Pino Insegno ed Enrico Guarneri aderiscono alla campagna social per restituire alla cultura l’ex Municipio di Sortino

L'ex municipio, concesso per un altro anno al circolo privato Rinascita 1959, viene utilizzato dalla stessa per ospitare alcune competizioni ludiche, i due attori si spendono per dargli nuova vita

L’ex sede del municipio di Sortino assegnato per un altro anno a un circolo privato. Ma la decisione della Giunta non piace ed ecco che scattano gli appelli social di Enrico Guarneni e Pino Insegno. I due attori hanno raccolto l’invito di Carlo Auteri, che a Sortino ha lanciato una petizione per dare nuova vita all’edificio, e si rivolgono al sindaco Vincenzo Parlato pregandolo di pensare al futuro culturale della struttura storica.

L’ex municipio, concesso per un altro anno al circolo privato Rinascita 1959, viene utilizzato dalla stessa per ospitare alcune competizioni ludiche. “Viene utilizzato dal circolo per giocare a carte – spiega Auteri – ma quel palazzo va dato a un’associazione culturale, così da poter organizzare mostre, letture di poesie, attività culturali e avere un direttore artistico in cui fare attività culturali. Ma qua, da 10 anni a questa parte, il tessuto culturale si è sfaldato. Il sindaco restituisca il palazzo ai sortinesi”. I locali della vecchia sede del Comune sono concessi per un anno al costo di 335 euro al mese, 4.020 euro l’anno.

C’è un palazzo meraviglioso che è assegnato per una cosa importante, per carità, ma mi sembra minimizzato e invece dovrebbe essere utilizzato a 360 gradi – dice Pino Insegno – Cultura è sì anche giocare a carte, ma non solo. Letteratura, poesia, installazioni… qualsiasi cosa. Tante sono le cose che si possono fare e non penso sia solo per 4 mila euro l’anno. Quelle al massimo gliele do io. Anzi, se vuole sono disponibile a dare un valore aggiunto a un posto che è già un valore aggiunto di per sé”.

Dello stesso avviso il comico siciliano Enrico Guarneri (Litterio), che ricorda come il palazzo, dei primi del ‘900, dia modo a un’associazione di giocare a carte “ma cultura significa altro – sottolinea – una crescita etica, morale, spirituale. In un edificio del genere si può sì giocare a carte, ma in una stanza. Nelle altre si possono fare altre cose: una pinacoteca, una libreria caffè, mettere un pianoforte e provare una libreria concerto. Un paese senza cultura è un paese di barbari e vichinghi, ma bisogna pensare ai ragazzi che vogliono cultura”.


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