Arriva anche a Canicattini Bagni, al Museo dei Sensi di via De Pretis 18, all’interno del quale sono ospitati il Museo del Tessuto – Casa dell’Emigrante – Museo della Medicina Popolare, dove sono già presenti un ricco archivio, documentazione e testimonianze sul fenomeno emigratorio ca-nicattinese, la Mostra “Sicilian Crossings”, dove resterà esposta da domenica 29 Luglio, giorno dell’inaugurazione, sino al 30 Settembre.
La Mostra, curata dal professore Marcello Saija, studioso dell’emigrazione siciliana, è stata allestita perfino a Ellis Island Museum, l’isoletta a cinque minuti di battello da Manhattan che ospita il più grande museo mondiale dell’emigrazione. Racconta, in 120 pannelli, la storia dei siciliani che scelsero la via degli States e la sfida di un’avventura per molti rivelatasi felice.
Un secolo e mezzo di “Sicilian Crossings”, titolo dell’esposizione, che comincia dalle cause di un flusso emigratorio imponente già dalla fine dell’Ottocento.
In questo lavoro della “Rete dei musei siciliani” presieduta da Marcello Saija, c’è tutto il sogno americano: da cosa è stato a determinarlo, al come e dove si è realizzato. Alla Mostra “Sicilian Crossings” hanno partecipato i musei siciliani dell’emigrazione di: Salina, Savoca, Giarre, Canicattini Bagni, Ragusa, Acquaviva Platani, Santa Ninfa.
I centoventi pannelli della Mostra da domenica 29 Luglio, pertanto, saranno esposti in cinque sale del Museo dei Sensi, in cui trovano spazio sentimenti, testimonianze, scene struggenti sul molo, le valigie di cartone tenute da lacci, le paure dei momenti immediatamente precedenti all`abbandono, l`ansia determinata dalla visita medica, dalle formalità dell`ultimo momento; poi le lacrime e i fazzoletti sventolanti sulla banchina e sulle navi che prendono il largo dai porti di Messina e Palermo.
Nella terza galleria l`impatto con la nuova realtà e dopo il passaggio da Ellis Island, tappa obbligatoria, la via di Manhattan, o di Chicago Little Italy, Rochester, e così via.
Nelle ultime sale il ruolo delle società di mutuo soccorso che ciascuna comunità ha costituito e alcune delle quali ebbero rapidamente considerazione e prestigio fino a diventare interlocutori delle principali industrie americane nella segnalazione dei lavoratori da assumere. Ma non solo rappresentarono, infatti, un catalizzatore aggregante per le famiglie già insediatesi e quelle in arrivo.
«Tenere viva la memoria sul fenomeno dell’emigrazione, ha dichiarato il sindaco Paolo Amenta, che a Canicattini dalla fine dell’800 agli inizi del ‘900 fu molto intenso, vuol dire conoscere le radici del proprio popolo e tramandarle alle nuove generazioni che oggi vivono, nei nostri territori, il triste esodo dell’immigrazioni dei popoli del Mediterraneo. Vuol dire anche mantenere e rafforzare il legame con i propri connazionali all’estero, molto forte il nostro con i canicattinesi del Connecticut, e lavorare per evitare che ciò abbia a ripetersi con i nostri giovani per l’assenza di un lavoro nella terra dove si trovano le loro radici e gli affetti. Questa mostra, già esposta all’Ellis Island Museum di New York che come Amministrazione abbiamo avuto la fortuna di visitare nel 2009 in occasione della visita ai nostri connazionali, arricchisce la già vasta documentazione raccolta nel nostro Museo dell’Emigrazione, che presto diventerà punto di riferimento di tutto il fenomeno emigratorio della provincia di Siracusa».
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