Una ricostruzione minuziosa quella che il sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, vice presidente dell’Ato Idrico, e memoria storica di tutta la vicenda relativa alla gestione del Servizio Idrico Integrato in provincia di Siracusa, ha fatto oggi pomeriggio in audizione a Palermo davanti ai parlamentari della sottocommissione, della IV Commissione Territorio e Ambiente dell’ARS, che si occupa proprio del Servizio Idrico Integrato e del disegno di legge“Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle Acque.
Adeguamento della disciplina del servizio idrico alle risultanze del referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011 (come si ricorderà, deliberato da oltre 140 Consigli Comunali e firmato da più 35 mila siciliani, esitato positivamente dalla Commissione).
Un ripercorrere le tappe salienti di questa vicenda di gestione dell’acqua in provincia di Siracusa, alla quale erano invitati, davanti ai deputati della sottocommissione, anche i vertici di SAI8 che hanno rifiutato di sedersi allo steso tavolo del sindaco Amenta, lasciando in aula il loro legale, e poi il commissario straordinario liquidatore dell’ATO, Ferdinando Buceti, nominato dall’assessore all’Energia, Nicolò marino, presente anc’egli, assieme all’ing. Figura del Comune di Siracusa che opera all’ATO, e all’avvocato Emanuele Tringali che assiste i Comuni “ribelli” che non hanno consegnato gli impianti al gestore.
E in provincia di Siracusa, come ha ricordato oggi il sindaco Amenta, illustrando soprattutto gli aspetti tecnici di questa vicenda, considerato che di quelli legali se ne occuperà la Giustizia, sono 11 i Comuni (Avola, Buscemi, Canicattini Bagni, Carlentini, Cassaro, Ferla, Francofonte, Melilli, Palazzolo Acreide, Sortino) che non hanno consegnati i propri impianti a SAI8 (ATI formato dalla milanese Saccecav, e dalla siracusana Sogeas, prima ed unica mandataria di SAI8, dichiarata fallita dal Tribunale di Siracusa, il 17/07/2012 con sentenza n. 41/2012), resistendo nelle aule della Giustizia Amministrativa dove, tra l’altro, è stata chiesta la rescissione del contratto con SAI 8 per una serie di inadempienze contrattuali: dal mancato versamento delle quote annuali pari a 1.950.00,00 euro, al mancato deposito del “contratto di finanziamento” di 14 milioni di euro a garanzia dei milionari investimenti, ben 500 milioni di euro nei 30 anni di gestione, che invece non sono stati mai avviati, pur riscuotendone la quota parte nelle esose bollette che notifica agli ignari cittadini.
Ma la battaglia per la rescissione del contratto, come ha ricordato oggi Amenta, non è solo dei sindaci dei Comuni che non hanno consegnato gli impianti, ma anche di molti tra quelli che hanno ereditato le consegne, effettuate ottemperando alla calendarizzazione che allora la stessa SAI8 aveva proposto, come il Comuni di Floridia, Solarino, Noto, e tanti altri, rimasti, purtroppo, prigionieri dei disservizi registrati nella gestione, ad iniziare dalle bollette alquanto esose che puntualmente arrivano ai loro cittadini, causando la chiusura dei contatori e dell’erogazione dell’acqua, e pertanto le proteste con momenti di tensione sociale, non avendo il Gestore mai attivato il Fondo di Solidarietà per le famiglie meno abbienti, voluto dai sindaci, e che viene rimpinguato da una parte stessa della tariffa pagata dagli utenti.
Il sindaco Paolo Amenta, ha ripercorso così, con dovizia di particolari, una lunga vicenda conflittuale iniziata già 10 mesi dopo l’aggiudicazione del Servizio, a seguito del bando del luglio 2004 che ha registrato un unico partecipante, appunto l’ATI Sogeas – Saccecav, diventata poi SAI8 SpA, ma ancora prima della firma del contratto, quando quest’ultima ebbe ad avanzare al Consorzio ATO di SR la proposta, di dar corso all’avvio della gestione per un solo triennio (anziché per l’intero trentennio come previsto dall’art.10 comma 5° del bando di gara, non essendo in grado di depositare le garanzie previste di 14 milioni di euro a fronte di investimenti per 500 milioni di euro), manifestando la propria disponibilità ad offrire, nell’immediato, le garanzie richieste dal bando relativamente a tale triennio soltanto di iniziale gestione (e non per tutto il trentennio).
Richiesta accordata “illegittimamente” nell’ottobre 2007 dal Consorzio ATO, modificando così le condizioni del bando, portando nel febbraio del 2008 alla firma del contratto con un regime di garanzie totalmente diverso da quello contemplato dal bando pubblico. Un’operazione ed una deliberazione (la n.3/2007), ha ricordato Amenta nell’audizione di oggi, che il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, con sentenza n.290/2011, ha annullato in violazione del principio di par conditio.
Alla stessa conclusione, era arrivata, tra l’altro, anche la Procura della Repubblica di Siracusa nell’inchiesta “Oro Blu” del febbraio del 2012, quando affermava: “Nel corso dell’attività di indagine, inoltre, la Procura ha accertato l’esistenza di una rilevante turbativa d’asta posta in essere nel corso della procedura per l’affidamento del servizio idrico alla società SAI8. È stato, nello specifico, accertato che le società SACCECAV e SOGEAS (società riunite nell’ATI SAI8) hanno prodotto una fidejussione irregolare per la partecipazione alla gara ad evidenza pubblica”.
Alla luce di quella sentenza del CGA, dunque, che rafforzava una posizione già espressa ed emersa all’interno dell’Assemblea dell’ Idrico, composto dai sindaci e dal presidente della Provincia di Siracusa che la presiedeva, ha dichiarato oggi nel corso dell’audizione il sindaco di Canicattini Bagni, gran parte dei Comuni della provincia hanno chiesto invano al Consorzio ATO, nel frattempo commissariato dall’allora governatore Raffaele Lombardo, vista l’impossibilità a riunirsi, nonostante l’Assemblea dell’Ato avesse provveduto alla sostituzione dei componenti assenteisti, di conformarsi alla sentenza del CGA e di provvedere agli adempimenti necessari per la dichiarazione di inefficacia del contratto dell’8/2/2008 con il gestore SAI8.
Ma come si sa, questo non è mai avvenuto, ha tenuto a ribadire il sindaco Paolo Amenta ai componenti la Commissione dell’ARS. Anzi i Comuni e la Provincia, titolari dell’Assemblea ATO, in quest’ultimi anni hanno dovuto subire l’umiliazione dei commissariamenti, oltre che del Consorzio e dell’Assemblea, anche degli stessi Comuni, per obbligarli a consegnare gli impianti.
I Comuni non si sono mai piegati, ha ricordato Amenta, a questa logica e, con il sostegno anche di Comuni che gli impianti li avevano già consegnati come Floridia e Solarino, in questi giorni, hanno presentato un nuovo ricorso al TAR per chiedere la rescissione del contratto, proprio alla luce di quella sentenza del CGA, per evitare ai Comuni di subire per oltre un ventennio le vessazioni economiche di SAI8, a fronte di continui disservizi subiti sulla scorta di un contratto che manca degli elementi essenziali di efficaci; e del fatto che la principale ed unica mandataria di SAI8, ovvero Sogeas, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Siracusa.
«Bisogna separare i due aspetti di questa lunga storia – ha dichiarato Amenta a conclusione dell’audizione -. C’è infatti un aspetto legale, che si risolverà nelle aule dei Tribunali, e c’è invece un altro aspetto che riguarda i risultati di questa gestione, gli investimenti mai fatti in questi anni, pur incassando le quoti di riferimento nelle tariffe, le reti idriche e fognanti, così come i depuratori mai realizzati, e la qualità dell’acqua, che sono agli occhi di tutti. Credo sia arrivato il momento che si ponga fine a tutto ciò, i cittadini della nostra provincia hanno diritto di avere servizi di qualità, depuratori efficienti e reti idriche e fognanti funzionanti. Tutto questo attiene a quegli investimenti mai realizzati e che invece devono essere previsti, ho sottolineato oggi alla commissione dell’ARS, nel disegno di legge di iniziativa popolare che ripubblicizza il servizio idrico integrato in Sicilia. Altrimenti avremo una buona legge voluta dai cittadini e dai Comuni, ma senza un centesimo per gli investimenti per depuratori, reti idriche e fognanti».
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