Canicattini Bagni, Oggi in Piazza Caduti di Nassiruya si ricorda il 10° anniversario della strage

È stato ricordato questa mattina in Piazza Caduti di Nassiriya a Canicattini Bagni, il 10 Anniversario della strage che il 12 Novembre del 2003 in Iraq colpì la base dei Carabinieri nella città irachena, presenti nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia”.

In quella strage, come ha ricordato il vice sindaco Salvatore La Rosa, portando i saluti del sindaco Paolo Amenta, impegnato fuori città nel suo ruolo di presidente regionale di AnciSicilia, morirono 28 persone, 19 cittadini italiani tra Carabinieri, militari e civili, e 9 iracheni, mentre 58 furono i feriti.

Tra coloro che persero la vita, è stato ricordato da La Rosa, e da don Maurizio Casella, che ha benedetto la cerimonia, c’erano anche due siracusani, il brigadiere dell’Arma, Giuseppe Coletta, di Avola, ma assegnato proprio alla Caserma dei Carabinieri di Canicattini Bagni, ed il caporal maggiore dell’Esercito, Emanuele Ferraro di Carlentini.

Alla cerimonia della deposizione della corona di fiori alla lapide che ricorda “I caduti di Nassiriya” nella grande piazza della palazzina della Protezione Civile che prende il loro nome, assieme al vice sindaco Salvatore La Rosa e a don Maurizio Casella, c’era l’Amministrazione comunale, il presidente del Consiglio Comunale, Antonino Zocco, i Consiglieri comunali, il comandante della locale Stazione dei Carabinieri, maresciallo Sebastiano Pappalardo, il comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Casella, l’Associazione canicattinese dei Carabinieri in congedo, la Protezione Civile, alcune classi della Scuola Media “G. Verga”, con i loro insegnati, e cittadini.

«Una piccola ma intesa cerimonia quella che celebriamo oggi – ha detto il vice sindaco La Rosa – per ricordare il sacrificio di quanti caddero a Nassiriya, tra questi il brigadiere Coletta, carabiniere assegnato alla nostra Caserma, e il giovane caporal maggiore carlentinese Emanuele Ferraro. Ma soprattutto, vogliamo ricordare quanti nelle missione estere hanno perso la vita per affermare i valori della pace e garantire la distensione tra i popoli, e quanti, ancora oggi, sparsi per il mondo, lavorarono e si adoperano per questi valori. Così come, i tanti, militari, civili e volontari che qui tra noi, sono impegnati per garantire sicurezza ai cittadini e, non ultimo, assistenza e accoglienza ai tanti migranti che fuggono dalle aree di crisi e dalle guerre».


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