Palazzolo Acreide, Si torna a parlare del Frigomacello

I consiglieri del gruppo d’opposizione hanno chiesto al presidente un’assemblea per discutere sul futuro del frigo macello Palazzolo. Una richiesta scaturita innanzitutto dal fatto che il mattatoio è inserito tra le infrastrutture del patto territoriale per l’agricoltura e dal fatto che l’opera stia per essere ultimata.

I consiglieri chiedono maggiori delucidazioni sulle procedure di gestione, che devono essere certe e contestuali e da stabilire prima della consegna definitiva. Ma occorre anche pensare ad un adeguato servizio di vigilanza, in quanto, senza titolarità e criteri di gestione, l’opera è a forte rischio di vandalismi. “In vista della conclusione dell’opera – spiegano i consiglieri del gruppo d’opposizione – con un percorso amministrativo ancora non definito, chiediamo una seduta aperta al pubblico per conoscere le modalità di gestione o eventuali motivi ostativi che ne impediscono l’iter amministrativo”.

Un’occasione quella della seduta aperta al pubblico per riaccendere i riflettori su sull’impianto di zona Timponazzo. L’opera già a buon punto prevede la realizzazione di una struttura adeguata alle normative comunitarie con due linee di macellazione: una per bovini ed equini e l’altra per suini, agnelli e capretti. Al suo interno dovrebbero inoltre essere installate delle celle frigorifere che consentiranno la refrigerazione e lo stoccaggio delle carni prima della vendita Un’opera importante per il territorio, finanziata nel 2011 dal patto territoriale per l’agricoltura “Val d’Anapo” per 3 milioni di euro oltre a un co-finanziamento dell’allora provincia regionale che ha permesso alla ditta appaltatrice di lavorare celermente, senza interruzioni e di ultimare si spera nei tempi previsti la struttura.

L’apertura e la corretta gestione del frigo macello potrebbe certamente ridare respiro a molti allevatori della zona, che potrebbero diversificare sia il prodotto, ma anche i mercanti di riferimento. Oltre ai consiglieri d’opposizione, anche molti cittadini, chiedono che l’opera non resti una cattedrale nel deserto e dopo il primo passo, che sarà quella dell’affidamento e dell’acquisizione, in tempi brevi si dovrà progettare un piano per utilizzare la struttura come strumento principale per il rilancio del settore delle carni.

Maurizio Aiello


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo