Sortino per due giorni capitale dell’arte e dell’archeologia. La proiezione del video “La roccia ed il canto del fiume” di Paolino Uccello e Rino Cirinnà, ieri pomeriggio, al cinema Italia, ha inaugurato il convegno “Pantalica, un sito siciliano tra Protostoria e Medioevo” proseguito anche ieri quando, alle 12, nell’Antiquarium del Medioevo sortinese, è stata inaugurata la mostra di reperti della Necropoli di Pantalica e di Sortino diruta.
Esposti per due mesi, fino al 16 febbraio 2018, 40 reperti archeologici che fanno parte delle collezioni del Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa: una parte proveniente dall’attuale percorso espositivo, un’altra dai depositi.
“La scelta dei materiali – spiega Maria Musumeci, direttore del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici, museo archeologico regionale Paolo Orsi – consente sia di storicizzare le ricerche effettuate in questo sito, ma soprattutto di seguire l’evolversi dei materiali caratteristici di questo contesto attraverso le varie fasi di vita della necropoli. Vengono presentati materiali dal vecchio fondo del museo con la tipologia espositiva dell’epoca. Essi rappresentano i tipi delle fibule che si evolvono nel lungo arco di tempo di vita delle necropoli. Gli stessi materiali ceramici sono stati scelti per documentare le caratteristiche dei corredi, soprattutto della prima e terza fase dall’area sia di Pantalica Nord sia di Pantalica Sud. Sono stati scelti corredi completi che fanno parte di un’unica tomba in modo da cercare di rendere l’idea dell’articolazione e ricchezza dei vari contesti. Si evidenziano, così, le varie tipologie ceramiche, da quelle caratterizzate dalla tipica ceramica rossa stralucida fino a quelle che documentano i contatti con la cultura greca, sia attraverso le forme che attraverso la decorazione. Sono presenti, accanto alle ceramiche, anche i piccoli oggetti di uso comune che accentuano il richiamo alla vita quotidiana. Proprio per seguire le fasi di vita di Pantalica sono anche esposti i materiali di epoca greca, rinvenuti all’interno di tombe, che documentano il loro riutilizzo in epoche posteriori. Del periodo bizantino si espone una fibbia in bronzo, di una tipologia frequente tra il VI –VII secolo d.C., che costituiva corredo dell’abbigliamento dell’epoca”.
Esposti, per quella che dopo il 16 febbraio diverrà una mostra permanente, anche quasi 250 reperti, tra ceramiche, bronzi e monete, del periodo medievale rinvenuti da Gioacchino Bruno, fra i primi a trascorrere interi giorni alla scoperta di sentieri ormai impraticabili dell’antica Sortino e che da decenni dedica le sue energie alla valorizzazione del territorio, grazie anche all’iniziale supporto di Siciliantica. E così per la prima volta sono esposti campanelle, fischietti, piccole statue votive, posate di rame e di bronzo e, ancora, materiale in terracotta: cocci di vasi e di contenitori vari che, come spiegato da Gioacchino Bruno, si trovavano in ogni abitazione.
Al taglio del nastro erano presenti Vincenzo Parlato, sindaco di Sortino, Rosalba Panvini, soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Siracusa, Maria Musumeci, direttore del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici, museo archeologico regionale Paolo Orsi, il ricercatore Gioacchino Bruno e Mario Blancato, coordinatore del convegno nel cui ambito è stata organizzata la mostra. Tante e tutte interessanti le relazioni degli studiosi che, per due giorni, si sono alternati al cinema Italia di Sortino per discutere di “Pantalica, un sito siciliano tra Protostoria e Medioevo”.
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