Si è svolto ieri il convegno “Dopo di noi” organizzato da Anffas Sicilia. Grandissima la partecipazione da parte di numerose famiglie appartenenti alle varie associazioni Anffas della Sicilia e da numerose figure professionali: assistenti sociali, notai, avvocati e medici.
“Superare i vuoti normativi ma anche fare rete tra associazioni ed enti per garantire alle persone con disabilità pari diritti e dignità. Questo il messaggio lanciato a Palazzolo durante il convegno promosso dall’Anffas Sicilia, guidata da Giuseppe Giardina, che si è svolto all’hotel Colle Acre sul tema “Progettare il Dopo di noi nel durante noi. Aspetti di tutela giuridica per e con le persone con disabilità”. Sul tavolo di discussione le troppe criticità che si registrano nel settore, attraverso le testimonianze di chi ogni giorno è impegnato nelle strutture di assistenza, e soprattutto delle necessità dei genitori che vorrebbero certezze sul futuro per i propri figli.
“Oggi è necessario de-istituzionalizzare, cioè non commettere gli errori del passato e creare dei luoghi che siano segreganti per le persone con disabilità – ha detto Roberto Speziale, presidente nazionale dell’Anffas –. Giornate come questa servono per fare sistema, noi come associazione ci siamo e ognuno deve fare la propria parte per rivendicare i diritti di questa terra, dove c’è ancora molto da fare sulla disabilità. Facciamo un tavolo di monitoraggio regionale affinché su ogni distretto ci sia una rete integrata di servizi, anche e durante il Dopo di noi”. Al convegno anche i sindaci di Palazzolo Carlo Scibetta e di Canicattini Paolo Amenta.
La prima sessione dei lavori, moderata da Salvatore Parisi, consigliere nazionale dell’Anffas e responsabile e coordinatore del progetto “Anffas Sud”, è stata caratterizzata dall’intervento di Paola Carli, assistente sociale Anffas Catania, che ha parlato del tema “Il Servizio sociale e il Dopo di noi, dall’emergenza alla progettazione: una scommessa tra le resistenze della famiglia e le criticità di sistema”.
“Dai dati di un’analisi tracciata da noi – ha spiegato Carli – è emerso che i genitori vorrebbero che il Dopo di noi si avviasse presto, per una maggiore attenzione ai servizi della persona. Ad esempio realizzando il Dopo di noi, in zone vicine, in città, per sollecitare un’azione di sensibilizzazione tra la gente, con un approccio che non sia caritatevole ma di collaborazione”. Emilio Rota, presidente nazionale della Fondazione “Dopo di noi” Anffas, ha parlato di “Costruire durante noi il Dopo di noi: vietato trovarsi impreparati”.
“Non c’è più tempo da perdere – ha chiarito Rota -. I nostri figli devono essere messi nelle condizioni di decidere come vivere, con chi vivere e dove vivere. Vanno superati i troppi vuoti normativi che restano”. Il notaio Daniele Minussi ha invece analizzato gli “Aspetti notarili degli istituti a tutela della disabilità”.
Nel pomeriggio Francesco Marcellino, consulente legale dell’Anffas, ha parlato di “Il Dopo di noi: strumenti di tutela giuridica e servizi alla persona”, tracciando un percorso tra disabilità e invecchiamento, ma anche dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie per il “Dopo di noi”, evitando di associarle alle casa di riposo, che rispondono a servizi spesso inappropriati e si basano sulla disperazione delle famiglie.
“Il Dopo di noi – ha sottolineato – va avviato con un’adeguata progettualizzazione individualizzata”. Durante la giornata sono stati protagonisti anche i giovani del progetto “Anffas giovani” e del progetto “Io cittadino” che coinvolge le persone con disabilità. “L’incontro che abbiamo promosso è servito per capire cosa c’è ancora da fare per i nostri figli, per i loro diritti, perché la strada è in salita, speriamo di farcela e attendiamo risposte dalle istituzioni”.
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