi Garro Aia, scomparso prematuramente all’età di 61 anni, lo scorso 29 dicembre. A causa dell’inclemenza del tempo, la cerimonia si è tenuta nel salone della biblioteca comunale “G. Agnello” di via XX Settembre, accanto al Palazzo Comunale, in modo “informale, commossa e commovente”, come l’ha definita Raffaella Sirugo, compagna di vita dell’architetto Garro.
Alla cerimonia erano preseti il sindaco Paolo Amenta, l’assessore alla Pubblica Istruzione, Marilena Miceli, gli amici e conoscenti di questo eccentrico architetto, scultore, pittore e poeta, e, com’era suo desiderio pensando proprio alla pace e alla fratellanza tra i popoli, anche il Rabbino di Siracusa, Stefano Di Mauro, la Pastore della Chiesa Battista di Siracusa e Floridia, Ioana Ghilvaciu, e Don Maurizio Casella della Parrocchia Maria Ausiliatrice di Canicattini Bagni.
Un momento per raccontare Turi Garro Aia, “ma anche per prendere nuova coscienza del suo valore umano ed artistico”, ha detto commossa Raffaella Sirugo. “Uomo d’eccezionale disponibilità – ha ricordato il sindaco Paolo Amenta – artista a tutto tondo, e professionista che amava molto la sua città, dove su incarico dell’Amministrazione comunale ha realizzato due spazi caratterizzati da quella pietra bianca che per anni ha anche scolpito: la piazzetta del quartiere Balatazza, in via Solferino, dov’è collocata la sua scultura “L’Albero della Pace”, e poco più in alto, il piccolo anfiteatro, sempre in pietra, di Largo Carpinteri.“
“Non solo – ha ricordato ancora il sindaco – ma con l’architetto Garro abbia dato vita nella nostra città al Centro Commerciale Naturale “La Chiave della porta degli Iblei” per valorizzare il tessuto commerciale, artigianale e professionale della nostra comunità. La sua sensibilità per i temi della Pace, oggi, di fronte a quanto sta accadendo attorno a noi, nel Mediterraneo e in Europa, è quanto mai di grande attualità. Ci mancherà“.
E Turi Garro Aia, com’è stato ricordato anche dagli interventi degli amici e della stessa sua compagna, era proprio uomo di lotta per la Pace, di grandi sentimenti e principi, artista intenso ed accurato, tecnico visionario e razionale.
La sua opera “L’Albero della Pace”, progettata nel settembre del 2005 e montata nell’agosto 2009, presenta una serie di profili, che rappresentano gli uomini, le razze, le religioni, che nascendo da una base unica e comune, vogliono rappresentare la Madre Terra da cui tutto si genera.
A darne la descrizione era stato lo stesso artista: “Gli uomini fanno parte di un insieme e sono chiamati a creare le condizioni affinchè questo viva, in equilibrio. Alla base di questo equilibrio, la tolleranza delle diversità: di colore, religione, sesso, idea filosofica e/o politica. In un momento in cui il mondo si dirige verso la globalizzazione un messaggio, un inno alla fratellanza, per vivere in un mondo più libero, più equo”.
E di pace, di amore e fratellanza tra i popoli, senza alcuna distinzione di colore della pelle, di sesso o di religione, nell’ottica di quella multiculturalità e multi religiosità verso il quale l’umanità è ormai avviata, hanno parlato il Rabbino di Siracusa, Stefano Di Mauro, la Pastora Battista, Ioana Ghilvaciu, e Don Maurizio Casella.
Per loro, facendo riferimento ai fatti di sangue e di dolore che stanno scuotendo il mondo intero, “non può esserci nessuna guerra e nessuna violenza in nome di un Dio, l’umanità è un grande albero con radici uniche, e Turi Garro Aia ha saputo cogliere, attraverso le sue opere, questo sentimento, lasciandolo a tutti noi in eredità”.
Nel corso della cerimonia, con al piano Stefano Linares, giovane musicista canicattinese, sono stati il Rabbino, la Pastora e Raffaella Sirugo ad intonare alcuni canti che rimarcano il messaggio d’amore e di pace. La cerimonia si è conclusa con la posa targa descrittiva dell’opera di Turi Garro Aia nella piazzetta del quartiere Balatazza.
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