Ancora citata e riportata tra le “buone prassi” a livello nazionale, nel rapporto del Servizio Centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del Ministero dell’Interno, l’esperienza di accoglienza integrata, inclusione sociale e lavorativa, dello Sprar “Obioma”, promosso dal Comune di Canicattini Bagni e gestito dall’impresa sociale Passwork, che ospita donne con disagio mentale e nuclei familiari.
Il rapporto “Lo Sprar per la promozione della cultura del lavoro e della legalità”, che contiene prassi e riferimenti per la realizzazione di iniziative tese a trasmettere una corretta cultura del lavoro e della legalità, tra le attività svolte in alcune importanti città della Puglia, della Calabria e del Trentino, riporta, ancora una volta, com’è avvenuto già in questi ultimi anni parlando di “accoglienza integrata” di migranti, l’azione e il percorso di inclusione dei richiedenti asilo e rifugiati ospitati nella città di Canicattini Bagni, dove i processi di inserimento sociale sono diventati un modello per tante altre realtà, in Sicilia e nell’intera penisola.
Un percorso, quello di Canicattini Bagni, che tende all’autonomia economica del migrante ospite, a costruire dinamiche positive a livello individuale così come per la stessa comunità che lo ospita, che Comune e Passwork non hanno fatto da soli ma coinvolgendo la parte datoriale, quindi le imprese, con un accordo sottoscritto con la Cna di Siracusa.
Con la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, si sono avviati, curati dal suo Vice Segretario provinciale, Gianpaolo Miceli, interventi di sensibilizzazione e di formazione delle imprese del territorio sull’accoglienza, anche per isolare il fenomeno del lavoro sommerso ed irregolare che, nel 2015, stando ai dati Istat ha fatto registrare un valore del 12,6 per cento del Pil, e che nel Meridione, come riporta il Censis, assume un carattere strutturale.
A Canicattini Bagni, pertanto, Cna e Passwork scelgono le imprese, dando priorità alla “qualità” e alle “eccellenze” e, soprattutto, a quei contesti lavorativi dove è escluso il rischio di sfruttamento lavorativo. Questo, di fatto, ha permesso, dopo una fase formativa, l’inserimento lavorativo degli ospiti di “Obioma”, con tutte le garanzie di regolarità ed equità nei trattamenti dei rapporti di lavoro, sapendo cogliere, al tempo stesso, le motivazioni e le attitudini dei singoli beneficiari.
“Questo nuovo inserimento del nostro Sprar “Obioma” nel rapporto del Ministero dell’Interno sulle “buoni prassi” a livello nazionale per quanto riguarda l’inserimento lavorativo dei migranti che ospitiamo – ha dichiarato il sindaco Marilena Miceli – è un’ulteriore conferma della giusta scelta fatta qualche anno addietro dal mio predecessore, Paolo Amenta, Vice Presidente di AnciSicilia, nell’avviare nella nostra comunità, che l’ha condiviso, un percorso di accoglienza integrata, diventato, grazie alla professionalità, all’impegno e alla serietà degli interventi messi in campo dall’impresa sociale che gestisce la struttura, un modello per tante altre realtà in tutta Italia”.
“Per la Cna di Siracusa – aggiunge il vicesegretario provinciale, Gianpaolo Miceli – il risultato del rapporto del Servizio Centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati è frutto di un’azione formativa e di sensibilizzazione delle imprese che diventano così interlocutrici preziose per lo sviluppo di percorsi di inserimento socio-lavorativo nel nostro territorio. L’inclusione lavorativa dei migranti ospiti a Canicattini Bagni, come in altri centri, inoltre, arricchisce l’importanza della diffusione della cultura della legalità, sia tra le imprese come tra i lavoratori, isolando sempre più fenomeni come lo sfruttamento lavorativo e il lavoro irregolare. Senza dubbio un’esperienza da allargare ad altre realtà”.
“Nel nostro operare – conclude il presidente di Passwork, Sebastiano Scaglione – abbiamo sempre posto al primo posto la persona, senza distinzione alcuna, i suoi diritti e la legalità. Tre elementi fondamentali per fare una buona accoglienza e, soprattutto, una buona integrazione sociale dei richiedenti asilo e rifugiati che ci sono stati affidati. Per ottenere questo risultato e diventare “buone prassi”, per quanto ci riguarda,abbiamo avuto la fortuna di trovare delle ottime collaborazioni ed intese, ad iniziare con il Comune di Canicattini Bagni che ha promosso lo Sprar, con la comunità canicattinese che ha condiviso questo percorso di accoglienza, ed adesso con le imprese e con Cna, che rappresentano il tessuto economico del territorio. L’obiettivo dell’accoglienza integrata è rendere il migrante autonomo dal punto di vista economico, e questo favorisce la sua integrazione nella comunità che lo ospita, diventando per essa una risorsa e non un peso”.
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