Un filo rosso, che si snoda per migliaia di anni, dal 463 a. C. al 2017 d. C. attraversando storia, cultura, concetto di democrazia, autodeterminazione dei popoli e degli individui, libertà di disegnare e programmare il proprio futuro e di affrontare la “sorte”. Una fuga dalle sopraffazioni, dalle violenze, affrontando le tempeste e le maree, cercando, ieri come oggi, “accoglienza”, “rispetto” e “integrazione”.
In mezzo il Mediterraneo, il “Mare Nostrum”, testimone di vita e di morte, allora come ora. I nomi ed i personaggi hanno poca importanza, seppur significativi: ieri Danaidi o Supplici, come racconta Eschilo, le figlie di Danao uno dei due re dell’Egitto, in fuga per la loro libertà, non volendo sposare i figli di Egitto, l’altro re-zio, fratello del padre, che le avrebbero costrette ad una vita di restrizioni e di procreazione.
Oggi, quei nomi sono diventati, Amina, Shalom, Abdul, Ahmed, Diallo, Omar, Mahmoud, e così via, giovani mediorientali e africani in fuga da violenze, persecuzioni, fame, povertà e conflitti inspiegabili. Ragazze e ragazzi costretti dagli eventi a diventare grandi subito, a lasciare patria e affetti, in cerca, come le Supplici, di una terra libera che li possa ospitare e possa garantire loro “accoglienza” e “un nuovo futuro”. E la città di Argo in Grecia, dove le Supplici approdano dopo aver affrontato le onde di un mare che quelle storie senza età unisce e rende attuali, oggi si chiamano Lampedusa, Augusta, Pozzallo, Catania, Palermo … Canicattini Bagni.
Ed proprio in quest’ultimo piccolo centro di poco più di 7.000 anime, nel siracusano, sugli Iblei, tra i siti Unesco di Siracusa, Noto, Palazzolo Acreide e Pantalica, dove storie e culture antiche si incrociano, seguendo quel filo rosso che attraversa il Mediterraneo, che riprendono a vivere le vite e le speranze di giovani donne fragili vittime di tratta, e di ragazzi minori stranieri non accompagnati, provenienti per lo più da zone difficili come la Nigeria o le zone delle guerre mediorientali.
È qui, a Canicattini Bagni, nello Sprar “Obioma” voluto dal Sindaco, Paolo Amenta, e dalla sua Amministrazione comunale per dare ospitalità alle donne vittime di tratta, e nel Centro msna “Casa Aylan”, gestiti entrambi dall’impresa sociale Passwork presieduta da Sebastiano Scaglione, inserita dal Ministero dell’Interno tra le “buone prassi” a livello nazionale per quanto riguarda i percorsi di accoglienza ed integrazione, che queste ragazze e ragazzi hanno trovato il loro Pelasgo, il re di Argo, che li difende dall’incursione degli egiziani che rivogliono le loro Danaidi – Supplici per farne moglie-schiave.
In questa cittadina i valori dell’accoglienza, dell’inclusione e dell’integrazione, sono diventati un percorso di crescita dell’intera comunità, delle istituzione, della rete dell’associazionismo, e soprattutto della scuola, ad iniziare dall’Istituto Comprensivo “G. Verga” diretto dalla professoressa Giovanna Rubera, frequentato con ottimi risultati dai giovani migranti ospiti a Canicattini Bagni.
Un percorso comune che, nel pomeriggio di Sabato 3 Giugno, nelle antiche pietre del Teatro Greco di Palazzolo Acreide, in occasione del XXIII Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani dell’Inda, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, che ogni anno vede protagonisti gli studenti di decine di Scuole italiane ed europee misurarsi nelle rappresentazioni classiche, si è tradotto nella messa in scena, insieme, studenti della 5° Elementare e della Prima Media del Comprensivo “G. Verga”, con le ragazze ed i ragazzi migranti di Passwork, dell’opera di Eschilo “Le Supplici”, con la straordinaria regia e adattamento testo di Rita Abela, la collaborazione delle tutor Immacolata Santamaria, Maria Carmela Angelico, Paola Scaglione, ed i movimenti coreografici di Morena Bonnici.
Protagonisti della tragedia di Eschilo, in scena la priva volta nel 463 a. C., ma attualissima nei temi dell’accoglienza e della democrazia, sono stati dunque loro, i ragazzi e le ragazze di questa nuova comunità multietnica e multiculturale del futuro, entusiasmando il numeroso pubblico che ha affollato la cavea del Teatro Greco di Palazzolo Acreide, ricevendone applausi e consensi: Alberto Ferla, Agnese Gionfriddo, Ingrid Genovese, Emily Formica, Elisa Mangiafico, Giulia Rubera, Massimiliano Bongiovanni, Ruben Cianci, Leonardo Gallo, Sara Giallongo, Salvatore Gionfriddo, Dalila Liistro, Glauco Melluzzo, Annalisa Migliore, Gaia Pantano, Laura Perna, Francesco Casella, Marta Roccaro, Leonardo Liistro, Mariachiara Cultrera, Sebastiano Cassarino, Salvo Miceli, Gabriele Ferla, Francesco Dinaro, Paolo Maria Savio, Carmelo Lombardo, Ginevra Concolino, Eliana Rivelli, Benedetta Garro, Aurora Giardina, Elisa La Pira, Marcella Carpinteri, Emma Lombardo, Sara Ragusa, Antonella Formica, Diallo Boubacar, Omar Kebe, Ahmed Eleshmawy Abdelaziz, Mahmoud Khayri, Abdul Issa Danogou, Amina Kebbeh, Shalom Emmanuel.
“Il prezioso lavoro di dibattito e dialogo con gli studenti e con gli ospiti di Passwork – ha dichiarato la regista Rita Abela – ha fatto sì che lo spettacolo assumesse un più ampio valore, andando ben oltre le aspettative legate alla pura messa in scena. Da qui la scelta di attualizzare il messaggio attraverso elementi scenici di oggi: dalle coperte termiche che sono entrate ormai nel nostro immaginario come simbolo dell’attuale flusso migratorio attraverso le immagini dei telegiornali, usate qui anche come strumento ritmico, come nella preghiera di ringraziamento per l’accoglienza concessa, fonte di speranza e di vita. Abbiamo voluto affidare alle voci dei più piccoli, nel prologo e nell’epilogo, in quanto spettatori di un’attualità disarmante, come quella che riguarda l’accoglienza e l’inclusione dei migranti, le riflessioni sul nostro diritto ad esercitare la democrazia, un’esortazione a considerare le parole “libertà” e “felicità” come sinonimi di “vita””.
“Come scuola – ha sottolineato la dirigente del “G. Verga”, Giovanna Rubera – da anni ormai siamo impegnati in questo percorso di inclusione, assieme al Comune e a Passwork, e non abbiamo mai fatto “differenze”. Anzi, non possiamo non ringraziare queste ragazze e ragazzi arrivati da altre realtà, sicuramente diverse dalle nostre, per continuare ad arricchire il nostro bagaglio di conoscenza“.
“Qualche anno fa, di fronte al dramma dell’esodo di migliaia di donne e uomini del sud del mondo – ha ribadito il Sindaco Amenta – non ci siamo girati dall’altra parte, decidendo di avviare un progetto Sprar per giovani donne vittime di tratta che, grazie alla professionalità dell’impresa sociale che lo gestisce, Passwork, è diventato un modello di inclusione a livello nazionale. Di questo siamo orgogliosi e insieme a tutta la nostra comunità abbiamo imparato ad accogliere. Per noi il futuro sono questi ragazzi insieme, solidali e inclusivi“.
“Quando abbiamo iniziato ad occuparci di accoglienza – ha concluso Sebastiano Scaglione, presidente di Passwork – tra le motivazioni avevamo previsto l’opportunità di arricchimento culturale per la nostra comunità e per i nostri giovani. Ecco, questa esperienza, credo che darà a questi ragazzi uno strumento in più per affrontare in modo diverso, rispetto alla nostra generazione che ha avuto storicamente paura a confrontarsi, i temi dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’inclusione. Tra dieci anni, molto probabilmente, avremo una generazione culturalmente più arricchita rispetto alla nostra. Nel ringraziare tutti per la bella riuscita di questo spettacolo, non posso non ringraziare particolarmente i nostri ragazzi, molti di loro in questo momento sono in Ramadan, e nonostante ciò hanno voluto esserci ed esibirsi“.
Un percorso di integrazione ed inclusione che a Canicattini Bagni continua con altri due appuntamenti in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, con le ragazze ed i ragazzi di “Obioma” e “Casa Aylan” che hanno invitato i loro amici di teatro e del Comprensivo “G. Verga”, a prendere parte, assieme alle loro famiglie, alla Caccia al Tesoro e ai giochi popolari multietnici che si svolgeranno il 17 Giugno in Piazza Borsellino, e il 19 Giugno, alle ore 17:00, all’iniziativa “Porte Aperte” per conoscere le strutture, gli ospiti migranti e gli operatori di Passwork, e alla Festa Multietnica che si terrà nei locali dello Sprar “Obioma” di via del Seminario, con balli, musiche e degustazioni della cucina multietnica.
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