Si arricchisce sempre più, con nuovi corsi e nuove esperienze, l’Università della Terza Età di Canicattini Bagni, promossa dall’Amministrazione comunale e diretta da Giuseppe Di Mari, giunta al suo 12° anno accademico.
Mercoledì pomeriggio 30 ottobre, nell’aula consiliare di via Principessa Jolanda, l’apertura del 12° ciclo di lezioni, presenti l’assessore alla Cultura, Loretta Barbagallo, il presidente del Consiglio comunale, Paolo Amenta, che da sindaco ha avuto il merito di dare vita a questa “Accademia di Umanità e Cultura”, come la definisce Giuseppe Di Mari, che ne cura il coordinamento e tutto il percorso formativo con la collaborazione della madre, Teresa Amodio, di esperti professionisti, docenti e associazioni, che in modo del tutto volontario mettono a disposizione degli anziani della città e degli iscritti al Centro Diurno Anziani di Canicattini Bagni la loro esperienza.
Presenti anche la Presidente della sezione Fidapa di Solarino, Rita Limer, e la Past President Milena Cianci, che insieme alla presidente dell’associazione culturale “Catarsi” di Priolo, Paola Catanzaro, al Professore Emanuele Di Mauro di Igea Polis, e al Comandante della locale Stazione Carabinieri, Sebastiano Pappalardo, quest’anno collaboreranno con l’Unitre di Canicattini Bagni.
Ospite per la lectio magistralis dell’apertura del 12° anno accademico è stata la scrittrice e giornalista enogastronomica Anna Martano, che attraverso il suo ultimo lavoro letterario “Il diamante nel piatto”, edito da Ali&No, ha tracciato e ripercorso un pezzo di storia della Sicilia e della sicilianità.
Ad aprire l’appuntamento sono stati i saluti della vice presidente del Centro Diurno Anziani,Giovanna Giangravè, dell’assessore alla Cultura, Loretta Barbagallo, che ha portato il saluto del sindaco Marilena Miceli, occupata fuori città, e l’impegno dell’Amministrazione comunale a continuare a sostenere iniziative culturali e di inclusione come quelle di Unitre, e del Presidente Paolo Amenta.
“Un momento formativo e di arricchimento culturale che dobbiamo continuare ad utilizzare bene – ha detto Amenta – così com’è stato in questi lunghi undici anni di vita di Unitre, che ha dato l’opportunità a tanti anziani di poter approfondire ed ampliare le loro conoscenze, soprattutto su argomenti che magari da giovani non si sono potuti affrontare per motivi diversi. Questa esperienza, inoltre, non è soltanto un rapporto ravvicinato con la cultura ma è anche un percorso di vita e di socializzazione tra le persone anziane, spesso sole, che deve vederci impegnati tutti, in primo luogo chi ha il compito di amministrare la cosa pubblica, come sta avvenendo in questi anni nella nostra città”.
Un impegno che si traduce nell’ampliamento dei corsi nella crescita dell’offerta formativa, come hanno poi sottolineato Giuseppe Di Mari e Teresa Amodio nel presentare il 12° anno di attività.
Lezioni che tratteranno, tra le altre cose, di medicina tradizionale e alternativa, di educazione alla salute, prime nozioni di pronto soccorso, alimentazione e stili di vita, danza e benessere psicofisico, fisioterapia, yoga, contrasto alla solitudine e alla depressione, prevenzione degli incidenti domestici, percorsi di cittadinanza attiva, conoscenza della Carta costituzionale, legalità, Europa, comunicazione e linguaggi plurimi, letteratura, inglese, politiche di sostenibilità, prevenzione delle truffe agli anziani e, naturalmente, teatro e musica con Lalla Bruschi e Michele Gallo.
A chiudere l’apertura del nuovo anno accademico, dopo le performance teatrali, musicali e poetiche di Lalla Bruschi, Michele Gallo e Roberto Catania, è stata, presentata dalla Dott.ssa Nella Carpinteri, la “lectio magistralis” di Anna Martano, docente, critica enogastronomica, esperta della gastronomia storica siciliana, giornalista enogastronomica associata Asa Press Associazione Stampa Agroalimentare Italiana, Prefetto Sicilia Aigs Accademia Italiana Gastronomia Storica e Gastrosofia, e Direttore Accademico de “I Monsù, Accademia Siciliana di Enogastronomia”.
Il suo è stato un viaggio nella storia della Sicilia attraverso le tradizioni e il vasto patrimonio gastronomico dei vari territori dell’Isola, sfatando anche alcuni dubbi, come quello relativo alla “parmigiana”, nulla a che fare con il territorio parmense, ma piuttosto piatto tipicamente siciliano chiamato così per la disposizione a strati delle fette di melanzane che ricordano le liste di legno delle finestre persiane dette in latino “parma”, scudo.
“La cucina storica siciliana – ha ricordato la Martano – offre un ampio ventaglio di ricette. Io ho voluto inserirne parecchie, raccontandole, allo scopo di proporre la possibilità di mangiare cibi golosi senza impazzire nella ricerca degli ingredienti, anche per i celiaci. Il cibo, d’altra parte, è condivisione ed io voglio tutti possano stare a tavola insieme con più gusto“.
Il suo libro “Il diamante nel piatto”, edizioni Ali&No, ha fornito ampi spunti di conoscenza e arricchimento per i presenti, ma soprattutto si è confermato un prezioso lavoro di ricerca e salvaguardia della nostra memoria storica e gastronomica.
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