Un documento firmato dalla quasi totalità dei sindaci del Siracusano con l’aggiunta del Comuni di Modica, e ancora associazioni di categoria, Enti e Consorzi di Sviluppo, per chiedere al Ministero dell’Ambiente di annullare l’incontro convocato per mercoledì 17 luglio a Roma con l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, i Liberi Consorzi Comunali di Siracusa e Ragusa, e la Città Metropolitana di Catania, per l’avvio del procedimento del Parco Nazionale degli Iblei.
“Un’iter istitutivo che non convince e che deve necessariamente passare dalla condivisione dei territori e dei soggetti responsabili”, dichiara il sindaco di Buccheri Alessandro Caiazzo che, sulla vicenda del Parco, non ha mai disertato un incontro ed ha sempre espresso il suo punto di vista chiaro e coerente. “Inoltre – prosegue Caiazzo – la delibera dell’allora Commissario straordinario Arnone, del libero consorzio di Siracusa, non ha minimamente tenuto conto delle perplessità esposte dai Sindaci chiamati ad esprimersi, peraltro in un lasso di tempo brevissimo e senza aver la minima contezza della documentazione e della cartografia. In linea di principio non mi dichiaro contrario all’istituzione del Parco, purché questo sia fatto con criterio e sia l’espressione democratica delle esigenze di un vasto territorio che già, al di fuori dei vincoli che saranno naturalmente applicati, soffre una contrazione economica e sociale senza precedenti. Il Parco può essere e può rappresentare futuro volano di sviluppo del territorio? Può darsi, ma solo se ben ponderato e correttamente perimetrato. Per questo motivo, con gli altri colleghi Sindaci, abbiamo ritenuto di chiedere il rinvio dell’incontro previsto per il giorno 17 luglio al Ministero. Occorre ridiscutere nuovamente l’intero assetto e condividere tale assetto con tutti i soggetti interessati e destinatari, attualmente “passivi”, del Parco stesso”.
Portavoce dell’iniziativa anche il presidente dell’Agenzia di Sviluppo degli Iblei, Paolo Amenta, presidente del Consiglio comunale di Canicattini Bagni e vice presidente di AnciSicilia, dopo l’incontro dello scorso 10 luglio al Libero Consorzio di Siracusa alla presenza del Commissario Carmela Floreno, nel corso del quale sono emerse, a giudizio dei firmatari, criticità procedurali e sostanziali nella vicenda dell’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei.
“In quell’incontro – dichiara il presidente Paolo Amenta – sono emerse forti criticità procedurali e sostanziali, evidenziando come alla Regione e da questa al Ministero, sia stata trasmessa una Deliberazione dell’ex Provincia regionale di Siracusa nella quale emergeva “una proposta unitaria espressamente condivisa”, come la definisce la Regione, frutto di un incontro del Giugno 2010, che non ha tenuto minimamente conto, al contrario, delle proposte che sono arrivate dal territorio, quindi Comuni, Enti, Attività produttive, Consorzi, e così via, di Parco a “perimetrazione reticolare”, del quale personalmente mi ero fatto portavoce da sindaco di Canicattini Bagni, insieme ai Gal della provincia di Siracusa. Osservazioni e proposte che abbiamo reiterato nel settembre 2017. Premesso che nessuno di noi, sindaci, associazioni, Enti stakeholder pubblici e privati, firmatari di questo documento, è contrario all’istituzione del Parco Nazionale dei Iblei, consapevoli della sua importanza e delle forti valenze culturali, ambientali, economiche e sociali, che esso può esercitare nel territorio delle tre province, anche se questi soggetti non sono stati mai messi nelle condizioni, né formali, né materiali, di poter esprimere alcuna precisa e puntuale osservazione sulla proposta, ad iniziare dalla carenza della documentazione fornitaci, ridotta ad una poco chiara cartografia non corredata da atti, studi ambientali e naturalistici, indagini sulle vulnerabilità dei siti, piani di fruizione controllata e sostenibile con le previsioni dei servizi annessi che ne avvalorino la scelta di perimetrazione e zonazione del Parco, ivi compresa l’assenza di un Piano di gestione socioeconomica e l’indicazione delle fonti finanziarie cui l’istituendo Parco dovrebbe attingere”.
A distanza di nove anni dalla prima proposta, secondo i firmatari del documento, né la Regione né tantomeno il Ministero, hanno altresì tenuto in debito conto e valutate le trasformazioni strutturali dei sistemi istituzionali che il territorio ha subìto, ad iniziare dalla scomparsa delle ex Province, l’istituzioni dei Liberi Consorzi Comunali, con tutte le problematiche che ciò ha comportato in Sicilia con i loro Commissariamenti, l’impossibilità di svolgerne ruoli e competenze, ed infine il default finanziario ai quali sono stati costretti per il taglio delle risorse finanziarie.
“Non solo – riprende il presidente Amenta -, ma rispetto alla proposta avanzata nel Giugno 2010 dal territorio, quindi dal basso, non si capisce come possa essere stata mortificata la ineludibile “messa a sistema” dei siti naturalistici di pregio, volta alla gestione unitaria dell’intero sistema naturalistico degli Iblei, fra costa ed entroterra, così per come definita dagli elementi oggettivi che ne costituiscono l’armatura naturalistica (Siti Natura2000 e Corridoi Ecologici) e scevra da fattori discrezionali di sorta. Proposta che per la sua forte caratterizzazione “sistemica”, teneva in debito conto tutte le emergenze del cd. “Sistema Ibleo”, esaltandone le peculiarità e valorizzandone le caratteristiche di omogeneità della sua particolarissima identità territoriale, culturale ed ambientale, in una logica di rispetto delle specificità e salvaguardia della configurazione territoriale “tipica” ed esclusiva degli Iblei ed assicurando la più piena coerenza con l’attuale sistema di zonizzazione delle Riserve Naturali Regionali, al fine di rendere le norme di salvaguardia un aggiornamento razionale accettabile dalla popolazione e coerente con i processi di pianificazione e di sviluppo locale. In un periodo storico come quello attuale, in cui tutti i modelli di sviluppo sostenibile si basano su dinamiche cosiddette a “quintupla elica”, aggiornare ed emendare proposte totalmente obsolete di governance strutturale del parco in questione, assicurando il più ampio “metodo partecipativo” da utilizzarsi non in maniera solo formale e strumentale, ma sinceramente stabile e continuativa, innanzitutto includendo nel concetto di “Comunità del Parco” oltre ai Comuni, anche altre istituzioni pubbliche ed Enti di diritto pubblico; le istituzioni cognitive e della ricerca; l’imprenditoria privata e sue organizzazioni di categoria; l’associazionismo sociale, ambientale e culturale; la società civile non organizzata (cittadini attivi, innovatori sociali, policy makers); insomma, tutti gli stakeholder operanti nel territorio interessato dal Parco, affinchè possano essere messi in grado di fornire il proprio prezioso contributo anche nella fase di implementazione e gestione dello stesso. Per tutto questo abbiamo chiesto di annullare l’incontro romano di Mercoledì 17, per poter ridiscutere e riproporre, in maniera partecipata, dal basso, l’ipotesi di perimetrazione e zonazione “reticolare” del Parco, che abbiamo sempre sostenuto, anche in ossequio agli artt. 14 e 32 della Legge Quadro 394/91 ed alle notevoli possibilità offerte dall’applicazione, laddove essi disciplinano quelle zone definite come “aree contigue” e “territori adiacenti”, permettendo così di coinvolgere e qualificare il paesaggio sudorientale del “Sistema Ibleo” nella sua interezza, in un clima di ampia disponibilità e apertura, proprio per ripensarne contenuti e limiti, in funzione dei reali fabbisogni e delle concrete esigenze che nel frattempo sono emerse nel territorio interessato dall’istituzione del Parco. Un ulteriore passaggio, quello che chiediamo, al fine di realizzare tutti insieme un percorso istitutivo del Parco Nazionale degli Iblei che risulti credibile e fortemente partecipativo, per come evidenziato nel Documento, che abbia un avvio immediato entro l’anno in corso”.
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