Buccheri, “Valle dell’Anapo” e San Giulio (Novara) gemellate sotto il segno della legalità

Le due scuole, quella siciliana e quella piemontese, si sono unite grazie al Professore Alessio Miceli, trait d’union dell’intesa, e al sostegno senza riserve di tutti i docenti

E Buccheri ha fatto il bis. Dopo la conversazione con Paolo Borrometi di mercoledì 20 marzo al Centro Congressi “Sant’Ambrogio”, gli alunni della scuola media del quartiere Badia, il giorno successivo, hanno riaperto il dialogo del noto giornalista modicano, costretto a vivere sotto scorta dopo che la criminalità organizzata, dal 2014, ha tentato più volte di ucciderlo per i suoi articoli.

Dunque, si è parlato ancora di mafia in quello che rappresenta il cuore degli Iblei.  Alla luce di queste considerazioni, il giorno successivo, gli Istituti “Valle dell’Anapo” e “San Giulio” (Novara), presieduti rispettivamente dalle dirigenti Daniela Frittitta e Daniela Bagarotti, hanno dato vita a un gemellaggio nato dopo pochi contatti, avvenuti nel mese di ottobre 2018. Le due scuole, quella siciliana e quella piemontese, si sono unite grazie al Professore Alessio Miceli, trait d’union dell’intesa, e al sostegno senza riserve di tutti i docenti.

In mezzo, un viaggio di quasi 1.500 km che ha condotto a Buccheri gli studenti di altri due piccoli centri della provincia novarese, San Maurizio d’Opaglio e Orta San Giulio. “Il viaggio del rispetto” (questo il titolo del progetto) ha fatto sì che queste tre realtà si confrontassero non solo sul reciproco patrimonio commerciale, turistico e naturale, ma anche su un tema trasversale e attualissimo: il rispetto della legalità e la lotta a tutte quelle forme di criminalità che cercano di sopprimerla. La mafia, particolarmente.

Per questo sono stati letti e condivisi brani da “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia, “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando e “Da che parte stare” di Alberto Melis. Brani che hanno ispirato riflessioni personali degli alunni, testimonianze per nulla banali di una “bella gioventù” che ha tanto da dire e da offrire.

All’incontro, che si è aperto con uno scambio di libri tra le due scuole, cui preso parte anche il sindaco, Alessandro Caiazzo, che, dopo avere messo in luce la valenza storica e la produttività economica del territorio di Buccheri, ha sottolineato quanto oggi sia importante perseguire l’insegnamento della storia, in modo da formare una coscienza giovanile critica e responsabile nei confronti degli eventi, spesso tragici e dolorosi, che segnano la nostra società.

Toccante è stato il momento successivo alla lettura dei pensieri degli alunni, quando sulle note della canzone di Fabrizio Moro, “Pensa”, sono apparse sulle pareti dell’aula magna le foto degli uomini “onesti e semplici” che hanno combattuto “Cosa nostra” sacrificando la propria vita.

In questo modo si è voluto ricordare chi fossero i protagonisti assoluti dell’incontro, dal momento che ogni anno, il primo giorno di primavera, l’associazione “Libera” ha deciso di celebrare la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La mattina è proseguita al di fuori delle mura scolastiche, nonostante il tempo quasi “nordico”.

Ma del resto, la bassa temperatura non poteva certo frenare l’entusiasmo di ottanta studenti, che in maniera ordinata si sono lasciati guidare dai ragazzi del servizio civile, attraverso le suggestive vie del paese avvolte nella nebbia, all’interno di alcuni significativi edifici. Dei veri e propri “scrigni”, che da secoli custodiscono in maniera preziosa capolavori d’inestimabile arte e tramandano una profonda e sincera religiosità, come la Chiesa di Sant’Antonio Abate e la Chiesa di Santa Maria Maddalena.

Quindi la calorosa accoglienza di Don Marco Ramondetta, presso la Chiesa Madre di Sant’Ambrogio, ha contribuito a “riscaldare” gli animi un po’ infreddoliti. Infine, in un ristorante si è svolto un momento conviviale, arricchito da una notevole e gustosa varietà di pizze, perché, si sa, l’accoglienza meridionale passa anche dal cibo. I ragazzi, così, hanno potuto conoscersi meglio e creare qualche legame che, ci auguriamo, possa proseguire al di là della contingenza del progetto.

Terminato il pranzo e scattate le ultime foto di rito, gli ospiti piemontesi si sono congedati per dirigersi verso Siracusa, senza nascondere il rimpianto di non avere avuto più tempo da trascorrere insieme. Il viaggio potrebbe così continuare, stavolta all’inverso, dal cuore dei Monti Iblei al cuore del Lago d’Orta. Ma sempre e comunque, solo ed esclusivamente, nel segno del rispetto e dell’amicizia.


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