Canicattini Bagni, Paolo Amenta lancia un segnale al PD: “Ripartire dal passo indietro di Garozzo per unire il partito”

Questa la richiesta dell'ex primo cittadino di Canicattini Bagni in vista della tornata elettorale per le amministrative e la stagione congressuale del Partito Democratico

Il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, già sindaco di Canicattini Bagni, di cui è presidente del Consiglio Comunale, e Presidente dell’Agenzia di Sviluppo degli Iblei, da iscritto e militante del Partito Democratico, prova a dare il proprio contributo per la ripresa e il rilancio del partito in provincia di Siracusa, partendo dalla recente decisione del Sindaco del Comune capoluogo di ritirare la sua candidatura alle Amministrative di giugno. Un gesto definito”responsabile” da Amenta e che secondo lui deve portare il PD ad affrontare unito la competizione elettorale e la fase congressuale che l’attende. Una lunga lettera aperta in cui Amenta chiede al partito di ricompattarsi, di cucire gli strappi per evitare che le numerose frizioni possano inaridire ulteriormente il Partito Democratico.

Il “passo indietro” di Garozzo in vista delle prossime amministrative del 10 giugno viene accolto da Amenta come “un gesto nobile, di grande responsabilità e maturità politica. Un passo indietro che può sembrare un indebolimento ma che, al contrario, rappresenta un balzo in avanti per il Partito Democratico di Siracusa e dell’intera provincia, in un momento non certo sereno della sua vita, dopo le ultime sconfitte elettorali che hanno ulteriormente aperto un travaglio interno al gruppo dirigente e ai militanti tutti, a livello nazionale, regionale e locale.

La decisione di Garozzo, determinata e dolorosa, in particolare dopo il lavoro svolto per migliorare la città e gli attacchi subiti da quel “Sistema Siracusa” finito nel mirino della Procura, deve aprire nel PD quel percorso di unitarietà a lungo rivendicato e dal quale ripartire per ricompattare le proprie fila e arginare l’avanzata delle forze del centrodestra e del M5S a Siracusa, come avvenuto in questi ultimi mesi.”

Per l’ex sindaco di Canicattini Bagni, la rinuncia di Garozzo deve essere per il Partito Democratico un punto da cui ripartire, anche dopo le molteplici candidature a sindaco di Siracusa del centrosinistra. “Certo – prosegue -, nessuno può nascondere il fatto, volendo ripartire da casa nostra, che il PD in provincia di Siracusa, sembra più, ma questo ormai da tempo, una nave senza nocchiero, in balia delle diverse condizioni del mare, ultimamente quasi sempre in burrasca. Non ci consola il quadro a livello regionale, dove il gruppo dirigente, la sua segretaria, come a Siracusa, e lo dico con amarezza e rammarico, più che rappresentare un obbligo statutario sulla carta altro non sono riusciti a fare, tra disattenzioni generali e scontri tra le varie “anime” (qualcuno le chiamerebbe “correnti”), che ne hanno distolto l’attenzione dai veri obiettivi, che erano e restano quelli di dare risposte e soluzioni ai problemi dei cittadini, ad iniziare dal lavoro che manca, dal dare un futuro alle giovani generazioni, combattere la povertà e l’illegalità.

Senza dimenticare, nel contempo, di accrescere i consensi attorno ad un partito che ha radici profonde nel tessuto sociale e politico, e che nel rispetto del suo stesso essere, deve rappresentare fasce sempre più ampie di società, incominciando dalle fasce più deboli, che devono potersi riconoscere nei valori democratici e solidali di quella sinistra italiana di cui il PD deve essere ancora custode.

Innegabile che alla vigilia delle Amministrative nel Comune capoluogo di Siracusa e in importanti altre città della provincia, si sono evidenziate sempre più le spaccature e le “diversità” interne nel partito e nel suo gruppo dirigente, mettendo in luce, più di ogni cosa, l’assenza di coesione e, cosa ancora più grave, unitarietà negli obiettivi progettuali.

Addirittura si arriva all’assurdo, nella formazione delle liste, nei centri dove non vige il maggioritario, nel siracusano così come in tutta la Sicilia, che si fa a gara per non utilizzare il simbolo del PD, quasi a vergognarsene. In questi ultimi anni, gli scontri interni tra le correnti a Siracusa, e di riflesso per caduta in tutto il territorio provinciale, al fine di chi sa quali conquiste che non siano l’interesse collettivo, ci hanno consegnato un partito frazionato, distratto da queste “sfide”, arroccato nei singoli isolotti o nei palazzi, spesso “inerme e silenzioso” sulle vicende di interesse pubblico come quelle apertasi a Siracusa, Noto o a Pachino, che invece necessitano di chiarezza, nel rispetto dei cittadini, degli elettori, e degli stessi amministratori del partito o delle coalizioni dove il PD è partecipe.

Un partito che, seppur nella diversità dialettica delle sue anime, anziché confrontarsi, scontrarsi, arricchirsi al suo interno, facendo comunque sempre “sintesi” alla fine, si è presentato e continua a presentarsi come una sorta di coalizione (a volte neanche questa) di “singolarità autonome”, dove ognuno, in piena autonomia, appunto, decide la linea politica. Una parte per il tutto, che anziché diventare “pluralità” nelle azioni e nella politica da portare nel territorio, si trasforma in “personalismi” da spacciare per l’intero PD.

È evidente che mille rivoli che non confluiscono nello stesso fiume alla fine rischiano di prosciugarlo e decretarne la morte. Questo è accaduto con le candidature a Sindaco a Siracusa, sottovalutando quel ruolo di centralità di tutto il territorio provinciale che il Comune capoluogo ha e deve continuare a svolgere.

Si sta riducendo ad una bega di condominio, tutta racchiusa alla città, una questione politica che riveste un interesse molto più ampio, proprio per il ruolo di centralità e di motrice che Siracusa, straordinaria e millenaria città d’arte e di storia, riveste per l’intero territorio, in particolare per l’entroterra, che su questo legame e prospettiva di crescita economica reciproca ha costruito la propria progettualità di sviluppo.

Non si riesce a fare lo sforzo di guardare oltre, al futuro. Un partito, e non può essere il PD, che ha una così piccola visione, in un quadro politico che attenziona si le questioni locali ma le collega e le inquadra in un contesto più ampio, nazionale ed anche europeista, certamente non avrà prospettive di crescita. Bisogna allora uscire fuori dalle “logiche correntizie”, o peggio ancora “personalistiche”, per ridare linfa nuova e vitale ad un Partito Democratico che, ripartendo proprio dalle sue sconfitte, senza timori o vergogne, facendone tesoro, sappia riprendere il filo che lo collegava al territorio, ai cittadini, al mondo delle imprese, ai giovani, alle fasce sociali più deboli, a quegli interessi diffusi e collettivi, che sono alla base per la costruzione di azioni politiche ed amministrative che portino alla crescita e a migliorare la qualità della vita delle proprie comunità.

Le elezioni Amministrative di Giugno possono rappresentare una grande opportunità verso questo percorso, da completare con la fase congressuale per dare al PD un nuovo gruppo dirigente coeso, plurale, che sappia confrontarsi al suo interno e sappia parlare con il territorio, ma, soprattutto, sappia essere unitario e fare sintesi.

Se questo è il percorso, ad iniziare da Siracusa, il PD dia prova di unità e di sintesi nell’interesse della città e dell’intero territorio provinciale, facendosi carico di guidare il centrosinistra alla vittoria con un candidato a Sindaco che sia unitario, condiviso e rappresentativo di questo processo di cambiamento, mettendo in campo una lista con il simbolo del Partito Democratico con le sue forze migliori, donne e uomini di grande capacità, ad iniziare dagli ex parlamentari che devono continuare ad essere in prima fila in questa difficile fase.

E questa è anche un difficile momento, dal punto di vista finanziario, per gli Enti Locali, che stanno vivendo sulla propria pelle le scelte ed i tagli imposti a livelli nazionale e regionale (il Federalismo Fiscale in un territorio disagiato come quello siciliano, senza lavoro, con scarsa produzione di reddito, e scarsa capacità di riscossione, non porta risorse nelle casse dei Comuni), con grande difficoltà nel garantire i servizi essenziali, per cui c’è il bisogno di avere il sostegno di tutti e di fare squadra.  Serve che tutti insieme si salvi, altresì, il patrimonio e il ruolo di un Ente intermedio come l’ex Provincia regionale, oggi Libero Consorzio dei Comuni, necessario per la gestione di importanti servizi come il sistema idrico integrato e quello dei rifiuti, l’assistenza alla disabilità, la cura e la manutenzione della viabilità e dell’edilizia scolastica, senza dimenticare il suo compito di cabina di regia per il coordinamento della programmazione europea 2014-2020 e dei fondi strutturali, che rappresentano una grande opportunità per Siracusa come per il resto del territorio, e che se sfruttati in modo adeguato e funzionale nei vari settori produttivi, ad iniziare da quello culturale, delle innovazioni, delle infrastrutture, del turismo e della sostenibilità, potranno dare un contributo non indifferente al rilancio dello sviluppo, obiettivo primario del partito”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo