Canicattini Bagni, lavori al Palazzo municipale: tutte le perplessità del consigliere Calabrò

Il consigliere di opposizione ha sollevato alcune perplessità in merito alla risposta ricevuta durante l'ultima seduta di lunedì scorso

Lunedì scorso si è tenuto a Canicattini Bagni il Consiglio comunale nel quale tra gli altri argomenti è stata trattata la risposta all’interrogazione consigliere Danilo Calabrò, che ha espresso alcune osservazioni sulla risposta dell’Amministrazione all’interrogazione dello stesso consigliere presentata l’11 marzo scorso sui lavori del palazzo municipale, da poco ultimati e che hanno interessato la copertura ed il prospetto della parte posteriore del palazzo municipale sito nel centro storico per una spesa di circa 800 mila euro a base d’asta aggiudicato ad una ditta del trapanese con il 32% di ribasso, con finanziamenti in parte della Regione Siciliana ed in parte del Comune di Canicattini Bagni.

Con riferimento al primo punto della risposta in cui viene comunicato che i costi della copertura sono passati da 167.951,20 euro a 181.086,45 euro il consigliere Calabrò ha osservato che non appare giustificabile l’aumento dei costi giustificato da una stima errata dei costi di demolizione e smaltimento. “Sarebbe bastato verificare la documentazione in possesso del Comune – afferma – per prevedere già in fase di progettazione tutti i costi che si sarebbero dovuti affrontare per eliminare tutti gli inconvenienti, che hanno determinato le infiltrazioni meteoriche. Peraltro l’ultimo intervento effettuato, così come comunicato, risale infatti agli anni 2003/05, affrontato con finanziamenti pubblici, che sono risultati vani. In pratica pochi anni dopo l’Amministrazione è dovuta di nuovo intervenire, demolendo quanto era stato realizzato con l’intervento precedente”.

Il consigliere di opposizione ha osservato, inoltre, che sembra che non sia stato rispettato il piano particolareggiato del centro storico, dal quale si evince che per gli interventi sulle coperture, come specificato testualmente occorre “non impiegare elementi di copertura fatti a macchina”. Il piano del colore, del decoro urbano e del paesaggio del comune di Canicattini Bagni stabilisce uno specifico divieto sull’uso di rivestimenti in materiale plastico. Infatti il piano del colore “esclude in modo categorico l’impiego di rivestimenti in materiale plastico, o altro materiale al di fuori dell’esistente o di altro materiale diverso dal laterizio. L’intervento di impermeabilizzazione della copertura del palazzo (che prima dell’intervento era un terrazzo calpestabile) è consistito nell’installazione della termo-copertura.

Il consigliere Calabrò rivolgendosi all’Assessore ai lavori pubblici, Pietro Savarino, ha dichiarato: “Non credo che la termo-copertura possa rientrare nella tipologia di materiali contemplata nel piano utilizzabile all’interno del centro storico e comunque non rappresenta un buon esempio per i nostri concittadini. Basti pensare cosa succederebbe e quale aspetto assumerebbero le abitazioni del centro storico se tutte le terrazze venissero isolate con termo coperture. Così come appare errata la sostituzione in corso d’opera del marmo Perlato di Sicilia, inizialmente previsto in progetto con le modanature in ‘Poliuretano Espanso’. Sarebbe stato sicuramente più significativo inserire nel prospetto un materiale naturale e originario della nostra terra come il marmo, anche senza modanature, rispetto all’insignificante modanatura finta e senza valore architettonico. Nella nostra città hanno lavorato negli anni la pietra in maniera magistrale tanti maestri scalpellini che hanno realizzato manufatti il cui valore è riconosciuto dagli studiosi di storia dell’arte, tanto da considerare il nostro comune “Città del Liberty” e non certo del “Poliuretano Espanso”.

Il Consigliere Calabrò ha criticato le giustificazioni dell’Amministrazione, che richiamavano gli esempi di utilizzo di questi materiali in varie parti d’Italia anche per palazzi storici (Trieste, Friuli ecc..), rilevando che invece di guardare a quelle Città sarebbe stato più opportuno ispirarsi ad altre città come Noto, Palazzolo, Modica, Scicli, Ragusa da cui si dovrebbe prendere esempio. Il Consigliere ha continuato : “Nessun amministratore di quei comuni si sognerebbe, nemmeno lontanamente, di inserire questi materiali nei palazzi storici delle loro città.”

Sull’aumento imprevedibile dei costi a causa dello stato di ammaloramento della struttura sottostante del prospetto venuto alla luce solo dopo la svellimento della pietra arenaria esistente sui prospetti che è stata demolita per essere sostituita con il materiale di impermeabilizzazione più moderno (cosiddetto cappotto) è stata criticato il modus operandi perchè ha sostenuto Calabrò che sarebbe stato prevedibile visto che la pietra arenaria che prima ricopriva i prospetti è un materiale molto assorbente. Tali costi potevano quindi essere previsti già in fase di progettazione.

Inoltre il progetto originario del 2016 – ancora -, utilizzato inizialmente per altro bando di finanziamento, si basava su un forte investimento in termini di riduzione del consumo energetico e del consumo idrico. Ma non risultano attuati gli obiettivi progettuali sul piano del risparmio energetico e di costruzione sostenibile, atteso che risultano completamente tralasciati in fase di esecuzione l’impianto fotovoltaico previsto di 19 KW, l’impianto solare termico e l’impianto di riutilizzo delle acque meteoriche (previste per innaffiare le zone a verde ornamentale). Sarebbe stato allora più logico modificare il vecchio progetto per partecipare ad un nuovo bando per il finanziamento pubblico per i lavori del palazzolo municipale se erano diverse le esigenze dello stato di fatto del palazzo, rispettando così i requisiti del nuovo bando”.

Il consigliere di opposizione ha sostenuto che sarebbe bastata una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione nella fase di progettazione, magari con l’utilizzo con poche risorse economiche sollecitare idee progettuali ad esempio applicando la disciplina del codice degli appalti (articoli 154 e 156) che contempla i cosiddetti bandi di concorso e concorso di idee al fine di aspirare ad innovazioni già in fase progettuale, soprattutto nell’ottica di una migliore estetica del palazzo.

A conclusione il consigliere ha aggiunto, in un finale di un lungo consiglio comunale che ha chiuso i lavori a notte inoltrata per i ben 11 punti trattati: “Mi sembra assurdo che nella ”Città del liberty”, che ci vantiamo di avere, nel palazzo simbolo della nostra collettività e della nostra storia, siano stati inseriti degli elementi in “Poliuretano Espanso” In questo modo si è sicuramente deturpato un monumento storico e dato un cattivo esempio a tutti i nostri cittadini che si sentiranno autorizzati al non rispetto della nostra tradizione e della nostra storia. Sarà sicuramente imbarazzante per chi è impegnato a promuovere le visite turistiche al liberty canicattinese spiegare o tentare di dare un senso al curioso connubio realizzato tra la pietra da taglio, lavori degli scalpellini e il Poliuretano espanso. Insomma si è perso l’obiettivo primario di dotare la collettività di un’opera che doveva essere un fiore all’occhiello per il nostro Comune”.


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