Il Tar dispone alcune verifiche sulle elezioni di Canicattini Bagni, assegna il compito al prefetto di Siracusa e rinvia tutto al 25 gennaio 2018. Non si è ancora conclusa la polemica post voto che ha portato il candidato a sindaco Danilo Calabrò della lista “Insieme per Cambiare” a proporre ricorso elettorale al Tar contro l’esito delle urne. Le elezioni per il rinnovo delle cariche di sindaco e dei consiglieri comunali del Comune di Canicattini Bagni avevano decretato con lo scarto di soli 27 voti la vittoria di Marilena Miceli, candidato della lista civica “Sviluppo e futuro” (eletta con 1.632 voti) sul candidato Danilo Calabrò della lista civica “Insieme per Cambiare” (1.605 voti), che aveva depositato l’11 luglio il proprio ricorso al Tar Catania per via dei dubbi sollevati subito dopo uno scrutinio durante la notte.
I dubbi sulla prima sezione. Il giudice amministrativo chiede di rispondere ai quesiti avanzati dallo stesso entro 30 giorni, e quindi di verificare se, con riferimento alla schede scrutinate nella prima sezione, ne esistano 9 in cui, invece di essere barrato il nome del candidato sindaco Miceli già stampato sulla scheda elettorale, è stato scritto di pugno sulla scheda, in diversi modi (Marilena Sindaco, Marilena Miceli sindaco, etc) il nome o il cognome del candidato sindaco Miceli; se nella prima sezione ne esista una dove è stato barrato, invece che lo spazio contenente in nome del candidato sindaco già stampato sulla scheda, lo spazio corrispondente alle righe destinate alle preferenze della lista collegata al candidato sindaco Miceli; se, sempre nella prima sezione, ne esista una che non presenta alcuna croce né su alcun simbolo di lista né su alcun candidato sindaco, e presenta invece vergato il cognome Gazzara posizionato in maniera anomala ossia non nello spazio dedicato alle preferenze, ma all’interno del rettangolo contenente il nome prestampato del candidato sindaco Miceli.
Perplessità sulla seconda sezione. Attenzione anche sulla seconda sezione, dove si chiede di verificare se esistono tre schede in cui, invece di essere apposta la croce al di sopra del prestampato nome del candidato sindaco Miceli, la croce è stata posta al di sopra della preferenza vergata dall’elettore in favore di candidato presente nella lista collegata alla Miceli; se esistono tre schede in cui è stato barrato, invece che lo spazio contenente il nome del candidato sindaco già stampato sulla scheda, lo spazio corrispondente alle righe destinate alle preferenze; se esistono tre schede in cui, invece di essere barrato il nome del candidato sindaco Miceli già stampato sulla scheda, è stato scritto sulla scheda, in diversi modi (Marilena Sindaco, Marilena Miceli Sindaco, etc.) il nome o il cognome del candidato sindaco; se esiste una scheda in cui la preferenza a un candidato della lista collegata al candidato sindaco Miceli è stata vergata all’incontrario sulla scheda elettorale e se sussista, rispetto al risultato dello spoglio, un eventuale scarto fra voti attribuiti al candidato sindaco Calabrò e preferenze per candidati della lista “Insieme per Cambiare” non recanti però voto per alcun candidato a sindaco tale da non poter trovare giustificazione in base ad una corretta della applicazione della Legge regionali con specifica indicazione, in caso di positivo riscontro del sussistere di tale scarto, del numero di voti dovrebbero essere addizionalmente attribuiti al candidato sindaco Calabrò.
Le verifiche sulle altre sezioni. Il giudice chiede ancora al prefetto di verificare se, con riferimento alla schede scrutinate nella quarta sezione, ve ne sia una in cui è stata dall’elettore vergata sulla scheda la preferenza a Laura Chiarandà, (invece che Luisa Chiarandà, candidata nella lista collegata al candidato sindaco Calabrò, cognome non ulteriormente ricorrente nella competizione elettorale) scritto con un carattere molto grande rispetto allo spazio dedicato alle preferenze; se, con riferimento alla schede scrutinate nella sesta sezione, fra le stesse ve ne era una sulla quale erano vergate due vistose cancellature sulle preferenze votate dall’elettore nella lista collegata al candidato sindaco Miceli); se, con riferimento alla schede scrutinate ancora nella sesta sezione, sussista, rispetto al risultato dello spoglio, un eventuale scarto fra voti attribuiti al candidato sindaco Calabrò e preferenze per candidati della lista “Insieme per Cambiare” non recanti però voto per alcun candidato a sindaco tale da non poter trovare giustificazione in base a una corretta della applicazione della legge regionale con specifica indicazione, in caso di positivo riscontro del sussistere di tale scarto, del numero di voti dovrebbero essere addizionalmente attribuiti al candidato sindaco Calabrò; se, con riferimento alla schede scrutinate nella settima sezione nella sezione, ve ne sia una in cui la preferenza al candidato Papa della lista “Insieme per cambiare” collegata al ricorrente è stata vergata all’incontrario sulla scheda e infine verificare se, con riferimento alla schede scrutinate all’ottava sezione, ve ne sia una caratterizzata dalla presenza di potenziale segni di riconoscimento, sotto forma di una virgola in basso a destra del rettangolo dedicato al candidato sindaco Miceli.
Calabrò ritiene di avere ottenuto più voti rispetto all’attuale sindaco Miceli e quindi chiede al Tar di proclamare il ricorrente quale primo cittadino di Canicattini Bagni annullando tutti gli atti di composizione del Consiglio comunale.
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