Lunga seduta quella di lunedì sera del Consiglio comunale di Canicattini Bagni, chiamato dal presidente Paolo Amenta a discutere sul mega impianto fotovoltaico di circa 113 ettari proposto dalla Lindo srl di Roma alle porte della città, comprendendo anche il territorio di Siracusa, per il quale la Giunta del sindaco Marilena Miceli ha già espresso parere negativo con un atto d’indirizzo girato proprio al Consiglio, e ancora, a pronunziarsi sul Regolamento degli sgravi per il conferimento dei rifiuti differenziati nell’Isola Ecologica, a dare le proprie valutazioni sulla prima Relazione del Sindaco, a reiterare il vincolo preordinato all’esproprio del Prg per la zona “D” destinata alle attività produttive, e ad esprimersi sulla mozione “Per una città senza plastica” presentata dal capogruppo del Gruppo Misto, Luisa Chiarandà, oltre a una serie di interrogazioni dei consiglieri Garro e Calabrò.
Approvati all’unanimità i verbali delle sedute precedenti, si è così passati alle comunicazioni su fatti e circostanze di interesse del Consiglio.
A prendere la parola il sindaco Marilena Miceli per informare che il Comune nei giorni scorsi a Catania ha ricevuto dal presidente della Regione il decreto di finanziamento di 15.350 euro per l’assunzione di un “energy manager” che affiancherà l’Amministrazione e gli uffici del Comune nel percorso di efficienza energetica per gli interventi inseriti nel Paesc (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima), approvato dal Consiglio, con l’obiettivo di riduzione del 40 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030, come previsto dal Patto dei Sindaci.
Dopo il sindaco il presidente Amenta ha ricordato ai Consiglieri che non l’avessero ancora fatto di consegnare la dichiarazione obbligatoria di appartenenza o meno a logge massoniche, e di aver ricevuto una lettera dal Movimento Giustizia&Libertà su un argomento all’ordine del giorno che prima di essere letta deve essere valutata dall’Ufficio di Presidenza, contenendo nomi e cognomi.
Successivamente ha preso la parola il Capogruppo del Gruppo Misto, Luisa Chiarandà, per comunicare l’apertura del bando azione 6.1.1 Fesr, riguardante i contributi ai Comuni per gli impianti di Compostaggio di comunità dei rifiuti, per cui l’amministrazione potrà presentare il proprio progetto entro l’11 Giugno, mentre il Comune di Canicattini Bagni, a seguito dell’approvazione della delibera del Consiglio dello scorso 17 gennaio, è stato inserito tra gli Enti aderenti alla Carta di Avviso Pubblico.
Infine, sempre per le Comunicazioni, il Capogruppo di “Insieme per Cambiare”, Danilo Calabrò, ha fatto leggere al Presidente un articolo in merito alla vicenda del nuovo ospedale di Siracusa, per cui il Consiglio comunale aveva approvato una Mozione di contrarietà alla sua realizzazione alla Pizzuta, rivendicando un’area facilmente raggiungibile fuori dal centro abitato in prossimità del raccordo autostradale. L’articolo riferisce le anticipazioni, da parte dell’Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, della perizia del consulente dell’Asp, che in pratica evidenzierebbe tutte le osservazioni negative riportate nella Mozione, ad iniziare dall’insufficienza dell’area, del costo inferire del 70% dell’area nei pressi dell’autostrada, dell’impossibilità di realizzare l’elisoccorso alla Pizzuta, e delle modifiche urbanistiche registratasi nel corso degli anni in quella stessa area urbana.
Soddisfazione è stata espressa dal Presidente Amenta a nome di tutto il Consiglio: «La nostra Mozione è stata centrale ed abbiamo contribuito a fare chiarezza su una struttura che deve servire efficientemente tutte le comunità del Distretto».
Il Presidente Amenta ha poi proposto al Consiglio, che ha approvato all’unanimità, il prelievo dei punti 5 e 6 riguardanti la riproposizione del vincolo per l’area artigianale e la vicenda del mega impianto fotovoltaico tra i territori di Siracusa e Canicattini Bagni.
Ad illustrare il primo punto è stato l’Assessore all’Urbanistica, Pietro Savarino, ricordando come sia necessario riproporre, essendo di interesse collettivo, il vincolo scaduto per la zona “D” del PRG (ad oggi oggetto di procedura V.A.S.), lungo la Maremonti, destinata agli insediamenti produttivi, dove dovrà sorgere anche il Polo d’eccellenza Agroalimentare, inserito nel Programma dei Lavori Pubblici 2019/2021 approvato recentemente dal Consiglio. Un’area, tra l’altro, ha puntualizzato Savarino, che verrebbe cancellata da una eventuale realizzazione del mega impianto industriale fotovoltaico di cui il Consiglio è chiamato a discutere.
Sull’argomento è intervenuta la Consigliera Francesca Cassarino, chiedendo se si è tenuto conto dell’impatto ambientale. A rispondere è stato il Dirigente dell’Ufficio Tecnico, Geometra Capo Giuseppe Carpinteri, che ha puntualizzato come nella progettazione dell’area artigianale si sia mantenuto basso il livello di impatto ambientale, non invasivo, mimetizzato da zone a verde nel rispetto del paesaggio circostante.
Lo stesso presidente Amenta, intervenendo, ha ribadito come quella individuata a suo tempo, oggi oggetto del progetto dell’impianto industriale fotovoltaico di circa 113 ettari, faccia parte delle strategie di sviluppo del modello sostenibile che la città di Canicattini Bagni si è data nel corso degli anni, nel rispetto di tutti i parametri dell’impatto ambientale. Tantè, ha sottolineato Amenta, il progetto è stato redatto in modo non invasivo, nel rispetto del Parco Nazionale degli Iblei, che recentemente la Regione ha rimesso in vita.
Messo ai voti il punto veniva approvato con 9 voti favorevoli ed una astensione.
Si passava così all’altro punto prelevato relativo al progetto della società Lindo srl, con sede a Roma, per cui ha chiesto il rilascio del provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, per la realizzazione di un mega impianto fotovoltaico di taglia industriale in località Cavadonna, a soli 2,1 km dal centro abitato di Canicattini Bagni, lungo la provinciale 14 Maremonti, in terreni con destinazione in parte agricola, in parte industriale-artigianale, e in parte a verde pubblico.
Ad illustrarlo è stato il Presidente Paolo Amenta, rimarcando come l’impianto, di puro interesse privato senza alcuna ricaduta economica sul territorio, abbia una potenza installata di 67,421 MWp, e sia esteso 1.129.777 metri quadrati, ovvero circa 113 ettari di terreno, in località Cavadonna, tra il Comune ibleo (616.941 m.q.) e quello di Siracusa (512.836 m.q.), con una distesa di pannelli montati su strutture a inseguimento monoassiale in configurazione bifilare per un totale di 4.682 tracker (ogni tracker alloggia 2 filari da 20 moduli) con complessivi 187.280 moduli. Inoltre, l’energia prodotta, veicolata mediante un cavidotto MT (media tensione) interrato, lungo circa 10 km, transiterebbe da 67 cabine inverter, 5 cabine MT, 1 controllo room, una cabina di consegna e una cabina utente di trasformazione MT/AT (da media ad alta tensione) realizzata in adiacenza alla costruenda sottostazione AT di proprietà di Terna in località Casa Sa Alfano, in territorio di Noto. Si attraverserebbe un territorio di grande pregio paesaggistico con il suo straordinario reticolo di cave, scrigno unico al mondo di biodiversità, per raggiungere la destinazione finale, sempre a ridosso del centro abitato di Canicattini Bagni.
Il presidente Amenta ha ricordato, inoltre, come già la Giunta comunale abbia detto no al progetto, producendo, attraverso un atto d’indirizzo, una seria di osservazioni negative, trasmesse anche alla Giunta del Comune di Siracusa che nei prossimi giorni ha garantito verranno condivise. Le stesse osservazioni, in dieci punti, approntati dall’Ufficio Tecnico comunale che si pongono all’approvazione del Consiglio.
Dopo Amenta a prendere la parola è stato l’Assessore Pietro Savarino per accingere che, a memoria d’uomo, ed in particolare dei canicattinesi preoccupati per la vicinanza al centro abitato e per i terreni circostanti, l’area scelta per l’insediamento dell’impianto sia da anni soggetta a continui incendi, in particolare nella stagione estiva, tantè che ha provveduto a richiedere al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa, l’apposita documentazione degli interventi effettuati nella zona, per cui alle già citate particelle del territorio di Siracusa interessate da incendi, ha chiesto che venissero aggiunte anche quelle ricadenti nel territorio di Canicattini Bagni.
Sull’argomento è intervenuto il capogruppo di “Insieme per Cambiare”, Danilo Calabrò, per sottolineare che il modello di sviluppo che la comunità canicattinese si è data non comprende mega impianti fotovoltaici, piuttosto valorizzazione delle risorse naturali, culturali, storiche, archeologiche e paesaggistiche che, al contrario verrebbero distrutte dall’impatto negativo di una struttura industriale di così vaste proporzioni. Un impianto, ha continuato Calabrò, realizzato alle porte del centro abitato e di quel Parco Nazionale degli Iblei che comprende anche il territorio canicattinese assieme alla zona montana.
“Non siamo contrari alle fonti energetiche rinnovabili per le abitazioni e le imprese – ha detto ancora Calabrò – in modo non invasivo e nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Dobbiamo avere il coraggio tutti insieme di dire che questo impianto non è bello”.
Della stessa opinione anche la capogruppo del Gruppo Misto, Luisa Chiarandà, che nel ribadire la non contrarietà ai piccoli impianti di produzione di energia rinnovabile, ha sottolineato invece l’interesse speculativo di “un impianto che produrrebbe un consumo di suolo agricolo enorme a scapito dell’impatto paesaggistico e delle stesse politiche di sviluppo agricolo. Un campo fotovoltaico a terra presenta delle criticità che possono influire sulla stabilità della copertura pedologica, accentuando o mitigando i processi di degradazione che maggiormente minacciano i suoli della nostra regione, quali la diminuzione della sostanza organica, l’erosione, la compattazione, la perdita di biodiversità, cibi e sovranità alimentare e la perdita di fertilità”.
Un provvedimento calato dall’alto dalla Regione disattendendo le politiche di sviluppo che il territorio di è dato, per il Capogruppo di “Sviluppo e Futuro”, Sebastiano Gazzara. Un impianto ben visibile che secondo Gazzara causerà un danno irreversibile al territorio e alla comunità canicattinese.
“Un biglietto da visita negativo – rimarca ancora Gazzara – per un’area di interesse turistico, archeologico, paesaggistico ed ambientale, come quella iblea, inserita nel patrimonio Unesco. Un progetto che nel futuro riserverà problemi più che preoccupanti per tutti noi, ad iniziare dalla devastazione di un patrimonio e dallo smaltimento dei materiali”.
“Non solo – ha aggiunto il collega di gruppo Sergio Petrolito – ma si pensi a quei 10 km di cavidotto che attraverserà il nostro territorio per arrivare alla cabina di trasformazione a Sant’Alfano sopra la città, cinturando di fatto Canicattini Bagni”.
Conclusi gli interventi il Consiglio con voto unanime ha approvato l’atto d’indirizzo con le osservazioni negative preparate dai tecnici e l’aggiunta proposta dall’Assessore Savarino, da inviare alla Presidenza della Regione, agli Assessorati regionali Territorio e Ambiente e all’Energia, oltre che al Comune di Siracusa:
- Le aree di cui in progetto (parte della p.lla 26) ricadenti nel Comune di Canicattini Bagni sono classificate dal vigente Piano Regolatore Generale (D.A. n.179/DRU del 10/03/1995) e dal Piano Particolareggiato per Insediamenti Produttivi – P.I.P. (autorizzazione del 04/12/2009 prot. n.89584 dell’A.R.T.A), in zona territoriale omogenea “D” – Artigianale (oltre che verde pubblico e area del depuratore), per le quali il Comune e l’intera comunità canicattinese non intendono recedere dalla loro destinazione urbanistica;
- Nel Programma dei Lavori Pubblici 2018/2020, approvato con deliberazione del C.C. n.16 del 15/10/2018, è inserito alla priorità n.20, il progetto per la ”realizzazione di un Polo d’eccellenza Agro-alimentare e opere di urbanizzazione per il P.I.P.” – (Concessione per costruzione e gestione). L’intervento è incluso con priorità n.20 nello schema di Programma dei Lavori Pubblici 2019/2021, approvato dalla G.C. con atto n.18 del 07/02/2019;
- Le aree di cui alla zona “D” – Artigianale, ricadenti nel Comune di Canicattini Bagni, sono provviste di progetto di livello definitivo per la realizzazione dell’urbanizzazione primaria e del depuratore comunale come approvato con Conferenza speciale dei servizi del 07/09/2009 dall’Ufficio del Genio Civile di Siracusa pertanto ci si oppone alla realizzazione in esse di qualsiasi altro progetto. L’Amministrazione comunale esprime e rafforza il proprio interesse a proseguire nell’urbanizzazione di detta area;
- In prossimità del sito dove dovranno realizzarsi i campi fotovoltaici è stato individuato dalla Regione Sicilia – Assessorato Reg.le BB.CC.AA. un tratto di paesaggio percettivo – panoramico (Canicattini Bagni – Bivio Masseria Gozzo, per una frazione di Km. 4,85, riportato nelle Linee Guida del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale che con la realizzazione dell’opera sarebbe gravemente deturpato con nocumento e perdita dell’area censita come paesaggio naturale dall’autorità regionale che viceversa va salvaguardata e tutelata (rapporto fotografico e planimetria allegata – allegato 1);
- La morfologia delle aree con carattere tipicamente rurale dell’altopiano degli Iblei sarebbe irrimediabilmente trasformata a discapito della collettività e del bene comune. Si modificherebbe la conformazione vegetale che maggiormente domina gli Iblei cioè la macchia mediterranea con ampi tratti di prateria mediterranea a gariga (caratteristica riportata a pag.16 della Sintesi non tecnica dello stesso progetto della Lindo s.r.l.);
- La realizzazione dell’intero impianto fotovoltaico incide negativamente ai fini dell’impatto paesaggistico e visivo dell’intera zona deturpando l’alto piano ibleo. Ogni cittadino ponendosi nei pianori di Contrada Cozzo-Guardione a Noto oppure dalla C/da “Bosco di Sopra” e “Bosco di Sotto” e/o dalla C/da “Bagni” tutte a Canicattini Bagni, e ancora da lato sud dell’altopiano ricadenti nei Comuni di Avola e di Noto, così come sui rilievi posti a nord del Comune di Priolo Gargallo e frazione di Belvedere (SR), l’impianto impatterebbe con la vista del comune cittadino. La relazione di sintesi non tecnica, pag. 20, riconosce che: L’unica forma di impatto significativo, e potenzialmente negativo, derivante dalla realizzazione del progetto è ascrivibile al suo inserimento nel contesto paesaggistico dell’area. E infatti, posizionandosi in Ortigia – Fonte Aretusa e Lungomare Alfeo (Siracusa), nelle giornate di primavera ed estive è possibile vedere con chiarezza il territorio di Canicattini Bagni, distinguere l’agglomerato urbano dal territorio agrario viceversa la collocazione dell’impianto già da oltre 20 Km di distanza non impatterebbe con i fondi agricoli ma con i campi fotovoltaici. La relazione di sintesi, pag.28, mente quanto sostiene che: Gli unici punti di visibilità diretta sono sulla viabilità locale e rurale che corre a bordo impianto e che sarebbe schermata dalle alberature. E’ impensabile che la deturpazione del paesaggio possa essere mitigata così come sostenuto nella relazione citata. L’impatto è più che evidente poiché la costruzione dell’impianto fotovoltaico si estende per Km.4,00 lungo la predetta S.P.14 e la sua realizzazione annulla il punto panoramico denominato “Bivio Masseria Gozzo” che corre per km. 4,85 (rapporto fotografico e planimetria – allegato 1);
- I terreni agricoli, in catasto al fg. 15 p.lle 90 e 26 in territorio del Comune di Canicattini Bagni, sono attraversati da una strada a uso comune (mulattiera della larghezza di mt..3,00 ) che parte dall’ex strada prov.le 14 per giungere alla sottostante “cava” o incisione naturale. I diritti di passaggio dei contadini e dei cittadini proprietari dei terreni agricoli limitrofi all’impianto sarebbero sacrificati;
- L’installazione dell’impianto fotovoltaico eliminerebbe centinaia di alberi d’ulivo secolari e di macchia mediterranea esistente nei terreni di cui alla p.lla 26 (comprende le p.lle 89- 95 – 90 del fg. 15). Il danno sarebbe irreversibile con l’abbattimento di alberi d’ulivo (tipo Siracusa), essenze tipiche protette, anche per la produzione di olive con caratteristiche organolettiche di alta qualità (rapporto fotografico e planimetria – allegato 1);
- Le particelle ricadenti nel Comune di Siracusa e di Canicattini Bagni, impegnate nell’istallazione dell’impianto fotovoltaico come da progetto della Lindo s.r.l., risultano devastate da incendi che hanno messo in pericolo il territorio e la popolazione canicattinese. Su questo punto si solleva il dubbio sulla destinazione dei territori che non potrebbe essere variata per un termine di 10 anni persistendo la destinazione agricola (art. 10 L. n.353 del 21/11/2000 e L.R. 14/2006) pertanto si chiede all’A.R.T.A. di voler eseguire accurate verifiche presso gli Enti competenti;
- Le aree coinvolte dal progetto della Società Lindo s.r.l. si contrappongono fortemente ad altri progetti che utilizzano il territorio con rispetto della sua vocazione agricola – turistica- ricettiva – gastronomica – culturale (Canicattini Porta degli Iblei). Il Comune di Canicattini Bagni ricade nel documento cartografico unitario a firma dell’Assessorato Reg.le dell’Ambiente, della Città Metropolitana di Catania e dei Liberi Consorzi dei Comuni di Siracusa e Ragusa di creazione dell’area “Parco Nazionale degli Iblei” la cui proposta è stata trasmessa al Ministero competente. Inoltre la concreta proposta del gruppo MUOVI-AMO Canicattini prospetta un progetto di fruizione del territorio tracciando un Circuito a Sud Est degli Iblei, mediante una pista ciclabile con partenza dalla Masseria “Cavadonna di Sopra”. La realizzazione del mastodontico impianto fotovoltaico travolge il territorio che rappresenta una piaga nell’area naturale degli Iblei che viceversa vuole essere utilizzata e fruita per la sua inclinazione con rispetto delle persone che vivono nel territorio.
Chiuso l’argomento il Consiglio ha ripreso a trattare i punti così come posti all’ordine del giorno, passando al Regolamento sugli sgravi per il conferimento di rifiuti differenziati nel Centro di raccolta comunale.
Ad illustrare i sei punti è stato l’assessore Pietro Savarino, spiegando come gli sgravi siano previsti in modo diverso, al superamento complessivo della soglia del 50% di Raccolta Differenziata nel territorio comunale, per l’utenza domestica e per quella non domestica (attività commerciali e produttive), che provvederanno a conferire i rifiuti in forma differenziata direttamente presso il Centro di Raccolta (CCR), Isola Ecologica, sulla Maremonti dove verranno pesati e registrati attraverso la Tessera Sanitaria di ognuno. Si tratta del rifiuto secco, quindi di plastica, carta, lattine (coefficiente di ponderazione 1); cartone (c.p. 0,8); vetro (c.p. 0,4); oli e grassi (c.p. 2); pile e batterie (c.p. 1); farmaci, ingombranti multi materiali, legno, metallo, verde e imballaggi vari (c.p. zero).
Per questi materiali l’utenza domestica avrà una riduzione del Tributo Tari, calcolata sulla base della quantità ponderata di rifiuti conferita nel corso dell’anno solare precedente, secondo il seguente schema:
- per una quantità ponderata di differenziata da 0 a 49,99 Kg la riduzione è pari a zero euro;
- per una quantità ponderata di differenziata da 50 a 500 Kg la riduzione è pari a 0,07 euro a Kg;
- per una quantità ponderata di differenziata oltre 500 Kg la riduzione è pari al massimale di 40,00 euro.
Mentre l’utenza non domestica avrà diritto alla seguente riduzione:
- per una quantità ponderata di differenziata da 0 a 149,99 Kg la riduzione è pari a zero euro;
- per una quantità ponderata di differenziata da 150 a 1.000 Kg la riduzione è pari a 0,07 euro a Kg;
- per una quantità ponderata di differenziata oltre 1.000 Kg la riduzione è pari al massimale di 100,00 euro.
Dopo Savarino a prendere la parola è stato Danilo Calabrò per ribadire quanto già espresso in Commissione, ovvero, pur apprezzando l’impegno dell’Amministrazione di incentivare i cittadini a meglio differenziare, ritiene le misure previste nel Regolamento alquanto riduttive e poco incoraggianti.
A Calabrò rispondeva il sindaco Marilena Miceli, specificando come l’obiettivo sia quello di aumentare e migliorare, anche qualitativamente, la raccolta differenziata, tenendo però conto del Piano Finanziario per lo svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti col sistema “porta a porta”, dal quale si prelevano gli sgravi che se applicati, come si prevede, agli oltre 3000 utenti, rappresentano un dato significativo che verrebbe meno nei costi di copertura del servizio. Non possiamo rischiare, ha sottolineato il Sindaco, di ritoccare le tariffe a carico di tutti i cittadini.
A quello del sindaco hanno fatto seguito gli interventi della Consigliera Francesca Cassarino per rafforzare le proposte di Calabrò, mentre al contrario, a sostegno della proposta dell’Amministrazione, si sono espressi i Consiglieri Luisa Chiarandà e Sebastiano Gazzara.
Messo ai voti il Regolamento veniva approvato con 7 voti favorevoli e 3 contrari.
Il successivo punto ha riguardato le valutazioni alla prima Relazione del Sindaco Miceli letta nella seduta dello scorso Consiglio. Un giudizio negativo quello espresso dal Capogruppo di “Insieme per Cambiare”, Danilo Calabrò, pur dando atto che in un anno e mezzo non tutto il programma portato alla votazione dei cittadini poteva essere espletato. Calabrò ha accusato il Sindaco e l’Amministrazione di aver vissuto di rendita, nella continuità, con il lavoro della precedente Amministrazione del Sindaco Paolo Amenta. Nello stesso tempo, però, l’ha spronata ad uno sforzo maggiore per attuare il programma amministrativo.
La Capogruppo del Gruppo Misto, Luisa Chiarandà, nel ricordare come in questo anno e mezzo abbia condiviso alcune scelte dell’Amministrazione, criticandone altre, ha suggerito al Sindaco, per migliorare la programmazione futura, l’istituzione dell’ufficio di programmazione europea, il cosiddetto Ufficio Europa, per intercettare i finanziamenti europei, per una visione di crescita economica e culturale a lungo termine.
Giudizi positivi quelli espressi, invece, dal Consigliere Sergio Petrolito della maggioranza, in particolare per quanto riguarda il lavoro svolto per migliorare la raccolta differenziata, portata dal 36 al 60%, e dal Capogruppo di “Sviluppo e Futuro”, Sebastiano Gazzara, per cui l’Amministrazione comunale, con il sostegno del suo gruppo, nonostante la crisi finanziaria che da anni pesa sui Comuni ha evitato il dissesto dell’Ente, stabilizzato i precari, continuato il percorso di crescita culturale, sostenuto l’associazionismo, la Banda e la Scuola di Musica, e curato progetti di riqualificazione e interventi nelle strutture pubbliche, ad iniziare dalle scuole. Per Gazzara, rispondendo alla minoranza, anche i lasciati vanno curati e seguiti per non vanificarli.
Alla fine degli interventi a prendere la parola è stata il Sindaco Miceli per ricordare come il gruppo politico che la sostiene è lo stesso che da 11 anni amministra la città, per cui è nella logica della cose che vi sia continuità con il lavoro svolto in questi anni dalle passate Amministrazioni. Ma non c’è stato bando pubblico, ha sottolineato il Sindaco, al quale l’attuale Amministrazione non abbia partecipato per migliorare le infrastrutture, lo stato delle scuole e la qualità della vita della comunità. Da quelli sociali, alle opere pubbliche, le riqualificazione urbane, le attività culturali, non ultimo in questi giorni per l’acquisto degli arredi del teatro-auditorium multifunzione di Contrada Condotte, per le tradizioni con la Scuola degli Antichi Mestieri, il Museo dei Sensi. Lavorando altresì con l’Agenzia di Sviluppo degli Iblei per la costituzione di Uffici Unici a sostegno degli Uffici Tecnici e per rilanciare lo sviluppo del territorio.
Non essendo prevista alcuna votazione, il Presidente Amenta, a conclusione degli interventi, ha messo in discussione il successivo punta riguardante la Mozione “Per una città senza plastica” presentata dalla Consigliera Luisa Chiarandà seguendo l’appello per la riduzione ed il recupero dei rifiuti lanciato da ZWS “Zero Waste Sicilia”, e sottoscritta in due fasi da alcuni gruppi politici cittadini, alcuni prima, e altri non appena resa pubblica la notizia della possibilità di poterla sottoscrivere presso la Segreteria comunale.
La Mozione impegna il Sindaco e la Giunta ad attivare fin da subito, come già fatto da altre Municipalità, ogni azione, in adesione alla normativa europea che prevede il divieto di produzione ed uso di oggetti monouso in plastica a partire dal 2021; attivare procedure politiche e di partecipazione attiva nel territorio cittadino; e ogni utile iniziativa finalizzata alla limitazione dell’uso e della commercializzazione su suolo pubblico di shoppers in polietilene, di contenitori e stoviglie monouso non biodegradabili.
Un freno alla produzione di materiale plastico, presente in numerosissimi oggetti della quotidianità di ognuno e grande male del secolo dal punto di vita della tutela ambientale, che l’Unione Europea, seconda produttrice mondiale, con l’adozione della “Strategia Europea per la plastica” prevede di ridurne il consumo entro il 2030, iniziando dal consumo di oggetti in plastica monouso entro il 2021.
Prima che la Mozione potesse essere illustrata dalla presentatrice, a chiedere la parola è stato il Consigliere Sergio Petrolito, per chiedere alla Chiarandà, seppur davanti ad una iniziativa “lodevole”, considerato, contrariamente a quanto si è affermato, che solo alcune realtà cittadine hanno avuto modo di conoscerla e sottoscriverla, di ritirare la Mozione per aprire un confronto più ampio, senza alcuna distinzione politica come sarebbe stato fatto al momento della presentazione, e ripresentarla a nome di tutto il Consiglio comunale, facendola diventare patrimonio di tutti.
Dello stesso parere anche il Capogruppo di “Insieme per Cambiare”, Danilo Calabrò, che ha rimarcato come la stessa sia superata anche dalle iniziative avviate dal Ministero dell’Ambiente con “Plastic Free”, partendo dal dare il buon esempio eliminando il consumo di plastica monouso, dalle bottiglie ai bicchieri, donando borracce ai dipendenti e lanciando una campagna di sensibilizzazione nel Paese. Anche per Calabrò, l’iniziativa della Chiarandà è condivisibile ma “sbagliata nel metodo”, avendo preferito, nella fase di presentazione, alcuni gruppi politici, lasciandone fuori altri com’è stato nel caso del Movimento Giustizia&Libertà, gli stessi gruppi consiliari, che solo successivamente hanno potuto aderire, dopo la presentazione in sede di Conferenza dei capigruppo. Per l’esponente di minoranza, gli Enti, in questo caso il Comune, dovrebbero dare l’esempio prima di coinvolgere la città, nel ridurre l’uso di plastiche monouso, magari iniziando dalle bottigliette d’acqua in Consiglio.
Di tutt’altro parere la collega di gruppo di Calabrò, Francesca Cassarino, per cui poco rilevante sarebbe la paternità della Mozione quando il problema è e resta la plastica.
Un confronto più ampio di sensibilizzazione quello esortato dal Capogruppo di maggioranza, Sebastiano Gazzara, con le realtà associative della città, ad iniziare da quelli che si occupano di tutela dell’ambiente come gli Scout o l’Ente Fauna, con le imprese commerciali ed i cittadini, oltre che le forze sociali e politiche, prima di arrivare in Consiglio, per un’azione più condivisa senza esclusione alcuna.
Sull’argomento, e con le stesse motivazioni già espresse da chi ha dichiarato di essere favorevole ad un ritiro della Mozione per poi poterla riproporre unitariamente, si è focalizzato anche l’intervento dell’Assessore Pietro Savarino.
La Consigliera Chiarandà, però, intervenendo, nel sottolineare come avrebbe gradito che si fosse discusso nel merito della Mozione, ha illustrato le motivazioni che l’hanno spinta a presentarla, racchiudibili principalmente nel “senso civico” di chi vuole contribuire a migliorare la qualità della vita della sua comunità. D’altra parte, per l’esponente del Gruppo Misto, le sigle che hanno sottoscritto la Mozione al momento della presentazione, non ne hanno cambiato il senso, né tantomeno nessuno l’ha messa in discussione in Conferenza dei Capigruppo, ma si è solo chiesto che venisse aperta alla sottoscrizione di altri, tanto da annunciare questa possibilità con un comunicato ufficiale da parte del Comune. Per questi motivi non ritirava la Mozione assumendosene tutte le responsabilità.
La Mozione messa ai voti da parte del Presidente Amenta, veniva bocciata con 8 voti contrari e 2 favorevoli.
Si passava così alle interrogazioni e alle risposte dell’Amministrazione comunale, tra l’altro già pubblicate sul sito del Comune nell’area riservata all’attiva del Consiglio e dei Consiglieri.
La prima presentata nel Dicembre scorso dal Consigliere Sebastiano Garro sul ”Sistema di pesatura e la gestione della raccolta differenziata”, in merito alle modalità per l’attribuzione delle premialità ai cittadini per la differenziata a seguito dell’acquisto dell’apparecchiatura, di fatto veniva superata dall’approvazione del Regolamento sugli sgravi appena effettuata dal Consiglio. Inoltre si chiedevano informazioni sulle sanzioni previste dalla Regione per quei Comuni che non avessero raggiunto il 65% di differenziata.
Dal canto suo l’Amministrazione, come affermato dall’Assessore Savarino, ha risposto che non si era potuto dare il via al sistema di pesatura nei mesi precedenti, a causa della discontinuità dei conferimenti in discarica da parte dell’impresa che gestisce il servizio e per il ritardo determinato dall’apertura dell’Isola Ecologica dopo l’incendio doloso e i diversi cambi di gestione. D’altra parte non potevano essere applicati incentivi se prima non veniva approvato l’apposito Regolamento. Nella risposta inoltre si è rassicurato il Consigliere Garro che nessuna sanzione è stata applicata dalla Regione al Comune che ha ad oggi superato il 60% di differenziata.
La seconda interrogazione, presentata dal Consigliere Danilo Calabrò, sempre nel Dicembre 2018, ha riguardato il ”Servizio di refezione scolastica”, per sapere perché fosse iniziato tre mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico, a Dicembre, e sino alla fine di Gennaio, e se fosse stata intenzione dell’Amministrazione procedere ad una gara per tutto l’anno scolastico.
A rispondere è stato l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Pietro Savarino, ribadendo come i tempi di attivazione della refezione siano condivisi con l’autorità scolastica nel corso di incontri ai quali partecipano anche genitori, docenti e personale Ata, coincidendo con le esigenze organizzative della scuola e in parte con le risorse di bilancio disponibili, sempre più ridotte, mentre AnciSicilia ha aperto un tavolo tecnico per indurre la Regione a potenziare l’offerta formativa attraverso una attivazione consistente del tempo pieno e un apprezzabile sostegno finanziario ai Comuni per i servizi mensa. Per quanto riguarda la gara, l’Assessore ha ricordato che le procedure di affidamento del servizio, che non ha mai subito interruzioni o provocato disagi, è stato affidato con ricorso al Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione a trattativa diretta legittimata dall’importo sotto soglia. In attesa della gestione elettronica delle gare tramite la Centrale Unica di Committenza Tirreno Ecosviluppo 2000 a cui aderisce il Comune e dove si sta provvedendo alla registrazione dei vari Rup. Quindi il servizio è stato dapprima prorogato e poi con l’individuazione sul Mepa di un nuovo operatore, affidato a quest’ultimo.
Calabrò intervenendo si è dichiarato insoddisfatto della risposta richiedendo una gara per tutto l’anno senza proroghe, anche se ha riconosciuto la qualità del servizio che non ha mai riscontrato lamentele da parte dei genitori o dei docenti.
La terza interrogazione, presentata sempre da Calabro a Dicembre, è riferita al ”Servizio di cattura, custodia, mantenimento cani randagi e ambulatorio”, con la quale ha chiesto di avere un quadro attuale della situazione, considerato che il Comune ha 40 cani tenuti in custodia presso il canile di un’associazione animalista di Siracusa, con un costo di oltre 60 mila euro l’anno (67.575,87 nel 2017), il cui contratto scaduto il 31 Dicembre 2018 è stato prorogato nell’attesa di una nuova gara con il sistema Mepa e la Centrale di Unica di Committenza.
A rispondere è stato l’Assessore alla Sanità, Salvatore Zocco, ricordando come sia diminuito il numero dei cani portati nel canile, passando dai 13 del 2016 ai 2 del 2017, ad un solo cane nel 2018, con una riduzione anche dei costi complessivi che nel 2018 sono stati di 66.058,82 così come anche per la cattura. Non solo, ma non esistono branchi di randagi nel territorio comunale, registrandosi una presenza quasi costante di uno o due cani nonostante le catture. Al contrario è rintracciabile una buona presenza di cuccioli abbandonati da privati senza scrupoli, difficilmente individuabile. Zocco ha anche ricordato come sia operativo il Servizio Sanità Animale, unitariamente alla Polizia Municipale e all’Assessore di riferimento, in azioni di monitoraggio, sostegno delle associazioni animaliste e di contrasto all’indifferenza di quanti abbandonano o maltrattano i cani. Un servizio che vede un costante confronto con il Sindaco, la Polizia Municipale, il Servizio Veterinario dell’Asp, il gestore del servizio cattura, custodia e mantenimento dei cani, con il contributo del consulente gratuito dell’Ente. Anche in questo caso si stanno completando le procedure per la gara tramite il mercato elettronico, mentre è andata vacante la manifestazione d’interesse espletata dal Comune.
Questo quello che si è augurato anche il Consigliere Calabrò, considerato che la nuova proroga scadrà nel Giugno di quest’anno.
L’ultima interrogazione, sempre di Calabrò, è del Marzo di quest’anno e riguarda i “Lavori del Palazzo Municipale”, già ultimati. L’esponente di minoranza registra il fatto che alcuni interventi sarebbero difformi rispetto al progetto originario, oggetto della gara assegnata con un ribasso d’asta del 32,47%, con un risparmio, secondo lo stesso, di circa 200.000 mila euro sul totale del finanziamento. Secondo Calabrò gli interventi previsti per eliminare le infiltrazioni di acqua provenienti dal terrazzo e dalle facciate in pietra arenaria, sarebbero stati accolti con “perplessità” e “indignazione” da cittadini e tecnici, a causa delle perizie di variante decise in corso d’opera, per le quali si chiede quale risparmio abbiano apportato, anche a seguito dell’uso di alcuni materiali per la sostituzione, ad esempio, del marmo “Perlato di Sicilia” per il rifacimento di zoccoletti, mensole, finestre e porte, e l’utilizzo di materiali in “Poliuretano Espanso”, e se quest’ultimi sino previsti dal Piano Particolareggiato del Centro Storico.
Ancora, se gli infissi installati sono a taglio termico e rispettano le caratteristiche del capitolato, se la colorazione è in finto legno, e quali i motivi che hanno indotto l’Amministrazione nella scelta di eliminare la realizzazione di un impianto fotovoltaico di KwP 19,62 finalizzato alla riduzione del consumo energetico e alle emissioni di CO2. Se è stata realizzata la sala salute e confort per i dipendenti comunali e i costi sostenuti per tale realizzazione; se sono state realizzate le opere artistiche e di corredo previste nel progetto originario e giustificate con “l’importanza dell’edificio comunale”; e se sono state effettuate indagini preliminari alla progettazione per evitare la variante in corso d’opera.
A rispondere a Calabrò è stato l’Assessore ai Lavori Pubblici, Pietro Savarino, ricordando come i costi totali della copertura previsti nel progetto ammontavano a 167.951,20 euro, mentre in variante tale importo ha raggiunto la cifra di 181.086,45 euro, dovuto al fatto che in fase di progettazione si è stimato un importo dei costi di demolizione e smaltimenti pari a 29.000 euro circa, mentre in fase di realizzazione, gli stessi sono aumentati fino a raggiungere un importo vicino a 72.260.
L’aumento, secondo quando riportato da Savarino, è scaturito dalla circostanza accertata che il materiale presente sulla copertura in fase antecedente dei lavori, era maggiore di quanto stimato. Vecchi interventi realizzati in anni precedenti (1978/80 e 2003/05), hanno portato sul lastrico solare ad un aumento del materiale da rimuovere. Inoltre, la scelta di inserire materiali in “Perlato di Sicilia” riguardava la realizzazione di fasce lisce, senza alcuna modanatura decorativa, che inquadravano i vari elementi dei prospetti, i marca piano e le zoccolature di base. Avendo preferito una posa di cappotto termico anche lungo l’interno delle aree finestrate, la posa di questi elementi lapidei risultava di fatto limitata, perché non potevano essere incollati sopra lo strato d’isolamento, ma dovevano eventualmente essere fissati mediante tassellatura direttamente alla tamponatura (corrosa dall’acqua), sollevando delle perplessità sulla tenuta nel tempo.
Volendo così semplificare la posa e, parimenti, abbellire l’aspetto esteriore dell’edificio, si è provveduto a ricercare sul mercato elementi alternativi alla classica finitura lapidea. La ricerca ha portato alla scelta d’inserti in “Poliuretano Espanso” che, oltre a portare un notevole alleggerimento in termini di peso rispetto al materiale lapideo, ha consentito di selezionare elementi decorativi caratterizzati da diverse modanature, idonee alle varie tipologie di posa.
Rispondendo alla domanda se questi fossero previsti nel Piano Particolareggiato del Centro Storico, l’Assessore Savarino ha voluto precisare che tali prodotti decorativi sono arrivati sul mercato solo in tempi recenti, non erano infatti presenti o poco conosciuti quando il Piano fu redatto. Nel fare qualche esempio recente di come tali prodotti siano stati utilizzati in palazzi vincolati, cita il Palazzo della Regione di Trieste, l’ex scuola elementare a Cervignano del Friuli e la Palazzina Liberty che si affaccia su Piazza S. Lorenzo a Gallarate.
Per quanto riguarda gli infissi, invece, questi sono a taglio termico, e rispetto alla colorazione prevista in progetto di verniciatura a polvere con colore standard Ral 1013, si è preferito una colorazione “Marrone Gotico”, il tutto per rientrare nei limiti dei costi. Inoltre, ha continuato Savarino, le spese di realizzazione dell’opera hanno visto un incremento di costi non previsti in fase di progettazione, basti pensare ad esempio alle condizioni su cui verteva la struttura portante, messe alla luce dallo svellimento della pietra arenaria esistente, che ha monopolizzato una fetta consistente di budget per il risanamento funzionale. Questi interventi, pertanto, hanno portato ad un taglio sui lavori da realizzare, soprattutto su quelli relativi alla fornitura e posa in opera dell’impianto fotovoltaico e del solare termico, per cui, fermo restando le predisposizioni già realizzate, si demanda la loro realizzazione ad un prossimo finanziamento.
Per quanto riguarda il vano “Stanza Salute” di fatto non è altro che un locale privo della fornitura di arredi specialistici. Le opere artistiche presenti nel quadro tecnico economico riguardano la realizzazione di opere di artisti locali, attualmente in corso di realizzazione e che a breve saranno completate all’interno dei locali del Palazzo Municipale.
Durante la fase progettuale, ha continuato l’Assessore Savarino, redatta dall’Ufficio Tecnico, non si è provveduto a eseguire indagini preliminari in quanto la copertura presentava già problemi d’infiltrazioni e un ulteriore sondaggio avrebbe aggravato la situazione già precaria della coibentazione esistente, mentre sul prospetto lo stato di degrado della struttura non poteva essere analizzato da una singola ispezione locale, ma si doveva procedere a una campagna d’indagini più estesa che avrebbe lasciato esposta la tamponatura agli agenti atmosferici.
I lavori, infine, sono stati oggetti di perizia di variante in corso d’opera , redatta dalla Direzione Lavori (Geom. Emanuele Roccaro e Ing. Carlo Cassarino, Direttore del cantiere) , approvata dal Rup e dalla Giunta comunale, per poi essere trasmessa all’Assessorato regionale delle Infrastrutture e Mobilità, e approvata senza rilievi dal Dipartimento Regionale Tecnico e dall’Assessorato con D.D.G. del 10/10/2018 n. 2814. I lavori sono stati eseguiti dall’Impresa Castrogiovanni di Alcamo con ultimazione il 07/12/2018. L’intervento però nel suo complesso ad oggi non è stato terminato, essendo in corso il collaudo tecnico-amministrativo. Per le somme a disposizione dell’Amministrazione comunale, comprese opere artistiche, arredamento esterno, oneri in discarica, spese tecniche, sono tuttora in corso. Appare opportuno puntualizzare, ha concluso Savarino, l’aspetto economico finanziario dell’intervento, che depurato dal ribasso d’asta, è complessivamente pari a 580.367,84 euro, e ad oggi, nonostante la documentazione trasmessa all’Assessorato, risultano accreditati e pagati somme per 311.585,71 euro, per cui rimangono da pagare ancora 268.782,13 euro in favore d’imprese e professionisti.
Concluso l’intervento di Savarino, prendeva la parola il Consigliere Calabrò per alcune osservazioni alla risposta, ad iniziare dalla lievitazione dei costi della copertura, ritenuta non giustificabile che sia stata dovuta ad una stima errata dei costi di demolizione e smaltimento, considerato che i dati potevano essere tratti dall’ultimo intervento del 2003/05. Per Calabrò, inoltre, non sarebbe stato rispettato il Piano Particolareggiato del Centro Storico, non essendo previsto l’impiego di “elementi di copertura fatti a macchina”. Così come il Piano del Colore, del Decoro Urbano e del Paesaggio vieta l’uso di materiale plastico, o altro materiale diverso dal laterizio, e la termo copertura realizzata non ha queste caratteristiche, non rientrando nella tipologia di materiali da usare all’interno del Centro storico.
“Un cattivo esempio”, lo ha definito, che tra le altre cose non giustificava il mancato uso del marmo “Perlato di Sicilia” sostituito con “Poliuretano Espanso”, solo perché non previste modanature decorative. La mancata previsione, secondo Calabrò, avrebbe comportato una aggiudicazione con un ribasso del 32% e conseguentemente il mancato utilizzo di circa 200.000 euro. Per l’esponente della minoranza sarebbe stato più significativo inserire il marmo, anche senza modanature. Un cattivo risultato estetico che Calabrò, usando un eufemismo, ha definito “non bello”, precisando che “non ha portato ad un risparmio economico”.
Insomma, non si sarebbe tenuto conto del Piano Particolareggiato del Centro Storico, redatto allo scopo di conservare l’esistente e di adeguare le nuove costruzioni a quella che è la storia costruttiva della “Città del Liberty”. Altre osservazioni hanno riguardato lo svellimento della pietra arenaria dei prospetti, l’eliminazione dell’impianto fotovoltaico e del solare termico, lo smaltimento dei vecchi condizionatori, la termo copertura, il mancato stoccaggio delle acque meteoriche per il riuso, e la mancata riduzione del consumo energetico prevista nel progetto originario utile per la collocazione nella graduatoria dei finanziamenti. In conclusione, per Calabrò, la realizzazione rappresenterebbe “un pessimo risultato dal punto di vista estetico e storico-culturale, in quanto dove originariamente c’era la pietra locale oggi c’è un semplice cappotto”.
Per tutto questo il Consigliere comunale ha annunciato la trasmissione della documentazione alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa per le verifiche del caso.
Ribattendo a Calabrò, l’Assessore Pietro Savarino ha sottolineato come la definizione di “bello” sia soggettiva e che obiettivo dell’Amministrazione era quello di fare “un ottimo lavoro”, ed eventuali responsabili sarebbe da ricercare in chi, a suo tempo, decise di mettere quella pietra assorbi acqua che ha causato i danni riparati dall’attuale intervento approvato dalla Regione.
Così anche per il sindaco Miceli nel ribadire la soddisfazione per la realizzazione di un’opera che ha avuto un’ottima esecuzione, cosa che non accade tutti giorni.
Conclusi tutti gli interventi, non essendo previsto altro per quanto riguarda l’attività ispettiva, il presidente Amenta a tarda notte dichiarava chiusi i lavori del Consiglio.
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