Sarà lo studioso di tradizioni popolari di Palazzolo Nello Blancato a incontrare il gruppo di scout e i giovani domani, nel comune montano. È il nuovo appuntamento dell’iniziativa “Raccontami una storia” che si sta svolgendo in alcune città del Sud Est Sicilia, nell’ambito del progetto “Le forme dell’Identità” che fa parte delle azioni di promozione e valorizzazione del territorio, previste nel più ampio programma di attività, finanziato dal MiBACT a valere sulla Legge 77 del 2006 e co-finanziato dalle Regione siciliana dedicato ai tre Siti Unesco del Sud Est.
Nella chiesa di San Michele a Palazzolo, Blancato parlerà delle feste dei santi di Palazzolo, tra tradizione, storie, folclore. Un’occasione per saperne di più delle antiche rivalità tra i quartieri che hanno fatto la storia di queste celebrazioni. Un confronto tra generazioni con la partecipazione degli scout del Gruppo Agesci Siracusa 13 e con quanti vorranno prendere parte a questo momento. L’incontro, che inizierà alle 15, infatti, è aperto al pubblico.
Gli appuntamenti di “Raccontami una storia” a inizio gennaio si sono svolti a Sortino, Cassaro e Ferla, con testimonianze sugli antichi saperi, una testimonianza di fatti, uomini, storie.
E nell’apposita sezione del sito al seguente link: http://sitiunescosiciliasudest.it/it/raccontami-una-storia si potranno raccontare le proprie storie e testimonianze, affinché tutti possano diventare preziosi testimoni di tradizioni e costumi della città, da tramandare alle giovani generazioni.
Il progetto “Le forme dell’identità” ideato e curato da Giada Cantamessa, nell’ambito delle azioni di valorizzazione dedicate ai Siti Unesco del Sud Est, è supportato dall’Istituto Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti. Infatti le varie iniziative si stanno svolgendo in luoghi privi di barriere architettoniche, secondo il principio dell’accessibilità universale che segna tutto il progetto.
Raccontare le storie, le tradizioni, i luoghi per mettere le fondamenta alla memoria e rendere partecipi, anche i giovani, dell’importanza della conservazione e trasmissione dei saperi.
La memoria, che prende graficamente forma tramite l’utilizzo della scrittura da parte dei ragazzi, viene sostenuta dall’utilizzo della fotografia fino a confluire in una mostra finale, testimonianza di questo percorso di conoscenza. Seguirà, nei prossimi mesi , l’allestimento di una mostra in cui le storie e i volti dei partecipanti, che saranno legati da parole chiave evocate durante gli incontri, diventeranno il fil rouge di luoghi e tradizioni, ancora oggi, vivi nella memoria dei territori del SudEst.
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