Più che opportuni i lavori alla villa comunale di Palazzolo Acreide. A dirlo è Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula onlus che entra nel merito della polemica, anche politica, che ha riguardato i lavori all’interno della villa.
Morreale evidenzia come la villa comunale di Palazzolo Acreide non sia una riserva naturale e i criteri di gestione non possano essere equiparabili. Nelle riserve le azioni sono volte alla conservazione del patrimonio naturale. La villa invece è un ambiente antropico, creato e governato dall’uomo, e destinato alla fruizione. “I lavori di sistemazione avviati il mese scorso nella villa comunale di Palazzolo sono più che mai opportuni – dice -. Nessun allarmismo, anzi da anni chiedevamo all’amministrazione comunale di risolvere alcune criticità”.
Le operazioni hanno riguardato il taglio di alcuni alberi troppo vicini ai viali e con il tronco completamente cariato, marcio, vuoto e incapace di garantire il giusto sostegno alla chioma. “Da un momento all’altro si sarebbero schiantati al suolo, con grave pericolo per i visitatori – sostiene Morreale -. Alcuni esemplari devono ancora tagliarli ma basta osservarli per accorgersi che sono in condizioni pessime. Il tessuto interno al fusto (cambio, alburno, durame e midollo) o non c’è più o si sbriciola come segatura.”
Per il presidente di Natura Sicula il vero patrimonio arboreo della villa è rimasto indenne. Nessuno dei tre alberi monumentali (Cipresso comune, Cedro del Libano, Leccio) ha subito colpi di motosega, e il bosco di lecci è più rigoglioso che mai.
“Per i cipressi del muro di ingresso auspichiamo la potatura dei rami che sporgono sulla piazza – ancora -. Più volte avevamo segnalato l’oblio in cui era caduto il busto del barone Vincenzo Messina, soffocato da un’altissima siepe di bosso che oltre a nascondere il genius loci della villa, delimitava un angusto corridoio continuamente frequentato da drogati e incontinenti.” Adesso la siepe è stata tagliata e il busto ha ripreso l’aria, la luce e la visibilità. “Per completare il lavoro, auspichiamo delle sabbiature per rimuovere i licheni che hanno incrostato pesantemente il busto di pietra. Anche la siepe accanto al chiosco era diventata il nascondiglio degli sregolati. La notevole altezza e lo spazio che delimitava, essendo lontano da occhi indiscreti, incoraggiava la formazione di pozze di urina e il consumo di droghe. Per compensazione – conclude Morreale –, stanno impiantando nuove siepi e nuovi alberi. Alla riapertura della villa gli angoli degradati e i punti pericolosi non ci saranno più. Da quel momento la fruizione avverrà con maggiore sicurezza e rispetto, e la villa tornerà a essere l’area verde e lo spazio sociale di aggregazione che è sempre stata.
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