Era il febbraio 2013 quando il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Augusta avviava una intensa e particolareggiata attività investigativa a seguito dell’incendio di evidente natura dolosa che danneggiava gravemente la struttura turistico-ricettiva “Villa Carrubba” sita in agro di Melilli.
Già nell’immediatezza dei fatti, grazie alla caparbietà degli investigatori che iniziarono ad acquisire importanti informazioni testimoniali del proprietario della struttura e dell’organizzatore degli eventi che avevano come scenario la villa, si raccolsero tutte le fonti di prova che portarono, il 1 marzo 2013, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due fratelli Pandolfo, Cesare e Innocenzio, colpevoli del reato di estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso.
Gli accertamenti svelarono che tramite le intimidazioni anche di Innocenzio Pandolfo, conosciuto dalla comunità sortinese per essere soggetto legato ad esponenti di spicco della criminalità organizzata a cui spesso faceva riferimento per intimidire i suoi interlocutori, l’organizzatore degli eventi fu costretto già dall’estate precedente ad assumere come buttafuori il fratello Cesare retribuendolo, indipendentemente dalla presenza o meno, al prezzo imposto di 100 euro a serata.
Tutto andò secondo i piani dei due pregiudicati fino al Carnevale di quell’anno, pochi giorni prima l’incendio della villa, quando in occasione di una festa in maschera al buttafuori venne espressamente comunicato che si sarebbero rivolti a una ditta autorizzata e specifica del settore. A distanza di cinque anni dall’episodio, ieri pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Augusta e del Nucleo Operativo della Compagnia di Augusta hanno dato esecuzione al mandato di carcerazione per Innocenzio Pandolfo che, condotto nella Casa di Reclusione di Brucoli-Augusta, dovrà scontare 6 anni e 8 mesi di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
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