Il Comune di Palazzolo ha aderito alla “Carta dei Comuni custodi della Macchia Mediterranea” con un’apposita delibera di giunta, adottata nei giorni scorsi, e con la firma al documento avvenuta oggi a Caltagirone, alla presenza dei rappresentanti istituzionali degli enti che hanno aderito al progetto. Per il Comune di Palazzolo era presente il vice sindaco Luca Russo.
L’obiettivo è quello di fare rete tra i comuni che diventano appunto “custodi” della Macchia Mediterranea, impegnandosi ad elaborare programmi di tutela del ricco patrimonio naturalistico presente sul territorio siciliano. I sindaci che hanno aderito, consapevoli dell’importanza della Macchia Mediterranea per l’ecosistema e la qualità della vita, si sono impegnati con questa carta a promuovere la conoscenza, la conservazione e la tutela nei territori da loro amministrati.
La firma dell’atto è avvenuta oggi al Comune di Caltagirone in occasione della Giornata nazionale dell’Albero. “Il Comune di Palazzolo – ha sottolineato il vice sindaco Russo – ha deciso di aderire alla Carta perché su gran parte del territorio comunale sono presenti diverse formazioni vegetali tipiche della Macchia Mediterranea, che vanno tutelati e difesi promuovendo azioni comuni per contrastare gli incendi e ogni tipo di abuso che rischia di distruggere l’ecosistema. Tutelare la Macchia Mediterranea vuol dire difendere la nostra identità, la nostra storia e le nostre tradizioni”.
Il progetto della Carta dei comuni custodi della Macchia Mediterranea nasce da un’idea di Aurelio Angelini, docente dell’Università di Palermo, Francesco Cancellieri, presidente dell’Associazione Centro di educazione ambientale Messina, Renato Carella, presidente dell’Associazione di educazione e volontariato ambientale “Ramarro Sicilia”, Giuseppe Lo Paro docente dell’Università di Messina, Vincenzo Piccione, docente dell’Ateneo Catanese, Francesco Maria Raimondo, già presidente dell’Associazione botanica italiana e Salvatore Scuto, già dirigente dell’assessorato regionale ai Beni culturali, dopo un incontro avvenuto nel 2013 a Caltagirone sulla Macchia mediterranea; sono nati poi una serie di incontri nelle Università di Catania, Messina, Palermo e nei Comuni.
La tutela è dettata dalla necessità di attuare una selvicoltura di prevenzione per fermare lo sfruttamento antropico, contrastare gli incendi, prevalentemente dolosi e gli abusi legati al pascolo.
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