Canicattini da l’ultimo saluto a Don Rosario Pitruzzello, il Parroco scomparso lunedì scorso

Comune di Canicattini su funerali parroco Don Rosario Pitruzzello:

“C’era l’intera città di Canicattini Bagni, ieri sera, a dare l’ultimo saluto al loro parroco, Don Rosario Pitruzzello, scomparso lunedì all’età di 90 anni, 50 dei quali trascorsi a guidare le anime e lo spirito dei canicattinesi, nella sua veste di parroco della Chiesa Madre. Una Chiesa Madre che alle 18,30, quando ha avuto inizio il rito funebre, concelebrato dall’arcivescovo di Siracusa mons. Salvatore Pappalardo con i sacerdoti della diocesi, non riusciva a contenere le migliaia di persone accorse a dare l’ultimo saluto al loro parroco.

Con i familiari c’erano il sindaco Paolo Amenta, l’Amministrazione comunale, i consiglieri, il sindaco di Melilli, Pippo Cannata, città della quale era originario Don Rosario; le realtà associative della città; gli Scout del Canicattini 1, dai più piccoli ai più grandi, che tanto amava; c’era il suo Coro, quello della Chiesa Madre, sempre presente in tutte le cerimonie; il Volontariato; le Associazioni dei Carabinieri in congedo; c’era Libera, per cui aveva voluto lo scorso 16 giugno celebrare (la sua ultima apparizione pubblica prima del ricovero in ospedale per una frattura al femore) l’intitolazione del Presidio al giovane carabinieri siracusano “Salvatore Raiti”, tuonando contro i mafiosi: “vigliacchi pentitevi!”.

E poi il Centro Anziani, il Centro Disabili, l’Avis, la Protezione Civile, le Associazioni sportive, tante altre ancora, tanti, tanti cittadini, e tanti che anche da fuori Canicattini, in questi anni avevano avuto modo di conoscerlo.  E Don Rosario, come sempre, li ha accolti a braccia aperte. Il suo corpo dentro la bara, con il calice in mano, era deposto a terra, così come aveva fatto quel 29 giugno del 1951 nel ricevere l’ordinazione sacerdotale.

Una missione pastorale la sua, che per oltre 60 anni l’ha visto lavorare nella “vigna del Signore”, con tenacia, caparbietà, senza mai arretrare di un passo. Da prima a Vittoria, sino al 1955 quando l’allora Diocesi unica di Ragusa e Siracusa vennero divise, e poi per alcuni anni a Cassaro, sino all’approdo, 50 anni addietro, nella Chiesa Madre di Canicattini Bagni.

Una vita per gli altri, così ha vissuto Don Rosario Pitruzzello, come ha ricordato nella sua omelia l’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo. Un darsi che è stato ricambiato dal grande affetto che i parrocchiani, l’intera città, gli hanno riservato sino alla fine. «Ha esercitato il suo ministero sacerdotale – ha detto mons. Pappalardo – da servitore. Una vita carica di opere di Dio, quella di Don Rosario, che ha accettato la morte con spirito cristiano, sapendo che rappresenta un passaggio, una porta verso il Regno dei Cieli».

E questo suo donarsi interamente alla città, è stato ripreso anche dal sindaco Paolo Amenta nella sua orazione funebre. «Non ci sono parole per ringraziare l’opera preziosa e il ruolo che Don Rosario ha saputo svolgere tra di noi – ha detto Amenta -, dedicandoci ciò che di più prezioso un uomo possieda: la propria vita e la sua stessa esistenza sino alla fine. Un donarsi e un darsi interamente agli altri, senza mai un’esitazione, senza mai una pausa o un ripensamento, anche nei momenti più duri e più difficili, quando le forze e la salute magari avrebbero richiesto un passo indietro.

E invece, al contrario, Don Rosario, con la caparbietà, e nello stesso tempo la sensibilità che gli erano consone, ha continuato ad andare avanti, ad imprimere un’accelerazione, a quella sua scelta di “esserci” sempre, accanto al suo popolo, ai suoi fedeli, ai suoi giovani: alla nostra Canicattini Bagni».

E Canicattini Bagni, due anni addietro, il 29 giugno del 2011, in occasione del 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, gli ha voluto dedicare una grande festa in piazza, con una lunga tavolata dove ognuno aveva portato qualcosa per gli altri, come sognava Don Pitruzzello. Lui ne era rimasto commosso, in particolare quando il sindaco gli aveva consegnato le chiavi della città.

«Sino alla fine, è stato un esempio ed un maestro di vita, richiamando tutti noi, ognuno nei propri ruoli, all’impegno, alla correttezza e alla lealtà – ha detto ancora Amenta -. Personalmente per me è stato un compagno di viaggio molto prezioso, un uomo ed un sacerdote su cui ho potuto sempre contare per costruire interventi sociali e culturali per la città. Un amico che ha saputo parlare, con semplicità, ai giovani, scavando nei mille problemi di questa generazione.

E noi tutti, l’intera Comunità, la città di Canicattini Bagni, in questo mezzo secolo, ha attraversato la vita di Don Rosario, come lui ha attraversato la nostra lasciando una traccia che ci porteremo sino alla casa del Padre. Ci mancheranno le sue battute, quei suoi occhi birichini, e le sue strette di mano. Le mani di chi da più di 60 anni ha svolto la sua missione sacerdotale nella vigna del Signore. Lo ricorderemo sempre, come pastore e come persona, per la sua infinita umanità. E sono certo che anche dal cielo, Don Rosario, instancabile com’è, continuerà a vegliare su di noi. Questo ci rasserena, ci da forza, e sapremo essere fedeli custodi dei suoi insegnamenti».

Dopo il sindaco, a prendere la parola è stato un altro canicattinese, padre Giuseppe Lombardo, attuale direttore del periodico diocesano “Cammino”, cresciuto spiritualmente con la guida di Don Rosario, e che in questi ultimi giorni di ricovero gli è stato vicino.

«Nel ricordare Don Rosario – ha detto Padre Lombardo – lo rivedo nella “preghiera”, sempre pronto a testimoniare la parola di Dio. Rivedo la “carità” che lo contraddistingueva, la sua immensa generosità. Ha lasciato tutta alla sua Parrocchia. Rivedo la grande “disponibilità” verso il prossimo, i suoi fedeli, i più deboli. Non potrò mai dimenticare come la gente lo aspettasse giornalmente a casa per comunicarsi, e lui accontentava tutti: ed erano in tanti. Rivedo l’uomo e il sacerdote del “sapere”, con il quale mi piaceva discutere e dialogare di teologia e catechesi. Rivedo il padre, che mi suggeriva di capire i giovani per il capire il mondo. Rivedo la sua convinta “condivisione” con tutto il suo popolo, la sua Chiesa Madre, la comunità, i giovani, gli anziani, quanti avessero bisogno di un conforto e di un sostegno».

Padre Lombardo ha poi ringraziato il dottor Sebastiano Trapani, il medico ortopedico canicattinese, che l’ha operato, il comandante della Polizia Municipale, Pino Casella, per essere stato sempre vicino al suo parroco, e il sindaco Paolo Amenta per il sostegno dato e per aver voluto ospitare il corpo di Don Rosario Pitruzzello nella Capella del Cimitero della città, in uno dei sarcofagi riservato alle “persone illustri della città”.

«Perché Don Rosario era “persona illustre”, e a lui abbiamo consegnato le chiavi della nostra città – ha sottolineato il primo cittadino». Un lungo corteo, subito dopo la celebrazione funebre, ha accompagnato il feretro, portato a spalla dai rappresentanti delle Associazioni, dal Coro della Chiesa Madre, dalla Protezione Civile, dalla Polizia Municipale, dai Carabinieri della locale Stazione al comando del maresciallo Sebastiano Pappalardo, e da tanti cittadini, con in testa la Banda Musicale “Città di Canicattini Bagni”, che tante volte aveva benedetto nei suoi viaggi. Davanti al feretro, Don Francesco Antonio Trapani, il giovane sacerdote che da alcuni anni gli faceva compagnia con il ruolo di vice parroco, e Padre Giuseppe Lombardo, a fare da ala, i suoi giovani Scout.

“Ciao Don Rosario, riposa in pace e veglia su Canicattini Bagni”, così ha chiuso la sua orazione il sindaco Amenta a nome di tutta la città.”


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