Puntare sulle riserve naturalistiche per promuovere il territorio e diversificare l’offerta turistica. È quanto emerge dai dati diffusi dal “dipartimento regionale sviluppo rurale e territoriale” relativamente alle presenze nelle riserve naturalistiche che insistono sul territorio siracusano. Nello specifico, sono sotto l’occhio di ingrandimento del dipartimento le Rno di Vendicari, Cavagrande e Anapo, con Pantalica.
La tendenza registrata è quella di un sempre maggior interesse da parte di italiani e stranieri verso un tipo di turismo più responsabile, legato alla difesa della natura e della biodiversità.
La carta vincente per la crescita del territorio potrebbe essere, dunque, rivolgere l’attenzione alle enormi opportunità offerte dalla diversificazione e favorire e accogliere un turismo lento e sostenibile e che ha già dimostrato ampiamente di essere un fattore di attrazione (con un forte incremento annuo del numero dei visitatori in tutte le riserve del territorio).
La diversificazione della domanda turistica siciliana passa, ad esempio, dall’“effetto fenicottero” alla riserva naturale di Vendicari, dove, nell’arco di 12 anni, secondo i dati forniti dal dipartimento regionale, si è passati da 61 mila a 217 mila visitatori.
Qui, incantevole rifugio per centinaia di uccelli rosa in determinati periodi dell’anno, è, infatti, possibile assistere al movimento dei fenicotteri che hanno scelto l’oasi come loro “tappa” lungo la rotta migratoria verso la Tunisia. Oltre alle bellezze naturalistiche, l’Oasi di Vendicari, dunque, negli anni è diventata meta irrinunciabile per gli appassionati di birdwaching.
In termini di crescita turistica, vale lo stesso discorso anche per la Riserva Naturale Orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande. Un vero e proprio gioiello naturalistico che offre anche un inestimabile patrimonio culturale e storico. Il sito archeologico di Pantalica, infatti, la più grande necropoli rupestre del mediterraneo, oggi patrimonio dell’Unesco, fa parte della stessa riserva naturale della Valle dell’Anapo. Questo perché entrambi si trovano sulla stessa area identificata come Rno. Nello specifico, poi, la valle dell’Anapo, coincide nell’area tutto intorno l’alveo del fiume omonimo, una stupenda riserva naturale con diversi specie di piante (anche uniche in Sicilia) e molteplici specie animali, come il raro Falco Pellegrino.
Qui, dati alla mano, si è passati dai 34 mila visitatori nel 2011 e 42 mila nel 2017.
Si arriva, infine, al tasto dolente, la riserva naturale orientata di Cavagrande del Cassibile, dove il fuoco ha distrutto, nell’ormai lontano 2014, ettari di macchia mediterranea. Ciò ha portato il 4 luglio dello stesso anno, all’emanazione di un’ordinanza di interdizione del sentiero d’acceso principale. Il grande “canyon” avolese, celebre per i meravigliosi laghetti naturali, è, da allora, chiuso ai visitatori. Fino al 2013, il dipartimento aveva registrato un incredibile trend di crescita: si era passati dai 19 mila visitatori nel 2000 ai 60 mila nel 2013. Sembra, dunque, che i viaggiatori attratti dalle bellezze naturalistiche del territorio siano sempre più curiosi e consapevoli, con un’attenzione specifica verso un certo tipo di “sostenibilità”. Per soddisfare le richieste di attenzione all’ambiente degli “ecoturisti”, serve necessariamente innovare il settore, migliorare l’accesso alle informazioni e ai servizi. Nel caso di Cavagrande, infine, è necessario agire nel più breve tempo possibile per riconsegnare a tutti la riserva, polo di attrazione turistica con un enorme potenziale. A tal proposito, poche settimane fa, l’onorevole Ars Rossana Cannata ha presentato un’interrogazione per chiedere al governo Musumeci di attivarsi per la riapertura immediata del sito.
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