È stata una bella giornata di integrazione multietnica e multiculturale, quella celebrata ieri mattina a Canicattini Bagni in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convenzione Onu del 20 Novembre 1989), promossa dall’Amministrazione comunale di Canicattini Bagni, in collaborazione con Area Teatro, lo Sprar “Obioma” per rifugiati e richiedenti asilo, la coop. Passwork, e il 1° Istituto Comprensivo “G. Verga”.
Protagonisti i ragazzi della scuola media e i loro nuovi compagni di “Casa Aylan”, la struttura per minori stranieri non accompagnati recentemente aperta a Canicattini Bagni dalla cooperativa sociale Passwork, e che prende il nome di Aylan Kurdi, il bambino curdo siriano di 3 anni ritrovato annegato sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, che tanto ha commosso il mondo. Sono 12 ragazzi che hanno attraversato il mare, il Mediterraneo, arrivati da realtà e luoghi diversi, dalla profonda Africa come dal Medioriente, fuggendo da guerre, violenza e miseria, che in Italia, a Canicattini Bagni, sugli Iblei, hanno aperto un nuovo giorno alla speranza, e trovato nuovi amici che riescono a fargli sentire quel calore e affetto del quale sono stati privati.
Con loro, grazie al contributo dei Maestri della Banda Musicale “Città di Canicattini Bagni”, hanno dato spettacolo suonando quei ritmi mediterranei tanto cari alle due culture. E attorno a loro, non solo i nuovi compagni di classe, ma anche i genitori e i docenti con la Dirigente scolastica Giovanna Rubera, e ancora il Sindaco Paolo Amenta, l’Amministrazione comunale, e una comunità, quella canicattinese, che, superando pregiudizi, sta imparando a conoscerli e a “contaminarsi”, così come ha imparato a conoscere e ad integrare le donne e le famiglie ospiti dello Sprar “Obioma”, il Centro comunale per rifugiati e richiedenti asilo gestito da Passwork.
E il Mediterraneo, come hanno detto presentando l’iniziativa il Professore Michele Cassarino, il Presidente di Passwork, il sociologo Sebino Scaglione, la Dirigente scolastica professoressa Giovanna Rubera e il Sindaco Paolo Amenta, si trasforma in una “terra di mezzo, una piattaforma culturale” che unisce le due sponde. Ma il Mediterraneo è anche il mare del dolore, il mare di tante storie di bambini mai approdati su nuove spiagge, così come di tanti che hanno perso la loro infanzia per diventare subito adulti.
Due di queste storie le hanno raccontate in un lavoro teatrale “Storie di bambini che attraversano il mare – tra cunto e contrabbasso” Alessio Di Modica e il contrabbassista Fred Casadei, artisti che il mare così come il fenomeno degli sbarchi di migranti li vivono quotidianamente nelle loro realtà, di Augusta il primo di Portopalo il secondo. Una rappresentazione che ha letteralmente rapino, affascinato e commosso quanti questa mattina erano al “S. Filippo Neri”. Un viaggio, per raccontare di bambini ingoiati dal mare, di un mare che non li uccide ma che inghiotte la loro infanzia lasciandola infrangere sulle coste dure della vita adulta, che si staglia come roccia, sotto un cielo azzurro, troppo lontana quando si parte ma troppo vicina quando si arriva.
Il primo bambino, pescatore siciliano, figlio di pescatore, che a 10 anni parte per la Calabria a lavorare con suo padre. Un viaggio di iniziazione, sulla loro barca a remi, tra racconti fatti durante la lunga, lenta e faticosa navigazione, che servono a insegnare il lavoro e a diventare uomo. Il secondo racconto è il viaggio che un bambino africano, figlio di un pescatore berbero, compie per arrivare in Italia. Il suo sguardo sul mare che non ama ma che gli da mangiare muta quando il mare diventa quel buio infinito che ingoia la barca su cui viaggia per fuggire dalla sua terra, ma da buon pescatore sopravvive al naufragio per raccontare la sua storia.
Entrambi i bambini durante il loro viaggio perdono l’infanzia. Entrambi lasciano qualcosa di importante per scoprirsi alla fine del viaggio uomini, o meglio, bambini senza infanzia la cui fanciullezza in un modo o nell’altro è stata ingoiata dal mare.
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