L’intera comunità di Canicattini Bagni, ieri sera, si è stretta attorno ai familiari, in particolar modo ai figli di 16 e 20 anni, di Maria Ton, la giovane rumena di 36 anni uccisa nella serata di lunedì dalla furia omicida del marito Ton Gheorghe Florin di 41 anni.
Una fiaccolata spontanea, di preghiera e di riflessione, voluta dalle donne canicattinesi per dire basta alla violenza, al femminicidio.
E tutta la città non è voluta mancare, per rafforzare con la presenza e la partecipazione la vicinanza ai familiari di “Mariana” e la condanna alla violenza.
All’appuntamento, davanti alla Caserma dei Carabinieri di via Vittorio Emanuele, da dove è mosso il corteo, c’era l’Amministrazione comunale, Consiglieri, l’assistente sociale del Comune, i parroci delle due parrocchie cittadine, don Sebastiano Ferla e don Maurizio Casella, gli scout del Canicattini 1, i giovani dell’Associazione Cattolica, il Presidio “Salvatore Raiti” di Libera, le comunità parrocchiali, le volontarie del Centro antiviolenza Le Nereidi di Raffaella Mauceri, che con il Comune già nell’aprile scorso ha sottoscritto un protocollo per l’apertura di uno Sportello all’interno del Palazzo comunale, la Consulta femminile di Solarino, l’associazione “Eminescu” di Floridia che con la mediatrice culturale Izabella Buccheri raccoglie la comunità romena della zona, ancora associazioni, e tanti cittadini, ma soprattutto a sfilare nel loro silenzio c’erano tante donne, generazioni diverse, dalle piccole donne alle grandi, come una sorta di passaggio di testimone nel proseguo di un cambiamento culturale che deve mettere al bando la violenza.
Il corteo ha attraversato la centralissima via Vittorio Emanuele sino al 108 di via Garibaldi, l’abitazione di “Mariana”, dove un tragico destino e la mano violenta del marito le hanno rubato la speranza ed il sogno di un futuro migliore.
Li, davanti alla porta dello scantinato che “Mariana” non ha fatto in tempo ad attraversare per sfuggire al suo assassino, la figlia e la madre hanno deposto un mazzo di fiori, circondate dalla solidarietà e dalla partecipazione di quella che negli ultimi anni è diventata la loro comunità.
Poi ancora in corteo davanti al sagrato della Chiesa Madre, in piazza XX Settembre, dove ognuno ha lasciato una scarpetta o un piccolo nastrino rosso, come il sangue delle tante donne, vittime innocenti di uno dei tanti “egoismi” dell’uomo.
Davanti alla Chiesa Madre ognuno ha potuto anche mettere un offerta per contribuire, assieme all’Amministrazione comunale di Canicattini Bagni, al sogno di “Mariana” di fare ritorno nella sua terra, in Romania.
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