Con uno spettacolo che ha visto protagonisti sul palco i piccoli alunni e, dietro le quinte, insegnanti, personale amministrativo e tecnico della scuola e genitori (che, ancora una volta, hanno dato conferma di un considerevole affiatamento) è sceso il sipario sulle attività laboratoriali dei plessi “Rodari” e “Calcutta” dell’istituto “Elio Vittorini”.
L’appuntamento di chiusura ha rappresentato l’ideale prosecuzione del progetto “Per le vie del mondo” che alunni e insegnanti avevano già messo in scena dando corpo a fiabe e racconti fantastici che, adesso, sono diventati a loro volta “pezzi” di uno spettacolo realizzato all’insegna del riuso e della sostenibilità ambientale.
I costumi che hanno indossato i piccoli “attori” e gran parte delle scenografie, infatti, sono stati realizzati con materiale riciclato. Un modo, anche questo, per educare le generazioni più giovani a sperimentare, portati a scuola per mano dai loro insegnanti e sostenuti a casa dai genitori, percorsi di intelligente fruizione delle risorse lontano da quella logica “usa e getta” che troppo volte segna la nostra quotidianità.
Prendendo le mosse da un precedente lavoro i bambini hanno dato corpo e voce a sette fiabe, ciascuna messa in scena attorno ad una scenografia che ha richiamato i grandi libri “animati” dell’infanzia con autentiche costruzioni che fuoriescono dalle pagine. Un altro piccolo, grande capolavoro uscito dalle sapienti mani di un manipolo di insegnanti e da un gruppo di genitori che non si sono risparmiati per “regalare” ai “loro” bambini il palcoscenico più bello che fosse possibile.
A legare i diversi momenti della kermesse di fine anno un elemento su tutti: il battito, ora quello delle ali delle farfalle, ora quello delle lancette di un metaforico orologio che scandisce il tempo, ma anche quello dell’alternanza tra elementi tra di loro opposti ma complementari.
Alla fine tutti soddisfatti, a cominciare dai piccoli ma straordinariamente “grandi” protagonisti, non soltanto per quanto fatto ma per “come” è stato fatto: tanto, tantissimo entusiasmo, una grandissima dose di inventiva e di tenacia per superare le inevitabili difficoltà, non ultime quelle legate all’esigua disponibilità di fondi. Una “squadra” omogenea che ha avuto nella vulcanica Vilma Fiore il suo inesauribile “motore”.
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