“No al Doping”, da Canicattini Bagni l’invito per uno sport sano e pulito. Presente il prof. Alessandro Donati

«E’ ormai consapevolezza diffusa che in diverse discipline sportive il ricorso al doping coinvolge gran parte degli atleti di vertice e altera i risultati delle maggiori competizioni sportive. Un sistema favorito dai vertici della politica e dello sport. Di fatto, proprio la situazione di controllore-controllato che il mondo della politica ha permesso al mondo dello sport, è stata una delega impropria e irresponsabile. Già le prime indagini hanno abbondantemente dimostrato che, dietro la facciata dorata e sostanzialmente insulsa delle “positività vicine allo zero” dei controlli anti-doping gestiti dal mondo dello sport, il doping proliferava e faceva danni».

Sono questi alcuni passaggi dell’intervento tenuto ieri mattina, domenica, dal professore Alessandro Donati, nell’Aula consiliare di Canicattini Bagni, nell’ambito del 2° Convegno di Medicina dello Sport “Per un ciclismo sano a tutela della nostra salute”, promosso in collaborazione con il Comune canicattinese dall’Associazione “Pantalithos Hybla” di Solarino, presieduta dall’ingegnere Michele Adorno, e dal settore ciclistico dell’ACSI.

Donati, 66 anni, maestro dello sport del Coni, è stato per anni allenatore delle squadre nazionali di Atletica di velocità e mezzofondo, nonché dirigente responsabile della ricerca e sperimentazione del Coni, componente della Commissione di vigilanza sul doping, consulente del Ministero della Solidarietà Sociale, nonché consulente dell’Agenzia mondiale antidoping e autore di libri denuncia come “Campioni senza valore”, e il recente “Lo sport del doping – chi lo subisce , chi lo combatte”, edito dal Gruppo Abele di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, l’associazione contro le mafie a cui sono destinati i proventi delle vendite. Una battaglia trentacinquennale, quella di Alessandro Donati, tesa a denunciare uno dei peggiori sistemi illegali utilizzati nello sport pur di “fare risultato”.

«Un cattivo esempio degli atleti di vertice e degli interessi delle industrie farmaceutiche – ha sottolineato l’ex allenatore della nazionale di Atletica – che hanno fatto sì che il doping si diffondesse anche tra i comuni praticanti. A tal punto da assumere tutte le caratteristiche di fenomeno socialmente pericoloso, all’incirca come la droga. E di fronte a questo fenomeno diffuso – prosegue ancora Donati, come ha scritto nel suo ultimo libro – risalta ancora di più l’errore di valutazione fatto dal mondo della politica nel delegare a un soggetto privato direttamente interessato alla performance, la gestione di una questione di interesse pubblico che non sempre si accorda con il perseguimento a ogni costo dei successi sportivi».

Poi Donati ha ricordato la vicenda della giovanissima nuotatrice romana, appena 14enne, ricoverata in coma nel 2012 a Siracusa, dove si trovava per uno stage preparatorio alla stagione agonistica, che aveva ingoiato una dose massiccia di “semplice” bicarbonato. All’inizio tutti si chiedevano come mai e perché il bicarbonato. Alla fine, come ha dichiarato una delle più note nuotatrice italiana, la Filippi, il bicarbonato è una consuetudine in questo sport per abbassare la produzione di acido lattico e fornire una migliore resa nelle prestazioni.

Il Convegno di ieri a Canicattini Bagni, che chiude la tre giorni dedicata al doping in tutto lo sport in particolare nel ciclismo, vista la sua particolare diffusione nel territorio siracusano e l’attività dell’Associazione Pantalithos Hybla, è stato presentato e moderato da Gian Paolo Montineri ed aperto dal saluto del sindaco della città, Paolo Amenta, da sempre impegnato con la sua Amministrazione e con l’assessore allo Sport, Salvatore La Rosa, alla diffusione dell’attività sportiva tra i giovani. Amenta ha voluto sottolineare il connubio tra sport, in particolare il ciclismo, proprio per la sua specificità esterna e la pratica sulle strade, e la promozione del territorio.

«Uno sport sano come il ciclismo – ha detto il primo cittadino di Canicattini Bagni – si rileva uno strumento importante per la promozione e la valorizzazione del nostro territorio e delle sue straordinarie bellezze naturalistiche ed archeologiche. È il caso di Pantalica, della Valle dell’Anapo e degli Iblei. Per questo come Amministrazione abbiamo voluto continuare a sostenere questo annuale appuntamento ciclistico. Per noi significa anche credere che è possibile un nuovo modello di sviluppo che vede al centro questo patrimonio ecosostenibile».

Presente a Canicattini Bagni anche il vice presidente nazionale del Coni e presidente della Federazione italiani della Scherma, Giorgio Scarso, per cui le denunce di questi anni di Donati hanno contribuito a fare prendere coscienza su un fenomeno che rischia di “uccidere e tradire” i principi sani che stanno alla base della pratica sportiva.

«Lo sport come diceva Mandela “può cambiare il mondo” – ha detto l’ingegnere Michele Adorno, organizzatore con Pantalithos dell’appuntamento di Canicattini Bagni -. In particolar modo se oltre a formare tanti giovani, com’è stato sottolineato nel corso degli interventi, rappresenta anche uno strumento per raccontare e valorizzare un territorio come è accaduto con Pantalica, per cui il prossimo 18 maggio abbiamo già in programma il 2° Gran Fondo “Trofeo Pantalica”, tour della Valle dell’Anapo e dei Monti Iblei, prova del Campionato nazionale ACSI».

Un territorio, quello Ibleo, siti oggi patrimonio dell’Unesco, come Pantalica, illustrati ai presenti da Paolino Uccello, guida naturalistica, etnologo, e direttore del Museo del Tessuto, dell’Emigrante e della Medicina Popolare di Canicattini Bagni, nato proprio per custodire e raccontare, in particolare alle giovani generazione, il valore di questo tesoro, ricordato anche nel suo saluto dal sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, che nel suo ruolo di presidente pro tempore dell’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei”, ha portato i saluti dei sette Comuni montani.

Sport e territorio, dunque, che grazie alle tecnologie messe in campo ieri da Microsoft Italia (presenti Carlo Mauceli, chief technology officer, e Marco Vergani, direttore Pubblica Amministrazione Locale e Sanità, con la loro equipe tecnica), partner campagna nazionale sull’antidoping, ha oltrepassato i confini della cittadina canicattinese, ed è stato trasmesso in diretta streaming sulla rete e in video conferenza.

Ma il convegno di Canicattini è stato anche un momento di approfondimento scientifico, attraverso i dati delle ricerche sul fenomeno del doping forniti dagli specialisti presenti ai lavori.
Dati significativi, come hanno focalizzato nei loro interventi il presidente regionale dell’Avis, dr. Salvatore Mandarà; il dr. Andrea Ferella, responsabile scientifico ACSI – Settore Ciclismo, autore del libro “In sella senza doping”, specializzato in farmacologia applicata e psicologia clinica; il dr. Angelo Sberna, specialista in medicina dello Sport; e il dr. Giuseppe Barbagallo, componente della Commissione nazionale scientifica ACSI – settore ciclismo, direttore Unità operativa complessa di Medicina Interna, specialista in Diabetologia e Malattie del Ricambio oltre che in Cardiologia.

Nel 2010 è stato accertato che in base all’uso dei vari prodotti inseriti nelle tabelle di riferimento, un buon 66,5% di sportivi hanno fatto uso di dopanti (su 250 assuntori oltre 150 sono risultati a rischio). Un dato che si alza notevolmente, arrivando al 75,8% se si aggiungono anche altri prodotti non compresi nelle tabelle di riferimento ma anch’essi con risultati dopanti. Dati che spingono e danno il senso dell’urgenza nel diffondere una cultura antidoping ad ampio raggio.

«Oggi gli atleti, in particolare nel ciclismo, e a tutti i livelli – ha sottolineato il dottor Barbagallo –, sono consapevoli, come denuncia Donati, dei risultati, in termini di prestazioni, che danno i prodotti dopanti. Molti però sconoscono i danni che questi causano al loro organismo, già in età giovanile, come spesso leggiamo dalle cronache. A questi prodotti è sempre preferibile un buon allenamento. Questo il concetto ed il principio – conclude Barbagallo – che bisogna far capire a tutti, atleti, allenatori, società, a quanti si occupano di sport, alle aziende del farmaco, e agli stessi media che il più delle volte non denunciano preferendo il circo ad uno sport sano e pulito».

A conclusione dei lavori, un giovane imprenditore canicattinese, Corrado La Pira, ha fatto omaggio al professore Alessandro Donati di una bottiglia del prodotto simbolo della terra iblea, l’olio extravergine d’oliva della Tonda Iblea, coltivato biologicamente, conosciuto in tutto il mondo per le sue straordinarie qualità antiossidanti.

 


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