A tre anni dal riconoscimento Slow Food e del presidio della salsiccia tradizionale di Palazzolo, produttori, allevatori, chef e amministratori locali si sono ritrovati per tracciare un primo bilancio. I lavori moderati da Carmelo Maiorca hanno visto la partecipazione del fiduciario di Siracusa Francesco Motta, del cuoco Andrea Ali, di Alessia Liistro, di Linda Colosa e dell’assessore al turismo e promozione del territorio di Palazzolo Maurizio Aiello. A chiudere la giornata Francesco Sottile del comitato nazionale Slow Food che ha sottolineato come dopo tre anni ci sia lo stesso entusiasmo di produttori, trasformatori, ristoratori .
“Difendete – ha spiegato Sottile – il vostro disciplinare di produzione e continuate a fare comunità. Grazie a slow food per questa giornata che parte dal presidio della Salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide ma raggiunge tutti gli angoli della nostra attività e dei nostri valori“. Alessia Liistro ha illustrato l’importanza dell’enogastronomia nel turismo, raccontando anche delle esperienze gastronomiche che vengono proposte ai turisti, all’insegna di un turismo sempre più esperienziale, segnalate anche come buona pratica su un articolo che parla della campagna “meat to change” pubblicato su Slow Food International.
Una grande vetrina mondiale per esperti del settore. Linda Colosa ha presentato i risultati del progetto e auspicato come a una sempre maggiore produzione (6000 kg di salsiccia prodotti in un anno) adesso occorra attirare capitali e persone e puntare ad alla certificazione Cee utile all’esportazione. Andrea Ali ha sottolineato come il presidio sia stato anche un’occasione per qualificare il settore e creare nuovi scenari socio-economici in quanto sempre più consumatori richiedono la salsiccia prodotta con il disciplinare Slow Food, apprezzandone la qualità.
“Storie di ordinaria resistenza al globale – afferma l’assessore al turismo Maurizio Aiello – in cui gli chef, gli allevatori ci mettono la faccia e diventono, attraverso un piatto tipico come la salsiccia, lo storytelling di un territorio e della sua vocazione per il turismo eno-gastronomico“. Tre anni e un bilancio positivo e tanti progetti in cantiere per la salsiccia palazzolese realizzata con il suino nero. Secondo la tradizione, il maiale nero siciliano è presente sul territorio sin dai tempi della colonizzazione greca (intorno al VII-VI secolo a.C.). Ai tempi dei greci, il suino nero veniva utilizzato come sacrificio alle divinità, mentre la vera e propria lavorazione della carne è iniziata in epoca successiva, con i romani. Oggi, viene ancora allevato allo stato brado o semibrado e nutrito con foraggi naturali che rendono la carne del suino particolarmente tenera e profumata, dal sapore unico e inconfondibile.
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