Canicattini Bagni, presentato “L’acqua e lu pani”, il libro di Francesco Giuffrida, con prefazione di Dario Fo, sulla storia dei canti popolari siciliani

Un recupero di parole e musicalità, che ha portato l’autore ad analizzare diciotto canti popolari siciliani per riportarli, come scrive Dario Fo nella prefazione “al realismo più crudo, sfrondati dal mito e dalla retorica”

Dal Pitrè a Lionardo Vigo Calanna, marchese di Gallodoro, passando per Rosa Balistreri e Dario Fo, quest’ultimo autore della prefazione de “L’acqua e lu pani” (Incontri Edizioni – Kromato Edizioni), il libro ricerca sulla storia dei canti popolari siciliani scritto da Francesco Giuffrida, musicista e ricercatore catanese, e presentato nei giorni scorsi al Museo Tempo di Canicattini Bagni, nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Comune per il 15° Festival del Mediterraneo che per tutta l’estate, sino a Settembre, animeranno la cittadina iblea.

Presenti all’appuntamento con l’autore, il presidente del Museo Tempo, l’etnoantropologo e guida naturalistica, Paolino Uccello, che ha introdotto l’incontro e il libro di Giuffrida, la direttrice editoriale della Kromato Edizioni, Evelina Barone, e l’Assessore alla Cultura, Loretta Barbagallo, che ha portato i saluti del Sindaco Marilena Miceli, ricordando l’importanza della salvaguardia e della promozione delle tradizioni e della memoria della propria comunità e del proprio territorio, anche attraverso i canti e la musica, e il prezioso lavoro delle piccole strutture museali in quest’opera di recupero e trasmissione alle giovani generazioni.

Il riappropriarsi del proprio patrimonio musicale, culturale e linguistico, oltre che delle informazioni del tempo, dal punto di vista politico e sociale, per Evelina Barone, segnano l’importanza del lavoro di ricerca condotto da Francesco Giuffrida, che nella sua cinquantennale esperienza ha collaborato con artisti quali Dario Fo, Rosa Balistreri e Ciccio Busacca.

Un recupero di parole e musicalità, che ha portato l’autore ad analizzare diciotto canti popolari siciliani per riportarli, come scrive Dario Fo nella prefazione “al realismo più crudo, sfrondati dal mito e dalla retorica”.

Il canto popolare e sociale, anche nelle sue diverse interpretazioni, dunque, al centro del lavoro di Francesco Giuffrida, accompagnato nel suo racconto, dagli interventi del Gruppo musicale folk tradizionale e popolare “Faciti Rota”, con Salvatore Dipasquale, voce-marranzano e Saro Tribastone, chitarra battente-chitarra acustica. A confronto 18 canti con diverse versione, per approfondirne il significato e arrivare, senza preconcetti, alle radici della loro storia.

Canti conosciuti e meno conosciuti del vasto patrimonio della canzone popolare siciliana (quasi duemila quelli riportati alla luce dall’800 ad oggi),tra questi “Vitti ‘na crozza” e “Malarazza” (di questa la versione scritta e cantata da Domenico Modugno traendola dal testo di un poeta siciliano pubblicato nel 1857), alcuni dei quali cantati da Rosa Balistreri, sicuramente l’artista più nota che hanno lasciato una traccia importante, nella modernità dei tempi, nella rappresentazione del canto popolare e sociale siciliano.

Una maniera nuova di studiare le liriche e le ottave della Sicilia, facendo emergere fatti storici e vita reale dall’alone mitologico e bucolico che le ha mortificate. Un libro innovativo, quello di Francesco Giuffrida, che ha interessato il numeroso pubblico presente al Museo Tempo di Canicattini Bagni, che a conclusione di ogni capitolo ha voluto indicare una guida all’ascolto con la segnalazione dei link per ascoltare sul web i canti trattati.


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