Giunge alla quinta edizione la mostra “La luce dell’Onestà” che, per l’occasione, viene allestita a Ferla, nei locali dell’Auditorium Comunale, dove sarà visitabile a partire dal 22 marzo e fino al 2 maggio 2018.
Essa è nata dalla sinergia tra la Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Siracusa ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la sua esposizione a Ferla è stata fortemente voluta dal Sindaco, Michelangelo Giansiracusa, dai coordinatori dell’Ufficio di Staff, Floriana Raudino ed Emanuele Rossitto, dalla Giunta Municipale e dal Consiglio Comunale.
Negli spazi messi a disposizione saranno esposti un consistente numero di reperti archeologici sequestrati dai Militari della Guardia di Finanza, già a partire dal 1963, e che sono rimasti conservati fino ad oggi nei depositi della Soprintendenza.
Ai fini espositivi sono stati scelti soltanto un centinaio di oggetti tra gli oltre 480 definitivamente consegnati alla Soprintendenza dopo la conclusione dell’iter amministrativo-giudiziario seguito proprio alle operazioni di sequestro. Grazie a queste ultime è stato possibile assicurare alle collezioni dello Stato importanti ceramiche e manufatti in metallo che, altrimenti, sarebbero finiti sul mercato antiquario. I reperti presentati nel percorso espositivo, facenti parte di cinque distinti lotti, erano stati illegalmente posseduti da privati cittadini, che li avevano recuperati a seguito di scavi clandestini, privandoli purtroppo del contesto originario, difficilmente ormai ricostruibile. Si hanno però fondate ragioni scientifiche per ritenere che quasi tutti i reperti, fatta eccezione per le monete in bronzo, provengano da alcune necropoli della Sicilia.Tra le ceramiche di maggior pregio si segnalano i crateri, le oinochoai e le lekythoi di produzione attica, sia nella tecnica a figure nere che in quella a figure rosse (databili sia al VI che al V secolo a.C.). Si annoverano altresì ceramiche attiche a vernice nera, un cratere d’imitazione laconica, vasi acromi di produzione coloniale, di diversa tipologia, alcuni dei quali, come gli unguentari fusiformi, le ciotole, le pissidi gemini, sono assegnabili al III secolo a.C.
Interessanti risultano alcuni crateri figurati di produzione siceliota (IV secolo a.C.), recuperati in frammenti ed in parte ricomposti dalle abili mani dei restauratori della Soprintendenza. Pochi sono gli esemplari della coroplastica sicuramente asportati dai livelli archeologici di complessi culturali dell’Isola. Tra i reperti in metallo si annoverano quattro strigili in bronzo, una ventina di monete in parte usurate sulla superficie e delle quali non è facilmente possibile riconoscere la zecca di provenienza.
Tuttavia la mostra ha un notevole significato scientifico e didattico e potrà consentire ai visitatori di conoscere ed apprezzare oggetti archeologici di rilevante interesse, che si aggiungono fortunatamente alle già cospicue raccolte demaniali. Si spera però che essa possa incidere sulla coscienza dei cittadini e soprattutto dei giovani inducendoli ad una collaborazione con le Istituzioni preposte alla tutela del patrimonio culturale, a fianco delle quali dovranno operare per recuperare e consegnare i materiali che casualmente affiorano sulla superficie del terreno o che, invece, in maniera di certo non legittima, potrebbero essere rimossi dai siti archeologici, spesso poco sorvegliati o addirittura privi di controllo ovvero ancora non noti agli esperti.
Giovedì alle 11, al Centro sportivo olistico Comunale di Ferla, il Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, Rosalba Panvini, presenterà il percorso espositivo della Mostra. Saranno presenti il sindaco, Michelangelo Giansiracusa e il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Antonino Spampinato. La mostra verrà inaugurata a seguire da Giuseppe Castaldo, Prefetto di Siracusa.
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