Al via i festeggiamenti in onore di San Paolo Patrono di Palazzolo. L’accensione dell’imponente illuminazione artistica ha dato il via alle tre giorni di festa popolare. Uno dei momenti più importanti è “a sciuta ra cammira” il 28 sera, con la venerata statua del Patrono accolta sull’altare dalle invocazioni di giubilo dei devoti. Venerdì il momento più atteso, con la “Sciuta” delle 13 e le coreografie di carta o meglio “nzareddi”, fuochi pirotecnici e bande musicali.
“Un momento atteso da tutta la comunità – spiega l’assessore al turismo Aiello – che si inserisce tra gli eventi che insieme alle altre feste di Palazzolo vogliamo far crescere all’insegna del turismo esperienziale. L’idea è quella di agganciare l’onda lunga del turismo culturale ed esperienziale in abbinamento ad eventi come le feste dei Santi, che sono un mix formidabile tra folclore, tradizioni e momenti di aggregazione per tutta la comunità”.
La festa di San Paolo in particolare porta con se la tradizione dei “ciarauli”: uomini nati la notte di San Paolo e capaci di guarire dai morsi di vipere e insetti velenosi. Una tradizione tramandata da secoli che trae origine da un episodio degli Atti degli Apostoli, nel quale San Paolo viene morso ad una mano da una vipera senza alcuna conseguenza. Ma anche santo miracoloso in grado di soddisfare ogni bisogno. San Paolo è anche il santo che propizia il buon raccolto e non a caso la sua festa solenne cade il 29 giugno, proprio nel periodo della mietitura.
“Un ringraziamento va proprio ai ragazzi dei comitati, i veri protagonisti delle feste palazzolesi – commenta Aiello – che da mesi, senza sosta, preparano tutto il necessario alla buona riuscita di un evento senza confini di credo, in un mix di devozione, folclore e tradizioni popolari.” E il motto in questo caso non può che essere una frase di San Paolo: “noi pur essendo in molti, siamo un corpo solo”.
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