In merito ad alcune notizie di stampa dei giorni scorsi relativi al rischio esclusione dall’Unesco di Palazzolo il sindaco di Palazzolo Carlo Scibetta, anche in qualità di presidente dell’associazione Distretto culturale del Sud Est ci tiene a chiarire:
“Il Val di Noto ha un unico Piano di gestione, la cui redazione fu voluta e seguita dall’allora Sottosegretario alla Cultura, on. Nicola Bono. Tale Piano è depositato presso la Soprintendenza ai BB.CC. di Siracusa e in copia nelle otto Municipalità ricadenti nel sito Unesco. Anche il sito Unesco “Siracusa e la Necropoli di Pantalica” ha un proprio Piano di gestione, redatto dopo il riconoscimento avvenuto nel 2005, anch’esso depositato presso la Soprintendenza di Siracusa.
Pertanto, è completamente inesatta e fuorviante la notizia secondo la quale i Comuni di Palazzolo e Noto non sono dotati di Piano di gestione e non è affatto vero che in questi anni non siano stati realizzati interventi nelle singole Municipalità che hanno avuto il riconoscimento UNESCO. Infatti per quanto riguarda Palazzolo ad esempio, nelle due chiese riconosciute patrimonio Unesco nel 2002, la basilica di San Paolo e quella di San Sebastiano, sono stati realizzati, con fondi della Legge 433/91, lavori di consolidamento e recupero dei due edifici sacri. In particolare per la basilica di San Paolo questi interventi sono stati ultimati, mentre sono stati finanziati per circa 1 milione di euro gli ultimi lavori che riguarderanno la chiesa di San Sebastiano, per i quali il Servizio provinciale di Protezione Civile ha redatto il progetto ed è stato incaricato dal Dipartimento regionale anche di espletare la relativa gara d’appalto.
Lo stessa cosa dicasi nelle altre Municipalità Patrimonio dell’Umanità, dove gli interventi con i fondi della Legge 433/91 o con altri finanziamenti sono stati eseguiti o sono in corso di esecuzione anche su immobili privati. Queste denunce o affermazioni, in alcuni casi generiche, rischiano di creare inutili allarmismi e ulteriore confusione, in un momento in cui invece dovremmo fare emergere le cose positive dalle quali ripartire per tentare di costruire un futuro migliore. L’attuale riconoscimento UNESCO rappresenta un importante punto di partenza per questo lembo di Sicilia”.
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