Un paese in lutto per la scomparsa della giovane Liliana Montalto. Oggi pomeriggio Ferla si è chiusa nel dolore e nel silenzio per celebrare l’ultimo saluto alla trentenne che domenica scorsa ha perso la vita sulla strada che collega Buccheri a Ferla, mentre viaggiava in auto insieme con un’amica e il fidanzato di questa.
Oggi alle 15.30 tutta la comunità cittadina si è stretta in silenzio all’interno delle mura della chiesa di San Sebastiano. Una chiesa piena in ogni ordine di posto che ha ascoltato le parole di Don Roberto Garro, che ha avuto l’onere di officiare l’ultimo saluto. Ai piedi dell’altare, la bara bianca che custodisce il corpo di Liliana, circondata da una grande composizione floreale e da una corona, anch’essa bianca a testimoniare la purezza della giovane.
Una vita spezzata anzitempo, una tragedia che ha lasciato sgomenta una comunità e un Comune che per la giornata di dolore di oggi ha voluto stringersi intorno ai familiari con le bandiere a mezz’asta e con la proclamazione del lutto cittadino.
Durante la cerimonia hanno parlato gli amici ed è stata letta una lettera della cugina, prima che anche il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, leggesse davanti ai presenti un proprio scritto in ricordo di Liliana. “Le parole non bastano – ha detto Giansiracusa -. Provo solo a tradurre il dolore di una comunità che è piegata in due dal dolore e dallo smarrimento. Le lancette del tempo si sono fermate a sabato notte. Non c’è una spiegazione, non c’è una motivazione. È come se vivessimo in una dimensione irreale, è come se volessimo spostare in avanti il momento della verità. Domenica sono stato svegliato bruscamente, come ognuno di voi. Ho chiamato, ho risposto, ho parlato tutto il giorno, ho raccontato dell’accaduto come a volere riempire quel tempo. Quando sono arrivato a Ferla ho respirato un’aria di frenesia dolorosa, un silenzio assordante tutto intorno, come quando il venerdì santo conclusa la processione del pomeriggio attendiamo il passaggio successivo, con la consapevolezza amara di ciò che avverrà. Scendendo da via Garibaldi mi sono reso conto che non era come le altre volte, ed imboccando via Castelverde il mio passo e quelli di chi mi accompagnava sono diventati ancora più pesanti. Varcando quell’uscio il dolore è diventato stridore, sordo e lancinante, lamento di madre, Franca, urla di padre, Salvatore. Le parole non bastano. Chiudo gli occhi e scorgo il sorriso di Liliana, gioviale, gentile, disponibile, solare come sempre. Il Padre consegna all’altare la sua sposa prediletta, la madre la segue commossa, il fratello Francesco è forte ed orgoglioso. Liliana è vestita di rosso, un cordone bianco le cinge i fianchi e a piedi scalzi, segue il suo Santo prediletto. Le parole non bastano. Preghiera e silenzio per Liliana“.
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