È scaduto il bando indetto dalla ex Provincia per la presentazione degli interessati alla gestione del nuovo frigo macello di Palazzolo. Sull’opera è da anni aperto un dibattito, in quanto la struttura è stata costruita da tempo, ma a oggi non si ha certezza dei tempi che serviranno alla messa in funzione di un’opera su cui vi sono molti interrogativi. L’opera è costata 4,5 milioni e ultimamente alle altre, si sono combinate anche le preoccupazioni per il paventato ricorso ad una gestione esterna al territorio, di tipo commerciale che potrebbe essere più interessata a uno stoccaggio di carni che, secondo gli imprenditori agricoli, rappresenterebbe un vero scippo per la comunità palazzolese.
A oggi intanto escono allo scoperto le Cooperative Apollo e Coniglicoltura Siracusana che in questi mesi hanno analizzato e approfondito tutti i documenti della struttura e che hanno deciso, in questa fase, di non partecipare alla gara di appalto per la gestione del frigo macello, promossa dal Libero Consorzio Comunale di Siracusa. La motivazione principale la spiegano in un documento, in cui parlano di scarsa e carente informazione ricevuta circa i lavori, i macchinari, gli impianti e le attrezzature e le varie prescrizioni dai vari enti.
“Altra motivazione – spiega Guerriera, rappresentante della Cooperativa Coniglicoltura Siracusana – è che giudichiamo lo stesso bando di gara carente in quanto pone condizioni inaccettabili, tipo la durata dell’appalto, appena sei anni. Circostanza che renderebbe assai difficile ammortizzare gli investimenti necessari e ottenere finanziamenti, i cui enti pretendono un minimo di quindici anni“.
A oggi quindi, nella misura in cui nessun’ altra impresa, come sembra, dovesse partecipare all’ appalto e il Libero Consorzio Comunale decidesse di procedere, come previsto dal bando, ad avviare la fase di trattativa privata, le cooperative Apollo e Coniglicoltura Siracusana potrebbero rientrare nella partita, convinte della bontà dell’iniziativa e della prospettiva che l’opificio possa diventare un vero e proprio centro agroalimentare, una piattaforma al servizio di tutto il territorio ibleo per nuovi servizi e creare così nuova e qualificata occupazione.
“Confidiamo – conclude Guerriera – che i decisori politici, a cominciare dai sindaci al Gal che continua a ignorarci, così come le forze sociali, capiscano il senso profondo di questa scelta che non significa rinuncia, sia chiaro, e sappiano responsabilmente avviare una rapida verifica e procedere, nel solo interesse del territorio cui il frigo macello appartiene, ad attrezzarsi per soddisfare bisogni ineludibili come la formazione, completamento impiantistica (i soldi ci sono), comunicazione, assistenza tecnica. Vogliamo ricordare infine, che il frigo macello è bene strumentale agricolo, coerentemente con quel Patto Territoriale Agricolo che sta proprio alla base del progetto. Un patto agricolo che oggi come all’epoca deve essere espressione del partenariato sociale, con una gestione che dovrebbe consistere nell’accordo tra più soggetti (enti locali, soggetti pubblici operanti a livello locale, rappresentanze locali delle categorie imprenditoriali, soggetti privati) per l’attuazione di un programma di interventi nei settori dell’industria, agroindustria, agricoltura, pesca e acquacoltura, servizi, turismo ed in quello dell’apparato infrastrutturale, tra loro integrati”.
Nell’attesa, la struttura rimane li, ad aspettare tra il silenzio dell’estesa campagna iblea che lo circonda, a pochi chilometri da Palazzolo, ancora inutilizzabile e inutilizzato.
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