Parco degli Iblei. Luca Cannata: “mediare tra la tutela del patrimonio ambientale e la presenza delle attività economiche”

Tra i Comuni che ricadono nella proposta del Parco ci sono Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Cassaro, Ferla, Palazzolo Acreide e Sortino

“Bene l’istituzione del Parco degli Iblei, ma non si possono mettere a tacere perplessità, dubbi, ansie e preoccupazioni delle realtà economiche del territorio. È necessario mediare tra l’indispensabile tutela del patrimonio ambientale siciliano e la presenza delle numerose realtà economiche attive nel territorio, che rischia di restare ingessata in un’area naturalistica così estesa”. Il candidato alle prossime elezioni Europee del 26 maggio con Fratelli d’Italia, Luca Cannata, interviene così in merito all’istituzione del Parco nazionale dei Monti Iblei. Rientrano nel Parco degli Iblei, le ex Province di Catania (116,59 chilometri quadrati), Ragusa (389,58) e Siracusa (955,79).

I Comuni che ricadono nella proposta del Parco sono: Licodia Eubea, Militello in Val di Catania, Vizzini, nell’area etnea; Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, in provincia di Ragusa; Avola, Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Carlentini, Cassaro, Ferla, Floridia, Francofonte, Lentini, Melilli, Noto, Palazzolo Acreide, Rosolini, Siracusa, Solarino, Sortino, Priolo Gargallo, nel Siracusano. La creazione del nuovo è un’occasione di sviluppo per il territorio, che potrà consentire di attirare nuovi finanziamenti ma bisogna tener conto e superare le criticità evidenziate da molte parti sociali, che hanno evidenziato un eccessivo ingessamento del territorio anche per la creazione di sovrastrutture burocratiche e l’inserimento di parti del territorio provinciale divise in quattro zone soggette a diversi gradi di tutela.

“Bisogna definire gli aspetti positivi del parco coinvolgendo tutte le parti – aggiunge Cannata – e concludere l’iter di delimitazione e istituzione dopo aver studiato un modello di coesistenza compatibile con i diversi comparti economici, con le piccole e medie imprese nei vari settori che rischiano di fallire non potendo più permettere loro alcun miglioramento delle strutture esistenti impedendo la nascita di altre imprese”.

Confindustria, Api, Confcooperative, Confagricoltura, Federcoltivatori, Confartigianato, Casartigiani, Cna, Allevatori Siciliani e Associazione nazionale cacciatori hanno chiesto di rivedere il Parco, che per Cannata deve essere istituito ma non con queste restrizioni. “Bisogna avere rispetto dell’ambiente e del nostro territorio paesaggistico – conclude – ma ciò non può diventare una preclusione a qualsiasi innovazione e svolgimento di attività produttive”.


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