Sembra sia imminente la pubblicazione di un bando per la gestione del frigomacello di Palazzolo Acreide. Sulla vicenda, dopo un incontro con il commissario della provincia, ritornano i consiglieri dell’opposizione Fancello, Cappellani con Vincenzino Guerriera. Il commissario del Libero Consorzio ha sentito una delegazione del territorio ibleo che ha sostenuto con forza la necessità che l’imminente bando di gestione del frigomacello di Palazzolo puntasse sulle ragioni e fondamenta del Patto Territoriale Agricolo, da cui in maniera selettiva e con indirizzo chiaro il finanziamento dell’opera, oggi dichiarata ultimata.
Nel primo dei due incontri, avvenuti nell’arco di otto giorni, sembrava essere stata raggiunta la condivisione che un’opera pubblica, nata per il rilancio del territorio puntando sulla valorizzazione della zootecnia locale e costata circa 4,5milioni di euro, era meritevole di restare a servizio esclusivo del territorio stesso, nel pieno rispetto del citato Patto Territoriale, che non ammette deroghe o distrazioni sulle somme destinate all’impianto di contrada Poi.
Nel secondo incontro la delegazione ha avuto la sensazione che le conclusioni del precedente non fossero ritenute più oggetto di discussione e che il bando di evidenza pubblica sembrava indirizzato, a parere della delegazione, ad una tipologia di gestione che, se realizzata, mortificherebbe e danneggerebbe il territorio, unico soggetto privilegiato, va ripetuto, di quel Patto Territoriale Agricolo che sta alla base del progetto. In sostanza, sostengono i componenti della delegazione, il bando di evidenza pubblica deve essere coerente col Patto che ha determinato il Frigomacello di Palazzolo Acreide, sostenuto da tutta una serie di diposizioni, pareri, autorizzazioni e termini, alcuni chiaramente perentori (come indicato nella lettera allegata ed inviata al Commissario) e deve confermare l’opera quale bene strumentale agricolo, caratteristica che nessun può disconoscere o non considerare. Diversamente il bando, a parere della delegazione, nascerebbe monco degli indirizzi insiti nel Patto agricolo che gli fa da cornice.
Da qui un articolato riscontro al commissario del Libero Consorzio, con i riferimenti normativi su quanto sostenuto e con l’indicazione dei rischi che un bando di evidenza pubblica “anomalo” e non in linea col Patto, potrebbe correre nel caso in cui l’attività economica prevista fosse inquadrata in classificazione di attività diversa da quella già originariamente approvata, cioè agricola, Il Decreto Ministeriale n. 320 del 31/07/2000 dispone, infatti, le azioni da intraprendere prevedendo, tra l’altro, la revoca totale delle agevolazioni concesse. “Il bando che sta per essere esitato – spiegano i rappresentanti della delegazione – per non essere di danno al territorio, deve trarre alimento e direttive da tutti quegli atti e documenti che hanno determinato la nascita, lo sviluppo, la realizzazione dell’impianto e che chi si è assunto l’onere della redazione del bando non può disconoscere, né evitare“.
Maurizio Aiello
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