Oltre 2 milioni di euro per l’area attendamenti e container di Sortino e per la via I Maggio

Vinciullo: "un risultato importante quello raggiunto perché, finalmente, dà la possibilità di rispondere alle esigenze del territorio in termini di sicurezza e in termini di serenità da offrire ai cittadini"

L’assessorato regionale dell’Economia, con proprio decreto dirigenziale di ieri, 2 ottobre 2017, ha provveduto a riprodurre nel bilancio della Regione la somma complessiva 1.993.015,95 euro per finanziare l’intervento denominato “Lavori per la realizzazione dell’Area attendamenti e containers di contrada Piano Lardo nel comune di Sortino”.

Le somme verranno così impegnate: 295.000 euro nell’esercizio finanziario 2017, altri 750.000 euro nell’esercizio finanziario 2018 e 948.015,95 euro nell’esercizio finanziario 2019. Contemporaneamente, l’assessorato ha predisposto la riproduzione di 133.276,87 euro per finanziare l’intervento denominato “Progetto per i lavori di completamento della via di fuga a valle della via I Maggio” da imputare: 13.079,83 euro nell’esercizio finanziario in corso e 120.197,04 euro nell’esercizio finanziario dell’anno prossimo.

Pertanto – comunica Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione “Bilancio e Programmazione” all’Ars – di fronte a un importo complessivo di 2.181.285,04 euro, di cui 363 mila spendibili nell‘esercizio finanziario in corso, 870 mila nel 2018 e 948 mila nel 2019, la Ragioneria Generale ha proceduto a iscrivere la somma di 1.818.212,09 euro. Un risultato importante quello raggiunto perché, finalmente, dà la possibilità di rispondere alle esigenze del territorio in termini di sicurezza e in termini di serenità da offrire ai cittadini e, contemporaneamente, si tratta un investimento importante per la città di Sortino che, dall’esecuzione di detti lavori, trarrà un beneficio non secondario, legato ai numerosi operai che potranno essere impiegati nell’esecuzione dell’opera, perché una cosa deve essere chiara a tutti: non è più possibile immaginare percorsi di affidamento di lavori pubblici che non vedono il coinvolgimento di lavoratori del luogo nell’esecuzione degli stessi lavori. Non è sopportabile l’idea che le pubbliche amministrazioni si affatichino per realizzare infrastrutture e poi nessun lavoratore del luogo possa essere utilizzato in quanto le ditte aggiudicatrici portano con sé anche la manodopera“.


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