Il nuovo ospedale di Siracusa si farà alla Pizzuta, anche se la zona montana e altri Comuni della provincia stanno cercando di far sentire il proprio peso e l’unità di intenti per cambiare zona. Mercoledì scorso, infatti, l’Unione dei Comuni Valle degli Iblei ha richiesto la convocazione del Comitato dei sindaci e successivamente dell’Asp affinché la costruzione del nuovo ospedale sia garanzia della salute di tutte le comunità e di tutti i cittadini.
Dopo l’uscita plateale e scomposta in Consiglio comunale del sindaco di Palazzolo Acreide Salvatore Gallo, i Comuni iblei si sono compattati e tutti insieme contestano la scelta (reiterata e ratificata questa settimana dal civico consesso) di realizzare l’ospedale nella zona nord della città. “Apriamo un confronto costruttivo nelle opportune sedi istituzionali – sottolinea il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo – e giungiamo a una soluzione condivisa che non metta a rischio la possibilità di costruire il nuovo ospedale e che garantisca comunque tutti i cittadini della Provincia”.
L’obiettivo è quello di modificare la scelta dell’area per portarla in un terreno facilmente raggiungibile dagli svincoli autostradali. Con tutto ciò che ne comporta, con il riavvio dell’iter e altri anni prima di arrivare soltanto a sceglierne una nuova. Tutta la zona montana (più Melilli, che propone Città Giardino) dice no a una collocazione distante e difficilmente raggiungibile dai centri abitati.
Anche Ferla, con il sindaco Michelangelo Giansiracusa che appare in una posizione ambigua essendo capo di Gabinetto (che con la nomina fiduciaria deve rappresentare la posizione del sindaco di Siracusa) e con il ruolo elettivo, quella del primo cittadino di Ferla. Anche perché proprio il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha le idee chiare: “l’area è quella. Comprendo pienamente le perplessità dei sindaci dei Comuni montani e ne ho grande rispetto, ma in questo momento la battaglia deve essere orientata a migliorare le infrastrutture di sostegno all’ospedale che nascerà e che non potrà che essere di respiro provinciale. Mi auguro, infatti, che prima del completamento diventi un hub di secondo livello e non uno spoke di primo, come spetta alla Provincia di Siracusa”. Italia quindi invita i colleghi sindaci (oltre ai deputati regionali siracusani, al momento silenti) a concentrare i propri sforzi sulle funzioni dell’ospedale e sulle infrastrutture a sostegno.
L’area – individuata già dal Prg del 2007 – è quindi quella di fronte all’ex ospedale Psichiatrico alla Pizzuta e con il Rizza poco distante sarebbe in grado di creare una vera e propria cittadella della Salute. Il Consiglio comunale si è espresso più volte e l’orientamento è stato ratificato questa settimana pur non essendoci la necessità di farlo. “È questa la volontà univoca dell’organo più rappresentativo della città – aggiunge Italia – e di contro non esiste alcun atto ufficiale con cui la Regione Siciliana e l’Asp abbiano mai espresso rilievi o perplessità in merito. Anzi, l’ultimo atto ufficiale è stato quello dell’Asp di dicembre del 2017 che dopo aver avviato un tavolo tecnico con il Comune di Siracusa spedì una lettera alla Regione chiedendo un milione di euro per avviare la progettazione e le procedure di esproprio”.
A giorni, forse già lunedì, arriverà la nomina del nuovo direttore generale dell’Asp di Siracusa che dovrà accelerare con gli uffici tecnici dell’Asp la progettazione del nuovo nosocomio. Una struttura necessaria ma che vedrà la luce tra una decina d’anni, eppure Siracusa è fatta così: in questa provincia litigare e mettere tutto in discussione è quasi la normalità.
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