Un vincolo paesaggistico della Soprintendenza vieta l’utilizzo di una cava a Palazzolo Acreide. E così, dopo aver concesso per anni il permesso all’estrazione, salta fuori un vincolo nel Piano adottato 4 anni fa, che blocca l’azienda e il lavoro rischiando di metterla in ginocchio per sempre.
Tutto comincia almeno 40 anni fa, quando la società ottiene da tutti gli enti il permesso di intervenire nell’area dove sorge la cava, l’unica rimasta a Palazzolo. Del vincolo nessuna traccia fino all’anno scorso, quando a seguito della richiesta di rinnovo da parte dell’ente minerario salta fuori il vincolo, il cavillo inserito dalla Soprintendenza nell’ultimo Piano paesaggistico e adottato dall’assessorato al territorio regionale che bolla l’area come “zona rossa”.
A nulla fino ad oggi sono servite le perizie, le richieste di revisione e quant’altro potesse servire a rimettere in moto l’attività della cava. Invano, i rappresentanti dell’azienda hanno chiesto che la soprintendenza rivalutasse il vincolo, ma da un ufficio all’altro, da un rimpallo all’altro si è arrivati ad oggi: l’azienda sta valutando seriamente di chiudere, trasferendo a Catania il ciclo produttivo.
A pagarne le conseguenze i proprietari, i dipendenti rimasti senza lavoro e il territorio. La mancata autorizzazione o la negazione all’ulteriore proroga farebbe scomparire dal mercato locale la famosa pietra di Palazzolo, vanto delle maestrie locali, usata per la costruzione di palazzi storici, cappelle funerarie di tutto il comprensorio montano e della provincia.
Allo stato attuale tutto sembra fermo, l’area resta “zona rossa” nonostante l’assessorato e la soprintendenza abbiano ammesso l’ipotetico abbaglio fatto dei tecnici nell’inserire il vincolo e l’iter burocratico che dovrebbe dare il via libera definitivo, sembra infinito.
Ma nel silenzio di tanti, i ritardi, le mancanze e i cavilli burocratici decidono il destino di un’impresa e di un territorio che non possono correre il rischio, per una vicenda quasi da cortometraggio, di perderla. (Immagine di repertorio)
Maurizio Aiello
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo