Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, sezione staccata di Catania (Sezione Quarta), presidente Giovanni Iannini, relatore ed estensore Gustavo Giovanni Rosario Cumin, con la sentenza pubblicata lo scorso 30 gennaio, mette la parola “fine” alle polemiche e ai dubbi sul risultato elettorale delle ultime amministrative dell’11 giugno scorso a Canicattini Bagni, confermando non solo il risultato venuto fuori dalle urne sulla legittima elezione del sindaco Marilena Miceli.
Il Tar ha altresì condannato il ricorrente, il candidato a sindaco della lista “Insieme per cambiare”, Danilo Calabrò, battuto da Marilena Miceli per 27 voti (Miceli 1632 – Calabrò 1605), al pagamento di 6.000 euro, quali spese legali.
Nel suo ricorso, l’attuale capogruppo di “Insieme per cambiare”, aveva chiamato in causa il Comune di Canicattini Bagni (che non si è costituito per scelta del sindaco Miceli e del Presidente del Consiglio, Paolo Amenta, di non gravare l’Ente e i cittadini di spese legali), il sindaco eletto, Marilena Miceli, e cinque degli 8 consiglieri della sua lista “Sviluppo e futuro” Loretta Barbagallo, Sebastiano Gazzara, Concetta Mangiafico, Sergio Petrolito e Sebastiano Cascone, difesi dagli avvocati Domenico Mignosa, Giuseppe Carrubba e Salvatore Paci.
Calabrò sosteneva davanti ai giudici del Tar, di essere il vincitore della tornata elettorale, essendogli stati attribuiti solo 1605 voti piuttosto che 1627, contro i 1609 che invece sarebbero dovuti andare alla Miceli anziché 1632 come sancito dalle urne.
In virtù di ciò, pertanto, chiedeva l’annullamento dei verbali delle operazioni elettorali delle sezioni 1, 2, 4, 6, 7 e 8, nonché la correzione del risultato elettorale alla luce di ipotetiche schede, a suo giudizio errate e attribuite alla Miceli, la sua proclamazione a sindaco e l’attribuzione di 8 seggi in Consiglio, invece degli attuali 4 assegnati alla minoranza.
Le tesi difensive dei legali del Sindaco Miceli e dei 5 consiglieri di “Sviluppo e futuro”, ed in particolare la verificazione delle schede effettuata il 30 novembre in Prefettura come ordinato dal Tar nella prima udienza del 9 novembre, che non ha fatto emergere nulla, neanche parziale, in merito ai voti non assegnati a Calabrò o quelli che secondo “Insieme per cambiare” dovevano essere tolti al sindaco Miceli, ha così determinato la rinuncia al ricorso da parte del ricorrente (rinuncia non accettata da Marilena Miceli e dai consiglieri chiamati in causa), e la decisione dei giudici.
Decisione che, di fatto, ha confermato la correttezza delle procedure di spoglio nelle otto sezioni elettorali del Comune di Canicattini Bagni, con il successo della Miceli.
“Nell’esprimere il più vivo ringraziamento ai nostri legali, gli avvocati Domenico Mignosa, Giuseppe Carrubba e Salvatore Paci, per il brillante risultato ottenuto – affermano il sindaco Miceli e i cinque consiglieri -, vogliamo auspicare che con questa sentenza si chiuda una triste pagina politica nella quale il gruppo “Insieme per cambiare” ed il suo candidato alle Amministrative, hanno trascinato l’intera città di Canicattini Bagni. Calabrò e “Insieme per cambiare”, all’evidenza dei fatti, seppur nella legittimità del diritto a ricorrere, con i contenuti delle dichiarazioni postume allegate al ricorso, e risultate non veritiere dalla verifica delle schede fatta in Prefettura, è evidente che hanno per mesi lasciato immaginare che nella nostra città si potesse essere davanti a chi sa quali “errori” elettorali a vantaggio del gruppo politico che negli ultimi 10 anni, con la guida Paolo Amenta, ha amministrato la città all’insegna della fattività, legalità e trasparenza. “Errori”, prontamente smentiti dalla sentenza del Tar, che forse si pensava potessero “ribaltare” la volontà degli elettori e fermare la continuità del lavoro dell’Amministrazione“.
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