Palazzolo Acreide e Canicattini ospitano Attilio Bolzoni e il suo libro “il padrino dell’antimafia”

La storia di Antonello Montante, simbolo della legalità e dell'antimafia per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili

Nell’ambito degli eventi dedicati a Giuseppe Fava, a Palazzolo Acreide arriva Attilio Bolzoni per presentare “il padrino dell’antimafia” che racconta la storia di Antonello Montante, simbolo della legalità e dell’antimafia per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili.

Chi è davvero Montante si chiede Bolzoni nel libro, solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo? Ma c’è anche un intrigo nell’intrigo: le telefonate dell’allora  Presidente della Repubblica. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere.

Tanti i misteri in questa storia che verrà presentata nell’atrio comunale domenica alle 18,30. Modererà Antonio Condorelli, giornalista. A organizzare l’evento l’associazione Dhalia, la Fondazione Fava e l’amministrazione comunale.

Prendono corpo anche gli appuntamenti di Settembre di “Canicattini legge”, il progetto voluto dal Sindaco Marilena Miceli e dall’Amministrazione comunale, attraverso la Biblioteca comunale “G. Agnello”, per avvicinare, in particolare i giovani, ai libri,  facendone conoscere anche gli autori, e alla lettura.

Il primo appuntamento è in programma per lunedì 2 settembre 2019, alle 21, in Piazza XX Settembre a Canicattini Bagni, con il giornalista del quotidiano “la Repubblica”, Attilio Bolzoni, e con il suo ultimo libro inchiesta “Il padrino dell’antimafia – una cronaca italiana sul potere infetto” (Zolfo Editore), sulla vicenda giudiziaria dell’ex responsabile legalità di Confindustria, Antonello Montante, recentemente condannato a 14 anni di reclusione.

L’incontro canicattinese, moderato dal giornalista Gaetano Guzzardo, è  promosso dall’associazione Dahlia di Palazzolo Acreide, presieduta da Natya Migliori, con il patrocinio del Comune di Canicattini Bagni e dell’impresa sociale Passwork di cui è presidente il sociologo Sebastiano Scaglione, con la collaborazione del Coordinamento Giuseppe Fava, intitolato al giornalista, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore palazzolese ucciso dalla mafia a Catania il 5 Gennaio del 1984. Ad aprire l’appuntamento saranno i saluti del Sindaco di Canicattini Bagni, Marilena Miceli.

Nel suo libro Attilio Bolzoni racconta dell’inchiesta giornalistica realizzata sugli avvenimenti giudiziari di un “paladino dell’antimafia”, la falsa facciata che si era costruito Calogero Antonio Montante, detto Antonello, di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, presidente della Camera di Commercio e di Confindustria Sicilia, nonché responsabile legalità, a livello nazionale, per la stessa Associazione industriali.

Condannato nel maggio scorso a 14 anni di reclusione, Montante, come accertato dagli inquirenti, era a capo, con l’aiuto di “tappe istituzionali”, esponenti delle forze dell’ordine, dei servizi segreti e di qualche giornalista, alcuni dei quali condannati, passando attraverso l’amicizia con politici, prefetti, questori ed altre personalità, di una centrale clandestina di spionaggio e dossieraggio utilizzata per affari e patti indicibili.

Un sistema che il presidente della Commissione regionale Antimafia, Claudia Fava, definì  un “governo parallelo” che “per anni ha occupato militarmente le istituzioni regionali e ha spostato fuori dalla politica i luoghi decisionali sulla spesa”.

All’ex presidente di Confindustria Sicilia sono stati imputati reati come associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di esponenti delle forze dell’ordine, delitti contro la pubblica amministrazione e accesso abusivo a sistema informatico.

Una spy story, quella raccontata da Attilio Bolzoni, dai contorni ancora poco chiari, restando aperti altri tronconi dell’inchiesta, per cui il giornalista si pone l’interrogativo: “Montante è pupo o puparo?”.

Una storia che sfiora anche il Quirinale, come racconta Bolzoni. Si sospetta, infatti, che nelle mani dell’ex presidente di Confindustria Sicilia possano essere finite le registrazioni dei quattro colloqui fra l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano e l’ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino, che erano agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo