Riceviamo e pubblichiamo una nota inviataci da Fabio Morreale, Presidente di Natura Sicula Onlus, su proposta del’Assessore Sgarlata di porre un trenino per la visita della riserva a Pantalica:
“Consentire la circolazione di un trenino gommato a Pantalica/Valle dell’Anapo è quanto di più inopportuno si possa fare in una riserva naturale. È come destinare una chiesa a sala da gioco piuttosto che a luogo di preghiera. La coscienza ecologica dell’assessore regionale ai Beni culturali Mariarita Sgarlata, quella con cui ha militato nel movimento ambientalista siracusano fino al giorno prima di ricevere la nomina di assessore, quando ha firmato il decreto è stata vinta dalle pressioni del sindacalista businessman Pippo Gianninoto, responsabile del progetto di 4,5 milioni di euro circa.
Pantalica è luogo dell’anima. Il tipo di fruizione che merita non è quello delle masse attratte dal piacere ludico di andare in trenino per scorrere velocemente luoghi di cui ricorderanno solo qualche paesaggio. A bordo del trenino, che farà mangiare polvere agli appiedati, la passeggiata del visitatore non sarà mai un movimento nel tempo e nello spazio; egli non avrà nemmeno la possibilità di sintonizzarsi con la riserva naturale e tornerà a casa con una immagine molto superficiale ed esclusivamente estetica.
A Pantalica, area in cui la storia trasuda dalla roccia e la natura è l’unica padrona di casa, la fruizione deve avvenire in punta di piedi, senza fretta. Deve essere discreta, silenziosa e adeguata. Deve essere capace di ascoltare il verso degli uccelli, il tremore delle foglie soffiate dal vento. Deve essere in grado di percepire gli odori della terra, dell’acqua, della flora. Deve essere capace di stupirsi di fronte a un piccolo
invertebrato e di fotografarlo con lo stesso entusiasmo con cui si fotografa un mammifero o un uccello.
È solo passeggiando a piedi che si diventa parte cosciente di paesaggi millenari in cui l’azione dell’uomo è fortemente legata alla natura. Andare a piedi assume finanche valenza formativa poiché nello stesso momento in cui il visitatore diviene consapevole del tesoro biologico custodito, diventa più responsabile della sua tutela e della sua valorizzazione. Il trenino a Pantalica ha tutto il sapore di una scelta commerciale, dettata solo da fini di lucro, perché non ha nulla a che vedere con le finalità di tutela e conservazione della riserva naturale.
La parola trenino, oltretutto, è solo un eufemismo perché si tratterà di due automezzi elettrici su gomme che faranno avanti e indietro partendo da Fusco e da Ponte Diga. A chi ha problemi motori, la soluzione per entrare a Pantalica non è il trenino. E Gianninoto non deve neanche inventarla. Nelle aree protette del
nord Europa noleggiano delle semplici carrozzelle elettriche monoposto che lungo la pista forestale di Pantalica non avrebbero alcun problema di transito. Con questi piccoli mezzi si salverebbero capre e cavoli, e si farebbero risparmiare una “cofanata” di soldi alla collettività.”
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