Palazzolo Acreide, il Consiglio decide di non aderire alla società dei rifiuti

Il consiglio comunale di ieri sera ha deciso di non aderire alla costituenda società consortile denominata “Società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti- Srr”. La decisione è stata adottata dopo che nella seduta di fine luglio l’assemblea aveva rinviato la votazione per approfondire meglio l’argomento.

Durante la seduta di ieri è stato quindi votato un ordine del giorno proposto dai consiglieri in cui si sottolinea che era intendimento del consiglio e lo è ancora “poter affrontare e discutere su problematiche che se opportunamente approfondite avrebbero potuto trovare soluzioni più idonee e confacenti alla gestione di questo servizio”.

Tante le criticità che sono emerse sulla costituzione della società e che sono state riportate nel documento, problematiche che se non chiarite prima della costituzione finiranno per incidere negativamente sul funzionamento della società medesima.

Di tali criticità l’ordine del giorno votato ad esempio evidenzia, che la costituzione del consiglio di amministrazione essendo un organo gestionale dovrebbe essere composto da dirigenti e non da amministratori; le competenze del cda, ad esempio sull’adozione della dotazione organica, che estromette qualsiasi funzione dell’assemblea anche quale semplice atto di indirizzo; questa competenza in capo solo al cda appare eccessiva in quanto organo che non coinvolge e non rappresenta l’intero territorio dei comuni facenti parte della società.

Inoltre l’Unione dei Comuni “Valle degli iblei”, di cui fa parte Palazzolo, insieme ad altri sei comuni ha elaborato un progetto sperimentale e richiesto il riconoscimento alla Regione di un ambito ottimale, diverso da quello provinciale. La proposta dell’Unione si basa sulla convinzione che l’intero comprensorio montano, omogeneo dal punto di vista socio – economico e orografico, ha gli stessi problemi in materia di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti e come tale può occuparsi della gestione integrata dei rifiuti secondo quei principi di efficienza, efficacia ed economicità che sono alla base della normativa vigente.

Ma questa proposta non ha trovato alcun riscontro, né menzione nel decreto presidenziale del 4 luglio 2012 che individua i bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale.
Infine bisogna tenere conto della sentenza della Corte costituzionale di luglio che ha azzerato tutta la disciplina dei servizi pubblici locali stabilendo che i comuni sono liberi di scegliere il modello gestionale dei servizi, e ciò confermerebbe, quindi, la validità della proposta inoltrata alla Regione dall’Unione.

“Alla luce di questo – si legge nel documento – appare indubbio la necessità di un intervento del legislatore il cui principio di base deve identificarsi nel ritenere che, qualsiasi forma di gestione venga individuata, resta ferma ed imprescindibile la necessità di una sana e corretta gestione economico-finanziaria che garantisca un’adeguata qualità di servizi che, a nostro avviso, pare non possa, sulla scorta delle esperienze fin qui maturate, raggiungersi con il modello organizzativo proposto con la costituzione della Srr”.


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