Intimidazione ai danni di un imprenditore: in fiamme l’auto di Salvatore Calafiore, titolare di un’azienda della zona, posteggiata in via Bissolati, poco distante da corso Vittorio Emanuele. Nell’ultimo anno il numero di episodi di questo tenore a Solarino è cresciuto a livelli molto preoccupanti. Dal primo incendio appiccato a un capannone dell’azienda Italia nel 2014, sono stati troppi gli episodi intimidatori fino ad arrivare agli ultimi due accorsi in un brevissimo lasso di tempo: quello al furgone del Bar Italia e quello di ieri all’auto di Calafiore, un imprenditore che dà lavoro a 25 famiglie.
“Solarino deve scendere in piazza e manifestare per la legalità, riappropriarsi del paese e lanciare un messaggio forte di riscatto e ribellione dal giogo della criminalità”. Non usa mezzi termini Sofia Amoddio, deputata nazionale PD all’indomani dell’ennesimo attentato intimidatorio che questa volta ha colpito l’auto dell’imprenditore.
“Atti del genere non possono essere tollerati. Confido – prosegue Amoddio – nel lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura sempre molto attenti e che espletano un lavoro capillare sul territorio provinciale, ma sono convinta che sia arrivato il momento che i solarinesi facciano sentire tutti insieme, senza distinzione di partiti, associazioni, categorie, la propria voce e manifestino per affermare i valori della legalità che hanno sempre contraddistinto il comune in provincia di Siracusa. l mio è un appello affinché la popolazione e le istituzioni locali manifestino insieme per restituire alla comunità l’orgoglio di essere cittadini onesti, esigenti e vigili e lanciare un segnale forte ai responsabili di questi episodi, siano essi singoli o associati. Per questo motivo propongo al sindaco Scorpo, ai sacerdoti delle due parrocchie, in rappresentanza delle istituzioni civili ed ecclesiali, una grande manifestazione da tenersi lunedì 6 giugno con il coinvolgimento di tutti i cittadini solarinesi”.
Continuano gli attentati incendiari a Solarino, insomma. E questi eventi criminosi al vaglio delle autorità sembrano sempre più rappresentare un segnale di un tentativo di escalation dell’attività del racket delle estorsioni. Almeno secondo la Cna di Siracusa: “Il riacutizzarsi di tale fenomeno preoccupa il mondo della piccola impresa già costretta a misurarsi con una crisi profonda e vessata da un contesto socio-economico estremamente difficile. Da tempo sollecitiamo tutti a non abbassare la guardia, le istituzioni nella loro azione di controllo, nella repressione di fenomeni intimidatori e gli imprenditori che hanno il dovere di denunciare i malfattori. In alcuni casi abbiamo registrato il grande coraggio e senso civico di nostri colleghi che hanno denunciato senza esitazione, crediamo fermamente che questa sia la vera ed unica strada per permettere al nostro territorio di liberarsi da questa “tassa invisibile” che frena lo sviluppo e gli investimenti. Denunciare e pretendere sostegno dalle istituzioni è il dovere delle imprese. Diamo ampio sostegno agli imprenditori vessati e vediamo negli sportelli legalità istituiti alla Camera di Commercio e alle associazioni di categoria la strada giusta per garantire il rispetto delle regole e la libera attività d’impresa”.
(Immagine di repertorio)
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