Con i soli voti dei dieci consiglieri della maggioranza di “Sviluppo e Futuro” e il voto contrario dei due consiglieri di minoranza “Trasparenza e Cambiamento” rimasti in aula, Sebastiano Trapani e Sebastiano Gazzara, il Consiglio comunale di Canicattini Bagni, nella seduta di ieri sera, ha approvato il Bilancio di previsione per l’anno in corso, segnato, come ha sottolineato il sindaco Paolo Amenta, titolare della rubrica in questione, dai profondi tagli nei trasferimenti finanziaria da parte dello Stato e della Regione, senza averne in cambio le “compensazioni” previste dal Federalismo Fiscale, applicato nel resto d’Italia tranne che in Sicilia, non avendo la Regione sottoscritto alcun protocollo con il governo nazionale.
Una situazione drammatica per tutti i comuni siciliani che hanno dovuto alzare le aliquote dell’IMU e lanciare una drastica battaglia contro le evasioni, per non mettere a rischio i servizi, in particolare quelli sociali per cui la Regione non ha ancora programmato gli interventi della 328 sui servizi socio-sanitari e di conseguenza i Distretti non hanno effettuato la loro programmazione per gli Enti, per cui lo stesso sindaco Amenta, vice presidente regionale di ANCI Sicilia, ha annunciato per settembre una mobilitazione generale dei Comuni a Palermo, proprio su questo problema così come sull’altro problema, le limitazioni ed i vincoli imposti dal “Patto di Stabilità”.
«Il Rendiconto 2011 si è chiuso con un risultato di gestione di competenza di più 172.447,19 euro – ha detto il sindaco Amenta nella sua relazione -, costituito interamente da fondi non vincolati, per cui globalmente la gestione finanziaria di questa compagine si è chiusa al 31 dicembre 2011 con un avanzo di amministrazione di 705.443,06 euro di cui fondi vincolati per un ammontare complessivo di 65.024,96 euro e fondi non vincolati per complessivi 640.418,10. Dopo aver avuto l’onore di essere riconfermato dai nostri concittadini alla guida dell’Ente, abbiamo dovuto far i conti con una duplice problematica:
1. Le drastiche riduzioni dei trasferimenti statali e regionali;
2. I rigidi vincoli imposti dal Patto di Stabilità.
In merito al primo punto, è opportuno far rilevare come la sommatoria delle miopi manovre attuate da Tremonti e da Monti, che si sono abbattute in maniera indiscriminata su tutti gli Enti, non tenendo in nessuna considerazione la bontà della condotta amministrativa precedentemente attuata dai vari enti, ha fatto sì che i trasferimenti statati si siano ridotti da 1.444.833,85 euro del 2010 ad 747.738,40 euro del corrente anno. Anche i trasferimenti correnti regionali hanno subito la medesima sorte, per cui sono scesi da 875.778,85 euro del 2010 a 496.888,06 euro del corrente esercizio e quelli per funzioni delegate da 1.659.463,39 euro a 1.317.220,26.
Di conseguenza, il titolo II delle entrate è passato da 3.980.076,09 euro del 2010 a 3.509.609,37 euro del 2011 , per poi crollare ulteriormente nel corrente esercizio dove sono iscritti trasferimenti per un ammontare complessivo di 2.611.846,72 euro . Il saldo negativo rispetto al 2010 è stato quindi di ben 1.368.229,37 di euro. Se consideriamo che i primi tre titoli del bilancio (quelli su cui poi effettivamente si sviluppa la condotta amministrativa dell’ente) si attestano a poco circa 6.400.000 euro, la suddetta riduzione ammonta ad oltre il 21% del totale!
A questo aggiungiamo il fatto che – ha continuato Amenta – mentre tutti gli altri comuni italiani hanno potuto accedere ai meccanismi compensativi previsti a seguito dell’entrata in vigore del federalismo fiscale, i Comuni siciliani non hanno beccato nemmeno un centesimo di perequazione a seguito del mancato accordo del Governo Regionale con il Governo nazionale. In merito poi al Patto di Stabilità, è opportuno ricordare brevemente come per il corrente esercizio ci viene imposto un saldo positivo tra entrate correnti e spese correnti di € 597.000, cosa che naturalmente rappresenta un ulteriore cappio al collo per le sane amministrazioni come la nostra che, malgrado siano in possesso di un buon avanzo di amministrazione, sono di fatto impossibilitate ad utilizzarlo per migliorare i servizi offerti ai cittadini, perché ciò significherebbe ineluttabilmente sforare il Patto di Stabilità, con le sue deleterie conseguenze.
Fatte queste doverose premesse, necessarie per spiegare a chiare lettere qual era la situazione di partenza per la redazione del presente strumento finanziario, ci è apparso evidente che l’unico strumento su cui agire per raggiungere il pareggio di bilancio era l’IMU. Dopo aver analizzato a fondo la problematica, questa compagine amministrativa ha deciso di stabilire le seguenti aliquote:
Abitazione principale e pertinenze 5‰ (l’1‰ in più) Fabbricati rurali strumentali 2‰ Altri immobili 8.80‰ (quindi l’1,20 ‰ in più). Ciò è scaturito da una duplice considerazione: da un lato aver constatato che l’incremento di un punto per l’abitazione principale per una famiglia-tipo composta da genitori e due figli non determina sostanziali incremento di quanto dovuti rispetto a quanto la stessa famiglia pagava prima dell’eliminazione dell’ICI per la prima casa e dall’altro aver equiparato la tassazione comunale al 5‰, considerato che il 3,80‰ relativo ad altri immobili va allo Stato.
Nel contempo è già stata avviata una seria lotta all’evasione e all’elusione che, se darà i risultati sperati, ci permetterà di rivedere al ribasso le suddette aliquote entro il 30 settembre prossimo, come permesso dalla normativa vigente. Considerato tutto ciò e soprattutto il fatto che a seguito di tutte le manovre finanziarie che si sono succedute hanno posto la stragrande maggioranza delle famiglie italiane con l’acqua alla gola, si è deciso di mantenere invariate tutte le tariffe comunali, con l’unica eccezione della retta di frequenza dell’asilo-nido (sino a 13 mila euro Isee si paga 160 euro al mese, oltre 13 mila euro Isee si paga 240 euro al mese)” .
Prima del Bilancio era stata rinviata la discussione per quanto concerne il Regolamento per l’esercizio delle attività dello spettacolo viaggiante e approvato, sempre con il voto contrario dei quattro consiglieri di minoranza, il piano Triennale delle Opera Pubbliche. Piano nel quale le priorità sono date, come sostenuto sempre dal sindaco Amenta, dalle manutenzioni, dall’adeguamento sismico delle scuole, dagli interventi per il rischio idrogeologico nel centro abitato dove si è già completa una parte, e dalle opere inserite nelle progettualità per l’accesso ai Fondi Strutturali come i PIST, e quindi il completamento della riqualificazione urbana, già avviata con via Principessa Jolanda, via Cavour, via Grimaldi, e del suo centro storico, dalla Piazza alle vie adiacenti.
Diventa prioritario l’Auditorium con annessa Scuola di musica, il cui progetto è in graduatoria per i finanziamenti, così come la realizzazione al Foro Boario del Centro Turistico e di promozione dei prodotti iblei, le opere di urbanizzazione dei PI, ovvero l’Area Artigianale di cui è pronto il progetto esecutivo pronto a concorrere ai bandi regionali, gli impianti già finanziati per la produzione di energia alternativa tramite tre microturbine da collare nei corsi d’acqua (Cardinale, Acquedotto, e Depuratore), e la sicurezza e apertura di alcuni accessi stradali come quelli di via Alfeo e di via Roma, quest’ultima adiacente al Campo sportivo, collegandolo grazie alla collaborazione della Provincia, con la Maremonti.
Approvato invece all’unanimità dei presenti e quindi anche dei consiglieri della minoranza, il Piano per la valorizzazione dei beni immobili di pregio del Comune, come il Mulino Passo Le Vacche e l’ex Lazzaretto dei Campicelli.
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